L’Ordine degli Ingegneri della Bat ribadisce
la centralità del ruolo della professione
nella sensibilizzazione e nella gestione
dell’emergenza climatica
“La devastante inondazione in Spagna non può lasciarci indifferenti. I tecnici diventino un interlocutore attivo e costante con i governi in questa sfida globale”. L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Barletta-Andria-Trani esprime vicinanza alla comunità spagnola per la recente alluvione che ha causato oltre duecento morti, ribadendo la centralità del ruolo della professione ingegneristica nella sensibilizzazione e nella gestione dell’emergenza climatica. “I cambiamenti climatici, con i loro effetti devastanti su ecosistemi, comunità e infrastrutture, richiedono una risposta urgente, strutturata e innovativa da parte di tutte le professioni, in particolare quelle tecniche e scientifiche” ha detto Antonella Cascella, presidente dell’Ordine provinciale. Gli ingegneri, infatti, sono chiamati a mettere in campo le loro competenze nella progettazione, realizzazione e gestione di soluzioni tecnologiche e infrastrutturali che possano ridurre i rischi derivanti da eventi climatici estremi e promuovere la transizione verso un futuro più sostenibile. Ciò implica non solo l’adozione di pratiche ingegneristiche più ecologiche, ma anche la capacità di valutare e gestire il rischio in maniera integrata, prendendo in considerazione la vulnerabilità del territorio, delle risorse naturali e delle comunità. “In Spagna in poche ore si è accumulata la quantità di pioggia che, in media, cade in un anno. Le infrastrutture non erano progettate per fronteggiare precipitazioni di questa portata. I sistemi di drenaggio, così come anche le reti fognarie si sono rivelati insufficienti. Non è da escludere che possa capitare anche nel nostro Paese: qualche settimana fa le abbondanti piogge hanno messo a dura prova l’Emilia Romagna, regione nota per la sua vulnerabilità idrogeologica” ha continuato Cascella. La crescita urbana non pianificata ha aggravato questa fragilità. “Per decenni – ha spiegato la presidente degli ingegneri della Bat – si è costruito in aree a rischio, riducendo gli spazi naturali in cui l’acqua potrebbe defluire. Zone che potevano fungere da bacini di espansione sono state sovra-sfruttate per nuove costruzioni, aumentando il potenziale di danni durante le piene”. In tal senso l’Ordine provinciale degli ingegneri sta monitorando l’attività dei comuni della Provincia affinché venga al più presto resa attuativa la legge regionale 36/2023 che disciplinar proprio la delocalizzazione delle volumetrie costruite nelle aree a rischio di allagamenti. Fondamentale per gli ingegneri è anche una corretta manutenzione di canali, argini e reti fognarie, in modo che possano lavorare in piena efficienza, eliminando occlusioni e mantenendoli puliti.
“Purtroppo non si tratta più di eventi rari” ha sottolineato l’ingegnere. “Il cambiamento climatico sta modificando la struttura dei nostri sistemi meteorologici creando condizioni in cui intensi temporali si bloccano su una regione, portando a precipitazioni da record. L’Ordine degli Ingegneri della Bat ritiene che la professione debba contribuire in modo concreto e responsabile alla costruzione di un futuro più sicuro, sostenibile e resiliente alle sfide poste dai cambiamenti climatici. “Gli ingegneri, attraverso la formazione continua, l’innovazione e la ricerca, devono essere in prima linea nella diffusione di conoscenze relative alla mitigazione dei rischi climatici, alla gestione efficiente delle risorse e alla promozione di tecnologie verdi” ha concluso Cascella.