2 febbraio, Giornata mondiale delle zone umide Nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia un progetto per custodirle, valorizzarle e divulgare il ruolo a tutela di habitat e specie

photo Mastropasqua Fabio

Quattro pubblicazioni illustrano il patrimonio di biodiversità racchiuso nelle zone umide del Parco

Gravina in Puglia, 1 febbraio 2024. Custodire, divulgare, sensibilizzare. Tre parole chiave al centro del progetto di monitoraggio delle zone umide del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, preziosi ecosistemi che accolgono una ricca diversità biologica, tra invertebrati, anfibi, rettili e uccelli. In occasione della Giornata mondiale delle zone umide che ricorre il 2 febbraio, il Parco presenta le azioni che caratterizzano l’articolato progetto e confluite in quattro pubblicazioni legate tra loro, per divulgare gli habitat e le specie oggetto di salvaguardia.

L’obiettivo è approfondire la conoscenza delle zone umide presenti all’interno della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) “Murgia Alta”, individuarne la biodiversità custodita e sensibilizzare le comunità del Parco sull’importanza di tutelarla. Finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il progetto nasce per dare attuazione alle Direttive Natura (Direttiva Habitat 92/43/CEE – Direttiva Uccelli 2009/147/CE), con azioni a cui l’Ente Parco ha dato seguito per la conservazione degli habitat e delle specie incluse nelle direttive.

I siti monitorati sono zone umide di elevato pregio naturalistico e interesse conservazionistico, tra questi si annoverano il Laghetto di San Giuseppe, lo Stagno Taverna Nuova, la Dolina Santiquando, l’Invaso di Fra’ Giacomo e la Piscina antica San Magno: luoghi suggestivi e di grande rilievo per molte specie migratrici che qui vi trovano opportunità di sosta e riproduzione. Gli ambienti acquatici nell’Alta Murgia, essendo un altopiano calcareo roccioso, sono presenti come piccole raccolte d’acqua in depressioni naturali, spesso legate a opere antropiche come pozzi e cisterne o circondate da muretti a secco: antiche testimonianze di come l’uomo in passato cercasse di conservare nel tempo le risorse idriche naturali.

Le azioni progettuali hanno puntato ad acquisire informazioni sulle specie faunistiche presenti nella Zona Speciale di Conservazione “Murgia Alta”, riguardanti in particolare la presenza, la distribuzione, il comportamento e il ruolo ecologico. È stata costruita una check-list aggiornata per le specie di anfibi e odonati, identificate le possibili minacce alla loro sopravvivenza e aggiornati i dati e le misure di conservazione per migliorare l’attività di tutela svolta dal Parco. Il fine principale è la conservazione della biodiversità, che tiene conto del complesso sistema di relazioni tra ogni specie e il suo ambiente.

photo Fulco

Le quattro pubblicazioni realizzate illustrano – nelle diverse specificità – le zone umide, le reti ecologiche, gli anfibi e le libellule della Zona Speciale di Conservazione “Murgia Alta”. Il territorio della ZSC “Murgia Alta” si caratterizza per la presenza di ampi ambienti sotto forma di praterie aride mediterranee e coltivazioni cerealicole: particolari ecosistemi descritti come “pseudosteppa mediterranea” e che rappresentano un’importante nicchia ecologica per numerose specie legate a questi habitat. I quattro quaderni divulgativi sono disponibili nella sede del Parco di Gravina.

photo Di Nicola

«Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia si è attivato su più fronti per monitorare la biodiversità in tutte le sue forme – dichiara il presidente Francesco Tarantini –, dal progetto di tutela degli insetti impollinatori che ci ha visto premiati dal Ministero a quello di salvaguardia delle zone umide, allo scopo anche di divulgare l’importanza degli habitat e delle specie che queste custodiscono. Per proteggere gli ambienti acquatici – conclude Tarantini – affianchiamo al monitoraggio un’opera di sensibilizzazione dei cittadini, per aumentare la consapevolezza del loro prezioso ruolo.»

La Zona Speciale di Conservazione (ZSC) fa parte dei siti della Rete Natura 2000 della Regione Puglia, il principale strumento dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità.