Antonio Spada contro lo scenario politico attuale nel suo “Il diritto alla libertà”

Da giovedì 8 agosto, sulla piattaforma digitale Amazon sarà disponibile “Il diritto alla libertà”, primo lavoro editoriale del poliziotto in congedo Antonio Spada, un libro il cui testo inverte le logiche del pensiero politico dominante e mira a creare straordinari effetti collaterali permanenti.

L’autore espone una personale visione prospettica di un nuovo sistema democratico estremamente differente dall’attuale, basato su alcuni concetti universali di liberalità e di autodeterminazione dell’individuo e dei popoli. Credendo profondamente nella necessità di oltrepassare i confini del proprio tempo e aggirare il conformismo politico dominante di natura conservatrice, Spada canalizza la nuova idea di società all’interno di un sistema aperto, in grado di superare qualunque forma di concezione dogmatica spirituale e ideologica dottrinale e precorre l’emancipazione attraverso la logica e la ragione come strumento ideale per immaginare e disegnare un mondo migliore.

Antonio Spada che già nel 2020 ha avviato un percorso di analisi politica con la pubblicazione di video sui social, tra cui uno a cui si rivolgeva direttamente al presidente all’epoca in carica Giuseppe Conte, anche in questo caso, da semplice osservatore, cerca di varcare le linee del peccato, di guardare nelle pieghe del potere, di frugare nel passato e di intuire le logiche del presente per immaginare una forma ideale di un mondo nuovo in grado di includere il precedente, di espanderlo, di evolverlo e di renderlo straordinariamente diverso. Viene offerta al lettore la piena libertà d’interpretazione che, attraverso una propria e intima riflessione, può immaginare il mondo che verrà con un modello di società estremamente avanzato ed evoluto, perfettamente contrapponibile all’attuale sistema primitivo neoclassico conservativo.

Nato a Massafra (Ta) nel 1963 da famiglia contadina, a 16 anni ha interrotto gli studi per dedicarsi all’attività agricola ma nel febbraio ’82 è stato arruolato in servizio di leva e inviato ai confini nordorientali, nel 184esimo Battaglione Genio Pionieri – divisione Folgore, in contrapposizione alla minaccia comunista ai confini con la Jugoslavia. Nello stesso anno è entrato in polizia, dove ha intrapreso una particolare formazione anticrimine e antiterrorismo. In seguito, ha ripreso gli studi approfondendo alcuni valori liberali, si è occupato del supporto esterno alla sicurezza di Papa Giovanni Paolo II e ha fornito sostegno alle scorte dei giudici nel maxi-processo contro la mafia istruito da Falcone e Borsellino. Negli anni ha maturato un personale pensiero politico e un ideale di società basato sulla laicità, sulla liberalità e sulla reale forza della felicità.