Antonia Jannone Disegni di Architettura | Andrea Branzi. L’ARCHITETTURA APPARTIENE AL TEATRO | opening: martedì 3 ottobre 2023, ore 18.00 – Milano

Andrea Branzi, TORRE VELASCA, 2023, Tecnica mista pastello e stampa, cm. 29,7 x 42

Andrea Branzi

L’ARCHITETTURA APPARTIENE AL TEATRO

L’architetto e designer torna in galleria con una nuova ricerca sulla pittura

3 ottobre – novembre 2023

Opening: martedì 3 ottobre, ore 18.00

Corso Garibaldi 125 – 20121 Milano

www.antoniajannone.it


Milano, 8 settembre 2023. Dal 3 ottobre a novembre 2023 Antonia Jannone Disegni di Architettura presenta L’architettura appartiene al teatro, mostra dell’architetto e designer Andrea Branzi.

Come in una coreografia all’interno di un teatro improvvisato dove le maschere cambiano forma e colore, Branzi riscopre i grandi maestri della pittura del novecento trasformando le loro creazioni in modo sorprendente. Buratti e burattini, maschere, pupi e marionette raccontano il mondo felice delle commedie e delle avventure circensi.

In mostra la serie di disegni da cui prende il titolo, un corpus di lavori realizzati negli anni Duemila, tra cui le scenografie di Casanova (2000) e Barbablu (2002), le sculture dei Buratti (2019-20), i disegni delle Filastrocche (2020) e le interpretazioni della collezione Maschere (2022-23).

Ad accompagnare l’esposizione, Archetipi, che raccoglie i modelli teorici mentali che anticipano la creazione materiale e che fanno parte di quel patrimonio antropologico non evidente che giace nel nostro inconscio. In architettura, questi possono essere ricondotti alle strutture primarie la cui funzione non è definita in rapporto all’abitare, ma al costruire.

Nella visione di Branzi: “oggi l’architettura civile vive una crisi di credibilità, nel senso che il suo rapporto con la società si è progressivamente logorato; a sua volta, la società vive una profonda crisi e non è più in grado di fornire quadri di valori al progetto.” Così gli archetipi possono svolgere la funzione essenziale di repertorio da inventare nuovamente. In questa sezione trova spazio la serie inedita di disegni Torre Velasca (2023), ispirata all’architettura moderna milanese.

Andrea Branzi nasce a Firenze nel 1938, dalla metà degli anni Settanta vive e lavora come architetto e designer a Milano. È autore di molti libri su storia e teoria del design. Dal 1964 al 1974 prende parte ad Archizoom Associati, primo gruppo di avanguardia noto in campo internazionale ed è stato un membro chiave dello Studio Alchimia, fondato nel 1976, e ha continuato a collaborare con il Memphis Group nei primi anni Ottanta. Nel 1982 è cofondatore di Domus Academy nel 1982, la prima scuola internazionale post-universitaria di design, ed è stato professore e presidente della Scuola di Interior Design del Politecnico di Milano fino al 2009. Nel 2008 è insignito della Laurea Honoris Causa in Disegno Industriale all’Università La Sapienza di Roma. Nello stesso anno è nominato Membro Onorario del Royal Design for Industry di Londra e dell’Accademia delle Arti e del disegno di Firenze. Nel 2010 è stato invitato a partecipare con una sala personale alla Biennale di Venezia, presso il padiglione Italia. Nel 2017 il Centro Georges Pompidou di Parigi ha dedicato al suo lavoro una sala permanente. Nel 2018 la Royal Academy of Fine Arts di Stoccolma gli ha conferito il premio Rolf Schock per le Arti Visive. Branzi ha ricevuto per tre volte il Compasso d’Oro, premiato per l’impegno individuale o di gruppo nel 1979, 1987 e 1995. I suoi progetti sono conservati nei maggiori musei: Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma; Centro Georges Pompidou, Parigi; Design Museum, Gent; MOMA New York; Brooklyn Museum, New York; Denver Museum of Art, Denver; Fondation Cartier pour l’Art Contemporain, Parigi; Groninger Museum, Groningen; Fonds Régional d’Art Contemporain, Orleans; Houston Museum of Fine Arts, Texas; Israel Museum, Gerusalemme; Musée des Beaux-Arts, Montreal; Musée des Arts décoratifs, Parigi; Victoria & Albert Museum, Londra; Vitra Design Museum, Weil-am-Rhein; MAK, Vienna.