“Mostruosamente Villaggio” è il titolo del documentario di Valeria Parisi presentato stamattina al Teatro Petruzzelli in anteprima sulla messa in onda stasera, in prima serata, su Rai 3. Un ritratto a tutto tondo della vita e della carriera del grande attore genovese, ricostruita attraverso spezzoni di film, apparizioni televisive, fotografie, interviste, le testimonianze di personaggi che lo hanno conosciuto o hanno lavorato con lui come il regista Neri Parenti, Ricky Tognazzi, la figlia Elisabetta e il figlio Pierfrancesco, la moglie Maura, Diego Abatantuono, Alessandro Gassman, Cochi Ponzoni, Milena Vukotic e altri ancora, con Luca Bizzarri a fare da raccordo tra i vari momenti del documentario che mette in luce i tanti aspetti di una personalità poliedrica che va ben aldilà dei personaggi da lui interpretati per il piccolo e per il grande schermo. La regista Valeria Parisi, Elisabetta Villaggio, Ricky Tognazzi e Neri Parenti sono tornati a parlare della straordinaria carriera di Paolo Villaggio nell’incontro che ha seguito la proiezione, moderato da Alberto Crespi. “Questo lavoro – ha spiegato Valeria Parisi – nasce da una serie di incroci all’interno della casa di produzione nella quale lavoro da tanti anni, la 3D di Didi Gnocchi. Decisivo è stato l’apporto di Elisabetta, che ha sceneggiato il documentario con Paola Jacobbi e Fabrizio Corallo, e che ha messo a disposizione alcune riprese che aveva effettuato nel 2006 con una piccola telecamera, compresa un’intervista inedita fatta da suo nipote Andreas“. “Fu molto difficile convincerlo a farsi intervistare – ha detto Elisabetta Villaggio – mi concedeva solo qualche minuto qua e là, a Roma per l’intervista e la ripresa fuori dal locale di cabaret dove lo fece esordire Maurizio Costanzo e poi a Genova, dove stava recitando in teatro, e dove volle parlare solo fuori campo, a commentare i luoghi che visitavamo. Con questo documentario ho coronato il desiderio che covavo da anni di raccontare mio padre in maniera più intima, come pure avevo già fatto nel mio libro “Fantozzi dietro le quinte””. Neri Parenti ha diretto Paolo Villaggio in ben 18 film. “L’ho conosciuto sul set di “Tre tigri contro tre tigri” dove ero aiuto regista. Poi quando, non so perché, si ruppe il sodalizio con Luciano Salce che aveva diretto i primi due film di Fantozzi, si rese necessario che per il terzo film, che voleva dirigere lui stesso, fosse affiancato da qualcuno più esperto di lui nella regia. Dalla Titanus, che produceva il film, gli fecero il mio nome e lui disse che mi conosceva e che gli andavo benissimo. Cosi andai a casa sua e quando mi vide disse “Che ci fai tu qui?”. Gli spiegai il motivo della mia visita e lui: “Ma lo sai che credevo che tu fossi un altro?”. Stavo per andarmene quando mi fermò: “Vabbè, visto che ormai sei venuto, il film lo fai tu!”. Molto presenti nel documentario, come pure nei ricordi di Ricky Tognazzi, le figure di Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, che furono grandi amici di Paolo Villaggio come pure Fabrizio De André, con la testimonianza di Dori Ghezzi. Ma c’è anche quella di un altro grande amico come Adriano Panatta, cui è legato un aneddoto raccontato sul palco del Petruzzelli da Ricky Tognazzi. “Un giorno Paolo e mio padre andarono a Montecarlo per seguire un torneo di Panatta. Dopo che lui aveva vinto la semifinale, lo invitarono ad andare a cena con loro ma lui declinò, dicendo di volere riposare prima della finale. Così andarono a cena loro due ma poi gli telefonarono, a mezzanotte, e lo convinsero a uscire. Ed è così che Panatta perse poi la finale a causa loro!”. Sulla scelta di Luca Bizzarri come “guida” del documentario, Valeria Parisi: “Avevamo altri nomi in testa ma poi la scelta è caduta su di lui perché genovese come Villaggio, perché suo grande ammiratore e perché Paola Jacobbi lo conosceva bene, così che ha potuto scrivere il testo su di lui”. Tra le varie curiosità presenti nel documentario, il fatto – confermato da Elisabetta Villaggio – che il personaggio di Fantozzi dovesse essere inizialmente interpretato da Ugo Tognazzi oppure da Renato Pozzetto. E sul rapporto con l’attore, ancora Neri Parenti: “I film di Fantozzi li scrivevo insieme a due grandi sceneggiatori come Leo Benvenuti e Piero De Bernardi. Un giorno spediamo un copione a Paolo che si trovava in Sardegna e poi cerchiamo più volte di contattarlo al telefono per sapere cosa ne pensava, ma lui non rispondeva mai. Dopo alcuni giorni finalmente risponde e mi dice: “Ho letto la sceneggiatura, ci sono delle cose che non mi piacciono”. E io: “Va bene, parliamone. Però non toccare la scena del cavallo bianco, mi raccomando. Lui: “No, no, quella è perfetta’. Ma nella sceneggiatura non c’era nessuna scena con un cavallo bianco!, Capii così che non l’aveva letta. A quel punto ci accordiamo per vederci a Roma, dove sarebbe arrivato il giorno successivo. Vado in aeroporto e lui mi fa: “Ho letto la sceneggiatura in volo, va bene così”. Poi si volta e va a riprendere l’aereo per tornare ad Olbia!”. |