Audizione dei rappresentanti di LeccePedala per la petizione Lecce30

Iniziato questa mattina a Palazzo Carafa l’esame della petizione presentata

dal movimento di cittadinanza attiva LeccePedala con il sostegno di 40 associazioni e realtà sociali

“Troppi incidenti in centro e sui viali

Con Lecce30 una città sicura per tutti”

“Sui viali più attraversamenti rialzati e pannelli dissuasori della velocità”

“È ora di cambiare le abitudini per muoversi in città”

“Il cammino verso Lecce città 30 è una strada obbligata se vogliamo vivere in una città di respiro europeo che punti sulla mobilità attiva e sostenibile”: è quanto hanno affermato questa mattina gli esponenti di LeccePedala a Palazzo Carafa nel corso dell’audizione della Commissione consiliare Traffico Trasporti, Mobilità, che ha segnato l’avvio del cammino istituzionale della petizione per Lecce30 per la quale sono state raccolte oltre 1.300 firme. Dopo la fase dell’ascolto, la proposta sarà portata all’esame del Consiglio comunale, così come pèrevede lo Statuto.

Nella petizione si chiede di “fissare al 1° gennaio 2026 l’attuazione di Lecce30, estendendo il limite di velocità di 30 km/h a tutte le strade locali urbane possibili secondo le norme e le direttive in essere, esclusi gli assi di scorrimento urbano, e adottando nel contempo e progressivamente una serie di misure collaterali”.

“Con Lecce30”, ha detto Adriana De Carlo, portavoce di LeccePedala e presidente di Fiab Cicloamici Lecce, “portiamo avanti un progetto dallo sguardo lungo con l’ambizione di trasformare l’ambiente urbano grazie alla mobilità sostenibile, facendo tesoro delle esperienze già in atto in Italia e in Europa. La nostra è una battaglia pragmatica che parte dalla necessità di restituire sicurezza all’ambiente urbano perché non è accettabile che negli ultimi dieci anni sulle strade del territorio comunale ci sia una media di 4 morti e 416 feriti l’anno. E questo è un tema su cui mi auguro che non ci siano distinzioni partigiane”. In modo particolare Adriana De Carlo ha sottolineato l’esigenza di partire dalle scuole con l’estensione delle esperienze delle “strade scolastiche” in modo da mettere in sicurezza i ragazzi riducendo la congestione veicolare.

“Il progetto di Lecce30 non è un mero limite di velocità ma una sfida per rendere più vivibile la città ridisegnando lo spazio urbano sotto il segno dell’inclusività, con l’attenzione rivolta ai soggetti deboli: ai diversamente abili e agli anziani, ai pedoni e ai ciclisti dobbiamo restituire sicurezza, come purtroppo confermano gli incidenti di questi giorni in centro e sui viali, per fare in modo che possano scegliere la mobilità attiva e non siano costretti a muoversi con le auto”, ha affermato Roberto Guido, di LeccePedala, “Nell’attesa di realizzare un progetto complessivo, si potrebbe iniziare dalla straordinaria occasione offerta da progetti come la riqualificazione dei viali della città, prevedendo un maggior numero di attraversamenti pedonali rialzati, pannelli dissuasori della velocità e restringimenti di carreggiata laddove spesso e volentieri oggi si supera abbondantemente il limite di 50 km/h”.

“È possibile modificare le abitudini per rendere la città più inclusiva e a misura delle persone. Lecce non ha potenzialità inferiori a quelle delle tante città europee ed italiane che hanno compiuto con successo questo percorso”, ha detto Paolo Vannelli, di LeccePedala, spiegando che nella sezione Faq del sito www.Lecce30.it c’è una risposta puntuale a tutte le perplessità che possono sorgere, sulla base delle esperienze ormai collaudate in Italia e in Europa.

“Non c’è alcun pregiudizio ideologico, c’è tutto l’interesse ad analizzare una proposta come questa di Lecce30 per una città vivibile per tutti”, ha affermato da parte sua il presidente della Commissione consiliare Mobilità Luigi Quarta Colosso, sottolineando come l’amministrazione sia impegnata ad affrontare il tema dei parcheggi (per far fronte all’afflusso quotidiano di oltre centomila auto tra pendolari e turisti) e quello del sistema di trasporti pubblici, strettamente legati al tema. “Assicuro”, ha concluso, “un particolare impegno da parte di tutti noi nell’esame della petizione”.

