Nell’ambito della strategia regionale “PugliaSocialeIN, finalizzata alla promozione dell’innovazione sociale e allo sviluppo dell’economia sociale in Puglia, la Regione Puglia ha invitato, nel 2021, i sei Comuni capoluogo, tra cui Bari, a partecipare a una procedura negoziale per candidare proposte progettuali plurifondo (FESR ed FSE) finalizzate al potenziamento infrastrutturale e dei servizi degli Hub di innovazione sociale, a valere su risorse finanziarie del POR Puglia FESR FSE 2014-2020 – Asse IX – Azione 9.3 “Interventi per l’innovazione sociale”.
Il Comune di Bari ha candidato il Progetto Bari Community HUB (BCH), ammesso a finanziamento per un valore di € 2.173.908,63 (FESR € 1.498.908,63, FSE € 675.000), che mira a riqualificare e rafforzare i due Community Hub a titolarità del Comune, Spazio13 nel quartiere Libertà e l’Accademia del Cinema di Enziteto nel quartiere San Pio, prevedendo interventi di rifunzionalizzazione e ammodernamento degli ambienti e delle dotazioni tecnologiche e un rilancio complessivo dei servizi, per ampliarne e qualificarne la fruizione e migliorarne le performance, non solo in termini di offerta e di sviluppo ma anche di apertura ai quartieri e di sostenibilità gestionale.
In particolare, per quanto concerne la parte FESR, su Spazio13 il Comune ha previsto un intervento generale di riqualificazione dell’hub sotto il profilo impiantistico e architettonico e una riorganizzazione funzionale dei cinque livelli della struttura migliorando la fruizione sociale degli spazi pubblici esterni, per garantirne una maggiore apertura e permeabilità al quartiere.
Spazio13, nato dalla riconversione della ex scuola media Melo da Bari, dalla sua nascita nel 2017, non è mai stato oggetto di interventi di ristrutturazione e sconta una vetustà di tipo estetico (l’aspetto di una vecchia scuola degli anni ’60), ma soprattutto di tipo impiantistico e spaziale. Inoltre non è presente un’area realmente pubblica di transito nel CH che possa fungere da spazio di aggregazione per i residenti del quartiere e gli spazi esterni appaiono inadeguati all’uso, spogli e dequalificati.
L’intervento Bari Community Hub, grazie al sostegno di Regione Puglia e a un cofinaziamento di 1 milione su fondi Pon Metro del Comune di Bari, mira a colmare questi gap non modificando la struttura ma agendo sulla sua forma estetica, fisica e impiantistica.
Il nuovo assetto spaziale prevede di destinare il piano interrato al making per la produzione di oggetti con macchine a controllo numerico con un fablab e un laboratorio di falegnameria a forte vocazione didattica. Al piano rialzato troveranno posto lo spazio per eventi e un open space molto flessibile destinato allo studio e a ospitare incontri culturali e riunioni. Il primo piano sarà destinato completamente alla didattica, in coerenza con la visione originaria “From School to School” di Spazio13, orientata alla formazione, mentre il secondo piano accoglierà attività orientate alla didattica e uno spazio lettura a scaffale aperto. Il terzo piano, oltre ad ospitare gli ambienti in cui opera la galassia di soggetti che popolano Spazio 13, accoglierà funzioni quali laboratori formativi del food, bistrot, di roasting e di bar tending e laboratori per la produzione e la ricerca nel segmento dell’hospitality, assieme a sale riunioni e spazi comuni.
L’intervento prevede anche l’eliminazione di tutte le barriere architettoniche rendendo l’hub un luogo pienamente accessibile e aperto al quartiere. Il progetto prevede, infine, numerose soluzioni architettoniche che adegueranno l’edificio agli standard europei, con spazi modulabili, ambienti ampi e una grande vetrata che connetterà il piano rialzato al cortile, costituendo un continuum spaziale che caratterizzerà l’hub e il suo dialogo con il quartiere Libertà.
Contestualmente, sul fronte dei servizi, la proposta BCH ha selezionato in co-progettazione una rete di realtà locali che operano nell’hub, per accompagnare questo cantiere di trasformazione attraverso iniziative di formazione, attivismo urbano, coinvolgimento di operatori e residenti, auto-recupero di spazi e partecipazione.
