L’attore porta sul palco del Mercadante il teatro canzone
Giovedì 25 gennaio, sul palco del ?????? ?????????? di Altamura, è andato in scena lo spettacolo di Paolo Conticini “La prima volta” in cui l’attore canta e racconta un po’ di sé: la famiglia, gli studi, i suoi primi lavori, poi l’incontro con Christian De Sica, che gli dà la possibilità di esprimersi come attore.
È solo l’inizio di un percorso artistico in continua evoluzione, ricco di soddisfazioni nel cinema, in tv e in teatro. Tra un aneddoto e l’altro, Paolo legge e racconta le sue prime volte, ma è come se raccontasse la vita di tutti noi: le sue prime volte, sono le nostre prime volte, i suoi dubbi, sono i nostri, così come le occasioni perse e le piccole soddisfazioni. Coincidenze incredibili che narrano cose credibili.
Paolo ci confida le sue insicurezze, ci mostra le sue paure e le sue fragilità, permettendoci di vedere cosa c’è dietro l’immagine dell’attore bello e atletico, e ci fa scoprire l’essere umano tanto simile a “quel nostro amico della porta accanto”. Divertenti, poetiche, drammatiche esperienze che ci fanno riflettere su quanto è sorprendente la vita. Paolo, inoltre, condivide con il pubblico un’altra sua passione, il canto. Propone alcune canzoni che hanno un significato particolare nel suo mondo e che confermano le sue doti di artista a trecentosessanta gradi.
Un breve e ironico bilancio di un uomo che a cinquant’anni ha imparato a fare della sua esistenza ciò che ha sempre sognato, e a metà del suo cammino sceglie con coraggio di condividere le sue esperienze, i suoi errori e giocare a fare progetti per il futuro, perché consapevole che nella vita niente è facile ma nulla è impossibile.
La peculiarità della rappresentazione è di essere un felice esempio di teatro canzone, genere espressivo legato alla teatralità, alla parola e alla musica e la cui struttura portante è costituita dall’agile alternanza di parti cantate e recitate. Molti meriti di questo sapiente amalgama vanno riconosciuti al regista e coautore Luigi Russo, amico da tanti anni di Conticini. La loro sintonia riesce a trasformare la parola letteraria del libro autobiografico sopracitato in parola teatrale viva e robusta. In effetti, a differenza della letteratura non drammaturgica, che prende forma sulla carta, la scrittura per il teatro trova espressione piena attraverso il palcoscenico, creando una comunicazione diretta col pubblico.
Un leggìo e una chitarra, storie e canzoni, gli ingredienti principali e leggeri di una performance di ottanta minuti circa (regia Luigi Russo), in cui Paolo ci fa dimenticare temporaneamente un momento storico difficile per tutto il mondo.