La Terapia Intensiva Neonatale del presidio di Bari-Carbonara ha una speciale vocazione per l’assistenza ai nati prematuri di età gestazionale e peso molto bassi: nel 2023 sono stati assistiti 50 neonati di peso inferiore ai 1500 grammi, spesso affetti da grave patologia, un’esperienza molto forte per le famiglie e anche per gli operatori sanitari che se ne prendono cura
Bari, 22 luglio 2024 – Nascere e immediatamente passare in Terapia Intensiva Neonatale è un’esperienza fortissima per tutti i neonati e specialmente per i prematuri che spesso devono lottare per superare gravi patologie, ma anche per mamme e papà alle prese con una prova difficile e dai risvolti spesso ignoti. Anche medici e infermieri chiamati ad assicurare cure e terapie a pazienti fragilissimi, necessitano di un supporto competente.
Di qui la necessità della Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale “Di Venere” di Bari, particolarmente votata all’assistenza di neonati pretermine di peso ed età gestazionale molto bassi, spesso affetti da patologie gravi e croniche (nel 2023 sono stati assistiti 50 neonati di peso inferiore/uguale a 1500 grammi, sui 191 complessivi trattati in intensiva), di garantire ai genitori dei piccoli pazienti e agli operatori sanitari che se ne prendono cura, un servizio che rappresenta un valore aggiunto all’interno di una struttura che, tra Utin e Neonatologia, gestisce annualmente circa 500 casi.
Nasce così lo “Spazio di ascolto psicologico alle emozioni di chi dona e riceve le cure” inaugurato quest’oggi dalla dr.ssa Flavia Petrillo, direttore f.f. della UTIN dell’Ospedale Di Venere e dal direttore sanitario della ASL Bari, Luigi Rossi, assieme al direttore medico di presidio Maurizio Marra, al direttore del Dipartimento Gestione Avanzata Rischio Riproduttivo e Gravidanza a Rischio dott. Paolo Volpe, alla presidente dell’associazione Bimbintin onlus, dr.ssa Tiziana Pepe, alla psicologa e psicoterapeuta dr.ssa Francesca Cocciolo nonchè operatori sanitari e genitori di neonati ricoverati.
«Il sostegno piscologico, che è fatto di competenze specialistiche ma anche di profonda umanità – commenta Rossi – sono certo che potrà offrire alle famiglie, e di riflesso anche ai neonati ricoverati, una qualità delle cure e un livello di assistenza ancora più elevate, come è nello spirito e nella missione della nostra azienda sanitaria, a maggior ragione quando si rattano pazienti così fragili. In più, e per questo vanno ringraziati tutti, qui si tocca con mano il grande impegno e si respira un bel clima di collaborazione tra operatori e associazione, così come si avverte la particolare sensibilità dei genitori che nell’UTIN affrontano un’esperienza che lascerà il segno nelle loro vite».
Il nuovo servizio è stato promosso e sostenuto dall’associazione genitori Bimbintin Onlus: «Dal 2017 affianchiamo la TIN – sottolinea la dr.ssa Pepe – supportandola sia con l’acquisto di nuove tecnologie che con l’organizzazione di servizi e percorsi formativi dedicati agli operatori della TIN. Anche quest’ultimo progetto, della durata di tre anni, è stato realizzato grazie alla generosità dei nostri donatori».
Il progetto è stato elaborato dalla stessa dott.ssa Petrillo e dalla dott.ssa Francesca Cocciolo, che si occuperà di fornire il supporto psicologico alle famiglie e al personale TIN. «Il ricovero in TIN – spiega la psicoterapeuta – rappresenta un’esperienza fortemente dolorosa e traumatica nella vita di una famiglia e provoca una “frattura” alla relazione intima avviata in gravidanza tra quel genitore e quel bambino: per questo risulta fondamentale accompagnare e sostenere il processo di transizione alla genitorialità bruscamente interrotto dall’evento nascita».
Un “travaglio” personale che coinvolge, inevitabilmente, anche tutti coloro i quali professionalmente ruotano attorno alla Terapia Intensiva: «L’obiettivo per il personale – sottolinea la dott.ssa Petrillo – è di supportare gli operatori nel difficile compito di gestire le emozioni dei genitori, nonché favorire una convivenza serena tra genitori e operatori sanitari con lo scopo finale di aderire alle raccomandazioni internazionali che prevedono, nel rispetto del diritto del neonato ricoverato in terapia intensiva, di dare l’accesso h 24 in TIN ai genitori».