Nel corso del dibattito sono intervenuti anche il consigliere Sergio Della Giorgia che ha spiegato come sia fondamentale la riduzione della velocità per evitare gravi conseguenze degli incidenti e come la mobilità possa trasformarsi in un’occasione salutare; il consigliere Marco De Matteis, che ha sottolineato come il progetto di Lecce30 punti ad azioni per elevare il bene comune e la sicurezza di tutti; il consigliere Paolo Cairo, che ha chiesto chiarimenti sulla provenienza dei dati relativi a Lecce; il consigliere Paolo Foresio, che ha invitato a proseguire il lavoro di ascolto delle associazioni su questo tema prima di discutere la petizione in Consiglio comunale.

Sono oltre 1.300 le firme dei cittadini che hanno sottoscritto la petizione popolare per chiedere che Lecce diventi una città 30. La petizione corredata dalle firme è stata consegnata al Comune di Lecce nel luglio scorso, nel corso di un incontro a Palazzo Carafa con la sindaca Adriana Poli Bortone.

La campagna per la raccolta di firme, partita nel marzo scorso, è stata promossa dal movimento di cittadinanza attiva LeccePedala a cui ha aderito un cartello di ben 40 associazioni e realtà sociali della città, ed è nata nel solco dell’esperienza di 30logna, all’interno del network Italia30 cui aderiscono movimenti e associazioni di una decina di capoluoghi.

La petizione è motivata innanzitutto dalla necessità di elevare la sicurezza sulla rete di strade cittadine e di strappare Lecce dalla morsa del traffico, rendendola effettivamente accessibile. È bene ricordare che nel Comune di Lecce, dal 2014 al 2023 nell’intero territorio comunale si sono registrati 40 morti e 4.158 feriti in 4.198 incidenti stradali. La media di 4 morti e 416 feriti all’anno è sottostimata perché sono inclusi gli anni di lockdown. Tra il 2014 e il 2023 nel territorio comunale sono stati coinvolti negli incidenti 748 pedoni (8 morti e 696 feriti) e 454 ciclisti (3 morti e 411 feriti). Un prezzo che i promotori della petizione ritengono inaccettabile.

È bene ricordare che dai recenti dati diffusi dal rapporto Inrix Global Traffic che prende in esame i comportamenti degli automobilisti secondo i dati gps, nel 2023 la situazione di congestione del traffico a Lecce è peggiorata rispetto all’anno precedente con ben 22 ore perse prigionieri fermi in auto (in aumento di ben il 7 per cento), mentre la reale velocità media delle auto nell’area urbana non supera i 21 km/h. Un motivo in più per evitare inutili e pericolose accelerazioni.

La campagna Lecce30 è stata sostenuta attraverso il sito www.lecce30.it, che riporta dati e statistiche scientifiche a sostegno della città 30 con espliciti riferimenti anche alla realtà urbana di Lecce, e qui c’è una risposta a tutti i dubbi sollevati dal dibattito che si è aperto sui temi della mobilità sostenibile. Hanno sottoscritto la petizione: Fiab Lecce Cicloamici, Legambiente Puglia, Arci, Adoc Lecce, Fai delegazione di Lecce, Soroptimist International Club Lecce, Sale della Terra, Link, Udu, Salento Bici Tour, Veloservice Lecce, CPK Lecce, Ciclofficina Onza Onza, Città Fertile, Salento E-Cycling, Lupi del Salento, Tortuga Mtb, Teatro Koreja, Associazione Opera Prima, Db d’essai, Camera a Sud/Crocevia, Mollare Mai, Fondazione Div.ergo onlus, Costruiamo Inclusione, PosSiamo aps, Life Walking, Fucina Salentina, Tagghiate Urban Factory, Oikos, Todo Modo, Rione Santa Rosa aps, Metamor Architetti e Associati, LUA Laboratorio Urbano Aperto, Vulcanicamente, Anief Unisalento, Cobas Unisalento, Manifatture Knos, Km97