ARTE SELLA | Velasco Vitali. Sabìr | 31 agosto 2024 – Borgo Valsugana

Velasco Vitali, Sabìr, studi, 2023-2024

Velasco Vitali, Sabìr, studi, 2023-2024 Arte Sella
presenta Velasco Vitali
Sabìr
 Un’installazione site specific pensata per il parco,che ricorda il profondo legame, rappresentato dal Mar Mediterraneo,tra Oriente e Occidente dal 31 agosto 2024  OPENING
31 agosto 2024, ore 15.00
Borgo Valsugana, 29 agosto 2024. Nel trentottesimo anno dalla fondazione, Arte Sella presenta Sabìr, installazione concepita dall’artista Velasco Vitali per il parco d’arte di Borgo Valsugana in Trentino, sabato 31 agosto 2024. Il Sabìr era il linguaggio dei corsari, una lingua franca che, come un ponte verbale, parlavano tra loro i marinai nei porti del Mediterraneo, da Oriente a Occidente; l’artista lo ha scelto come titolo per la sua opera che, con la sua struttura semicircolare, cita quelle cupole che furono, e sono ancora oggi, una delle forme architettoniche più diffuse nell’area mediterranea, segno riconoscibile di molte capitali e porti d’Europa.La cupola di Vitali, segno identitario grazie a questa memoria, emerge da una duna di sale, in un contesto di abeti e strati rocciosi: una forma che è un ponte culturale tra Oriente e Occidente, tra passato e modernità. Per Sabìr Velasco Vitali si è ispirato alle cupole mediterranee che, dal XV secolo, sono impreziosite da tegole in maiolica colorata: i loro cromatismi vengono ripresi dipingendo le scandole di larice, tipiche dei rivestimenti delle costruzioni alpine, con i luminescenti colori della ceramica mediterranea, dai toni del blu del mare ai rosati della luce dell’alba, provando a ricordare quell’impronta culturale che da Oriente ha intriso per secoli le coste dell’intera Europa. Tra le 6000 scandole dipinte che ricoprono Sabìr, l’artista ne ha inserite 20 di legname, anomale e neutre, provenienti da un barcone, rinvenuto nel 2013 sulle rive di Lampedusa. Un relitto abbandonato dal quale sono state ricavate, grazie a Fondazione Casa dello Spirito e i detenuti del carcere di Opera, le venti tegole integrate nell’opera: un segno che racconta una memoria antica, un passato glorioso e nello stesso tempo una contemporaneità amara.