ANTIRACKET AD ANDRIA, NON PASSANO INOSSERVATE LE PAROLE DEL PREFETTO

RIFLESSO: “IN QUESTA PROVINCIA NON C’E’ UNA FORTE IDENTITA’”

SAVINO MONTARULI (UNIBAT): “IL PREFETTO HA RAGIONE ED E’ PROPRIO CIO’

CHE CONTINUA A PENALIZZARE QUESTO TERRITORIO”

La presentazione alla stampa ed alle istituzioni dell’avvenuta costituzione di un’associazione antiracket ad Andria non è stata solamente una sorta di “annunciazione” di qualcosa di precostituito senza il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale diffuso e del mondo associazionistico e della rappresentanza locale ma anche un momento di confronto sulle condizioni di questo territorio e sulle reali problematiche che continuano a penalizzare una terra dalle mille risorse, quasi tutte inespresse o mortificate.

Nel corso dell’incontro in sala consiliare, ad Andria, non sono sfuggite all’attenzione del sindacalista Savino Montaruli di Unibat, seduto tra i banchi di Palazzo San Francesco, le parole espresse dal Prefetto di Barletta Andria Trani, dott.sa Rossana Riflesso, la quale ha testualmente detto: “… da quando mi sono insediata, circa un anno e mezzo fa, ho maturato un’idea che in questa provincia non ci fosse ancora, non c’è una forte identità di Provincia…”. Per approfondire il senso di questa dichiarazione e dare ad essa un senso compiuto è intervenuto il Presidente Unibat Savino Montaruli il quale ha

dichiarato: “le parole espresse dalla dott.ssa Riflesso dovrebbero far riflettere, scusate il gioco di parole. Quelle parole pronunciate nella sala consiliare di Andria hanno reso un po’ tutti consapevoli di quanto vero fosse quel concetto, ancora oggi. Un territorio, la cosiddetta sesta provincia, che ha sempre vissuto e continua a vivere di scollamento, di mancato coordinamento delle azioni e delle iniziative e persino di un persistente ed infantile campanilismo che tanti danni continua a disseminare. Lotte politiche intestine e nessuna azione di coordinamento sui temi fondamentali di questo territorio. Sui temi dell’ambiente, dello sviluppo economico, del turismo e persino della sicurezza. Lo stesso Prefetto Riflesso, ad esempio, nel corso del suo intervento ha omesso completamente di citare l’operatività degli Sportelli Antiracket di Barletta e di Canosa di Puglia dove pure ci sono persone che ci hanno messo e che ci mettono la faccia ed alle quali sono stati conferiti ruoli e compiti da parte delle Istituzioni; di quelle stesse istituzioni presenti in sala consiliare venerdì 23 febbraio ad Andria. Peraltro, il fatto che si sia costituita un’Associazione Antiracket locale, senza un respiro provinciale quindi anche in questo caso senza una Visione globale territoriale, è il chiaro segnale di scollamento istituzionale tra i dieci comuni di questa Provincia che, peraltro, vivono tutti grandissimi problemi di criminalità organizzata ma anche di microcriminalità diffusa e pericolosissima e sottovalutata.

Il caso di Trani, citato peraltro in sala anche dal Procuratore Renato Nitti, avrebbe già dovuto far nascere da tantissimo tempo quell’Associazione Antiracket provinciale che non è mai nata. Invece nulla di nulla, con le Associazioni di Categoria che sono rimaste immobili, a guardare. Poiché le parole devono avere un senso e devono essere accompagnate dalle reali volontà di essere veramente inclusivi e di guardare lontano, il mio auspicio è che ci si renda conto di aver perso una lungimirante opportunità e che questo territorio, anche quando la dott.ssa Riflesso sarà chiamata altrove a compiti superiori che Le auguro di cuore, resterà sempre una terra di campanili e di tanta, tanta propaganda che potrebbe dare un po’ di luce temporanea a qualche personaggio in cerca di corazza sociale e ad altri con irrefrenabili ambizioni politiche, ma che difficilmente potrà cambiare una mentalità così radicata e distruttiva”