Festa di radici, mare e fuoco. Con Antonio CASTRIGNANÒ
Domenica 28 gennaio alle 18 allo scalo d’Alaggio, Porto Cesareo celebrerà il santo del Fuoco, sant’Antonio Abate, con la tradizionale accensione della fòcara, pira di fascine di legno, che campeggia già da giorni nello spiazzo dello scalo d’alaggio.
La festa sulle rive dello Jonio, organizzata dal Comune di Porto Cesareo e dal Comitato Festa Sant’Antonio con l’apporto di Ezio Calcagnile che dopo il nonno e il padre, porta avanti col figlio la tradizione partita dalla sua famiglia, giunge alla sua 87esima edizione, e affonda le radici in una antica storia di devozione e preghiera.
Il comitato ha organizzato una serie di appuntamenti, civili e religiosi, primo fra tutti “Adotta una Fascina”.
È possibile dedicare una fascina ad una persona cara con un contributo minimo, le volontarie del comitato realizzano bandierine e coccarde con i nomi dei destinatari del pensiero, da apporre su ogni fascina adottata (per tutte le info si può consultare la pagina Facebook dell’evento, link riportato in basso)
Il monumento naturale, simbolo di tradizione e devozione, si trova presso lo scalo d’alaggio, ha base quadrata, con delle scale che simboleggiano l’avvicinamento al cielo, ed è composta da balle di olivo.
Sul fronte eventi, alle 15.30 concerto bandistico per le vie del paese, dalle 16.30 musica e apertura degli stand gastronomici, alle 17.30 mongolfiere in volo, alle 18 accensione della focara con lo spettacolo pirotecnico, alle 19.30 concertone di Antonio Castrignanò e Taranta Sounds-Babilonia, dalle 21.30 band cesarine.
Per gli eventi religiosi della domenica, messa alle 10 e alle 17.30 in parrocchia, alle 12 benedizione degli animali allo scalo d’alaggio, alle 18.30 corteo cittadino.
Tra gli appuntamenti religiosi, la santa messa delle 10, la benedizione degli animali alle 12, alle 16.30 la messa solenne con corteo a seguire diretto allo scalo d’alaggio.
Per “adotta una fascina-un palloneaerostatico”, è anche possibile contattare il numero:
3383340348 Ezio
LA STORIA – “NIENTE VALE IL PROFUMO DI QUEL FUOCO”
Questa è la storia di Oronza Candida Colelli classe 1899 conosciuta come Nonna Ronza.
La storia di una famiglia, la storia di fuoco che arde vivo nei cuori della gente di Porto Cesareo da 86 anni.
La nonna Ronza era l’infermiera del paese all’epoca chiamata “mammara”
Una donna tutta d’un pezzo ,sguardo vigile ,determinata coraggiosa sempre pronta a prestare soccorso con
la sua borsetta tracolla piena di rimedi.
La sua famiglia era composta dal marito Antonio Martina colonnello e i tre figli Edmondo, Omus e Paolo
Martina.
Il figlio Edmondo parti’ nel 1935 per la guerra di Etiopia.Si concluse nel 1936 con la vittoria dell’Italia.Le
truppe fecero ritorno ma del giovane non si ebbero più notizie.
La nonna Ronza aveva un unico appiglio,la fede nel Signore e la fiducia nell’intercessione potente di
S.Antonio Abate celebre Santo egiziano al quale era già devota.Davanti ad una piccola statuetta
inginocchiata pronunciò testuali parole dialettali <<S.Antoniu mia se faci tornare dilla guerra fiuma sanu e
salvu ti fazzu na statua pi quantu si bautu,ti fazzu na focara e ti sarò per sempre devota>>.( S.Antonio mio
se farai tornare sano e salvo mio figlio dalla guerra ti costruiro’ una statua per quanto sei alto,accendero’
per te un falò e ti sarò per sempre devota)
Nel mese di Agosto 1937 Edmondo dopo aver affrontato la guerra, il vento, il mare a Trieste il viaggio a
piedi busso’alla porta di casa.
Nonna Ronza mantenne fede alla sua promessa.
La popolazione contribuì alla realizzazione della statua e alla donazione di fascine dette “sarmente” che
costituivano il falo’.Il Santo era custodito in casa Martina dopo la S.Messa veniva portato in processione
per le vie del paese successivamente si procedeva all’attesa accensione della focara che vedeva in alto la
bandiera italiana.
Attorno ad esso si svolgevano giochi come la cuccagna,la gara con i sacchi con premi arance mandarini e
caramelle.
La tradizione fu ereditata dal figlio Paolo Martina.A sua volta tramandata alle mani esperte del genero
Giuseppe Calcagnile e al figlio instancabile Antonio Martina quest’ultimo mancato nel marzo 2022.
Tuttora la devozione delle famiglie Martina ,Calcagnile e dell’intera comunità è fortemente sentita.
Con l’avvento del nipote Ezio Calcagnile progettista e organizzatore, arte ingegno e ricerca nella
realizzazione della struttura architettonica della pira,sono elementi fondamentali che la caratterizzano,uniti
alla musica live popolare,stand tipici gastronomici,spettacolo pirotecnico sono elementi che attraggono
numerosi spettatori all’evento.
Quest’anno la popolazione ha contribuito alla realizzazione del falò adottando una fascina dedicandola ad
una persona cara. Iniziativa proposta dal comitato che è stata ben accolta.
Una tradizione recente che fa’ comunità e’ senza dubbio il dopo falò nella formula “ nnuci cu te,ca mangi cu
me” (porta con te,che mangi con me)un momento di pura condivisione con pochi intimi di pietanze
tipiche,arrosto di carne e di pesce accompagnato da buon vino e musica spontanea.
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