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Sono 635 gli atti intimidatori compiuti ai danni degli amministratori pubblici pugliesi tra il 2011 e il 31 marzo 2023. Si registra, in media, almeno un atto intimidatorio a settimana nei confronti di sindaci, assessori, consiglieri e personale della Pubblica amministrazione.

Dal 1° gennaio al 31 marzo 2023 sono stati 14 gli atti di minaccia e intimidazione che Avviso Pubblico ha registrato sul territorio, il che colloca la Puglia al primo posto tra le regioni più colpite nel primo trimestre. 

È quanto emerge dal ‘Dossier Puglia’ di Avviso Pubblico, presentato ieri durante l‘Assemblea nazionale a Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia, da Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico.

“Siamo onorati di ospitare per la prima volta in Puglia l’Assemblea nazionale di Avviso Pubblico – dice Pierpaolo d’Arienzo, sindaco di Monte Sant’Angelo e coordinatore regionale di Avviso Pubblico -. Dopo un periodo difficile la nostra città è riuscita a costruire una comunità organizzata e a ripartire puntando sulla cultura come veicolo trainante. Siamo finalisti come città della Cultura italiana per il 2025 e nel 2024 saremo capitale della cultura in Puglia”.

“Insieme ad Avviso Pubblico – continua il coordinatore regionale – si è scelto di intitolare questa due giorni La cultura come antidoto alle mafie. In questi anni Monte Sant’Angelo ha lavorato con il tavolo permanente sulla legalità, costruendo una comunità di legalità organizzata che contrapponiamo alla criminalità organizzata. Ha significato mettere insieme scuole, parrocchie, associazioni ed enti per scrivere a 1000 mani con i nostri ragazzi, che sono il nostro presente, la Carta per l’impegno e la legalità, traducendo in opere e parole concrete quell’impegno quotidiano”.

Il report punta a definire i contorni socio-economico, con livelli di disoccupazione allarmanti, il contesto criminale con la mappatura dei clan presenti sul territorio, il ranking del rischio criminalità, i comuni sciolti per mafia, le minacce agli amministratori locali e la criminalità giovanile.

“Il dossier Puglia è un lavoro che presentiamo oggi, finalizzato a leggere in maniera sistemica i dati economici e sociali tratti dai principali rapporti nazionali incrociandoli con i dati del fenomeno criminale e con un approfondimento specifico su alcune realtà territoriali”, spiega il Presidente di Avviso Pubblico Roberto Montà. “Da questa lettura sistemica emerge un quadro su cui noi avanziamo delle proposte finalizzate in qualche modo a rendere gli enti locali e le istituzioni del territorio responsabili nel prevenire mafie, corruzione e nel chiedere soprattutto alle istituzioni nazionali un impegno concreto per sostenere il territorio pugliese”.

“Il Dossier Avviso Pubblico – spiega il Presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro presente alla presentazione del Rapporto – ci restituisce purtroppo ancora un quadro drammatico della nostra terra, ma questo non deve essere per noi motivo di rassegnazione anzi, dobbiamo continuare a lavorare, anche con associazioni come Avviso pubblico, con tutti gli amministratori che in tanti territori resistono, nel vero senso della parola. Resistono alle pressioni della criminalità organizzata, resistono ai vincoli della burocrazia, resistono alla disaffezione dei cittadini alla cosa pubblica, resistono all’astensionismo che rischia di diventare il partito del Paese”.

Dai dati emerge, infatti, un sostanziale distacco della popolazione dalle Istituzioni a tutti i livelli. C’è grande sfiducia nella capacità della pubblica amministrazione di far fronte alle istanze delle persone. Si pone dunque la questione di una diffusa omertà come base di un largo consenso sociale di cui godono i clan. Da dati elaborati dai rapporti da Forze di polizia emerge che nel 2020 la Puglia: era al primo posto per incidenza per reati di riciclaggio; al secondo posto per estorsioni, dietro la Campania, ma davanti a Calabria e Sicilia; al terzo posto – dietro Campania e Calabria, ma ampiamente davanti la Sicilia – per reati relativi all’associazione per delinquere di tipo mafioso.

Per quanto riguarda lo scioglimento degli enti locali, dal 1991 (quando è entrata in vigore la legge) ci sono stati 25 provvedimenti dissolutori. Il 56% di questi è avvenuto negli ultimi cinque anni. Gli scioglimenti pugliesi rappresentano il 17,5% di quelli disposti nel periodo a livello nazionale.