Sono tanti, troppi gli italiani che ogni giorno rinunciano alle cure odontoiatriche oppure le riducono al minimo indispensabile per sé e per i propri familiari. Non è soltanto un fattore di carattere economico ma probabilmente anche culturale, come se una visita odontoiatrica fosse meno importante di una cardiologica, mentre è noto che patologie dentali possono causare altre malattie, anche gravi. Ma il problema più urgente da risolvere è quello dei costi delle cure odontoiatriche. Il nesso tra povertà, diseguaglianza sanitaria e salute orale è strettissimo. Al diminuire del reddito corrisponde il calo delle visite dentistiche effettuate. Le cure dentali insomma sono in molti casi un privilegio, appannaggio delle classi medio-alte. Il divario sociale ed economico dell’Italia si ripercuote anche sulla salute orale. Una disuguaglianza stridente su cui Andi Bari-Bat ha puntato la propria attenzione.
E’ necessario e urgente procedere all’accessibilità delle cure e per questo l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani vuole dare una risposta con la creazione di una Fondazione senza scopo di lucro (Fas). Una maniera per supportare la spesa odontoiatrica dei cittadini in modo innovativo, tutelando la qualità della cura, il rispetto delle diverse esigenze, comprese quelle del professionista. Come ha dichiarato il presidente nazionale Carlo Ghirlanda «con questa proposta Andi stringe un patto con il paziente, basato su accessibilità, premialità e prevenzione, intesa come diffusione di una nuova ed estesa cultura dei corretti stili di vita».
Di questo, una delegazione di Andi Bari-Bat guidata da Fabio De Pascalis e Nicola Cavalcanti, ha discusso con il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato con delega alla Medica Odontoiatrica che si è dimostrato molto attento alla questione e pronto a intervenire. D’altra parte è sufficiente sapere che gli italiani pagano di tasca propria per le cure odontoiatriche ogni anno otto miliardi di euro e solo lo 0,7% (pari a 85 milioni di euro) della spesa pubblica sanitaria è destinata alla loro erogazione.
Altra questione di grande rilevanza e strettamente connessa alla prima è quello che da molti definito un business drammatico: il cosiddetto turismo dentale. Intere comitive che ogni settimana partono in particolare dagli aeroporti pugliesi per raggiungere cliniche in Albania, Romania o Croazia. Infatti sono in tanti coloro che attratti dalle offerte pubblicizzate con ogni mezzo in Italia, preferiscono curarsi in quei Paesi, non immaginando neanche a quali rischi vanno incontro. In quelle nazioni non vigono norme rigide di sicurezza e controllo che invece caratterizzano quelle della Comunità europea e si sono verificati alcuni casi in cui i pazienti hanno rischiato seriamente la vita. Insomma viaggi della speranza che si trasformano in drammi, dati i numerosi esiti negativi delle cure nei Paesi del vicino Est. La lotta al turismo dentale è una battaglia di cui Andi Bari-Bat si è esposta in prima persona, raccogliendo anche testimonianze di pazienti pugliesi che si sono sottoposti alle cure dentarie nei Paesi d’oltre Adriatico e sono rimasti assolutamente delusi e insoddisfatti. Sono sempre più i pazienti che tornano da quei Paesi dopo essersi sottoposti a cure dentarie e presentano problemi anche gravi. I prezzi anche del 70% inferiori a quelli italiani chiaramente costituiscono un’esca appetitosa. Non solo, ma pubblicità ingannevoli garantiscono ai pazienti di poter effettuare in 3 giorni interventi i cui tempi clinici richiedono diversi giorni se non settimane. Insomma se il prezzo da pagare è basso, quello per la salute potrebbe essere altissimo.