Al via il programma “latte nelle scuole” per promuovere il consumo di prodotti lattiero caseari presso gli alunni delle scuole primarie, ma serve che nelle mense dei bambini arrivino solo prodotti 100% Made in Italy e garantiti in termini di qualità e sicurezza. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione al programma di educazione alimentare del MASAF grazie al quale fino al 13 marzo i produttori del settore lattiero-caseario, le loro associazioni, cooperative o consorzi, potranno presentare i progetti.
Si tratta di un’iniziativa importante perché avviare l’educazione alimentare nelle scuole consente di formare i consumatori del domani per metterli nelle condizioni di effettuare scelte alimentari più consapevoli, non solo attraverso la fornitura e distribuzione dei prodotti, ma anche per azioni di educazione alimentare, dai corsi di degustazione alle visite nelle fattorie.
Va garantita la stabilità del settore lattiero – caseario che ha un’importanza per l’economia regionale ma anche una rilevanza sociale e ambientale – insiste Coldiretti Puglia – perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate.
Bisogna arrestare la emorragia di stalle in Puglia, passate da 2.311 a dicembre 2019 alle 1.978 a giugno 2023, una perdita di 333 allevamenti causata dall’aumento dei costi di produzione e gestione, a cui non corrisponde più una equa remunerazione del prezzo del latte alla stalla, che non può andare sotto i costi di produzione calcolati da Ismea, quando nella forbice tra produzione e consumo ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da assicurare ai consumatori, per cui anche l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia aveva annunciato controlli stringenti lungo la filiera lattiero – casearia, un pugno duro necessario a mettere freno allo scenario critico sul prezzo del latte che si è nuovamente venuto a creare in Puglia, mentre il prezzo del latte spot, normalmente un acquisto momentaneo per sopperire alla mancanza di latte.
Da difendere secondo la Coldiretti Puglia c’è un sistema composto da 2mila stalle da latte pugliesi che garantiscono una produzione di 108.000 tonnellate di latte che esprime un valore di oltre 130 milioni di euro e oltre 40.000 tonnellate di formaggi che alimenta una catena produttiva lattiero-casearia regionale, o di euro ed occupa oltre 6.000 persone fra occupati diretti e indotto con una ricaduta positiva in termini di reddito e coesione sociale.
In pericolo c’è in Puglia un patrimonio di formaggi unico al mondo – riferisce la Coldiretti regionale – dove la Fattoria Puglia assicura un decisivo presidio di un territorio dove la manutenzione è assicurata proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali e un patrimonio dell’agroalimentare Made in Italy che in Puglia vanta ben 4 formaggi DOP, la burrata di Andria IGP e 17 specialità riconosciute tradizionali dal MIPAAF, con le specialità provenienti dalla Puglia come il Canestrato leccese, il Caciocavallo podolico Dauno, il Caciocavallo della Murgia.
La chiusura di un’azienda zootecnica significa anche che non riaprirà mai più, con la perdita degli animali e del loro patrimonio genetico custodito e valorizzato da generazioni di allevatori. Per questo è necessario intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro, conclude Coldiretti sottolineando che occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.