La proposta selezionata, promossa da 7 realtà di quartiere costituite in ATS (Associazione Tou.Play, LAN – Laboratorio Architetture Naturali, Cooperativa A.L.I.C.E., Istituto Salesiani Redentore, G.E.P. – Gruppo Educhiamoci alla Pace, Centro di Servizio al Volontariato San Nicola, Associazione Opificio Sociale delle Idee) ha il nome di “Cantieri Spaziali: Persone Progetti Possibilità” e, coerentemente con la mission di educazione non formale, originaria dell’hub, mira a consolidare l’ampia rete di partenariato generata negli anni dentro e fuori Spazio13, ampliando l’offerta di opportunità per i giovani e i residenti attraverso iniziative laboratoriali, di formazione e di animazione.
A partire dal suo avvio, nel mese di giugno, Cantieri Spaziali ha già attivato 23 attività formative per un totale di 401 ore, con 200 utenti coinvolti attraverso metodi formativi innovativi in grado di generare competenze e un approccio disciplinare articolato su più livelli: creatività, tecnologia, ecologia, management, progettazione e imprenditorialità. Nei prossimi giorni partiranno altrettanti percorsi che coinvolgeranno più di 300 utenti in percorsi gratuiti presso ile sedi dei soggetti partner.
Il programma, che alterna lezioni frontali in aula e workshop, residenze, testimonianze e visite studio, è strutturato su tre linee direttrici: “Arte e Cultura”, “Making e Artigianato” e “Innovazione sociale”. Si rivolge a un target compreso tra i 14 e i 35 anni e le proposte sono costruite e organizzate per tre fasce d’età: 14/18 anni, 18/25 e 25/35, con attività mirate e suddivise in base a interessi, obiettivi e necessità.
I destinatari diretti del progetto successivamente assumeranno il ruolo di “ambasciatori” delle attività di Cantieri Spaziali, generando un effetto contagio sul quartiere e la città.
“Dall’anno in cui ci siamo insediati, nel 2014 – ha sottolineato l’assessora alle Politiche giovanili Paola Romano in apertura della conferenza stampa di questa mattina – abbiamo messo al centro della nostra azione amministrativa i giovani della città con le loro esigenze di studio, sociali e le legittime aspettative culturali e di crescita, in un contesto urbano del Mezzogiorno fortemente segnato da un costante fuga di cervelli al nord Italia o all’estero, una significativa presenza di NEET (giovani che non studiano né lavorano) e una profonda crisi motivazionale.
Da un’indagine condotta a inizio mandato, su un campione di 1.500 giovani tra i 18 e i 35 anni, abbiamo registrato una forte esigenza di orientamento e lavoro, un desiderio di partecipazione politica e culturale alla città e un bisogno di spazi pubblici in cui coltivare il proprio talento, in maniera informale e collettiva.
Da queste evidenze hanno preso forma politiche di innovazione come BA29, che ha consentito a 500 giovani di misurarsi in esperienze di stage aziendali e occupazionali, URBIS, che ha favorito la creazione di 86 nuove imprese giovanili nell’ambito sociale e culturale, o sperimentazioni come Bari Blue Growth e BABEle, Bari Innovazione Sociale (BIS), finanziate da ANCI e dal Dipartimento della Funzione Pubblica, per rimotivare i giovani fuoriusciti dalle filiere formative e del lavoro.
Al centro di questa strategia di empowerment giovanile, il ruolo dei Community Hub è centrale, perché rappresentano i luoghi elettivi dell’aggregazione giovanile e consentono di creare, all’interno delle città, community professionali informali per condividere idee, competenze e risorse, specie nei quartieri più fragili e periferici della città, come il Libertà.
In questi anni Spazio13, grazie all’impegno delle associazioni che lo abitano, ha rappresentato proprio questo: ha attratto capitale umano dal quartiere, dall’intera città e area metropolitana e l’ha moltiplicato, prodotto cultura e spazio di critica, offerto servizi come lo sportello per migranti o l’avvocato gratuito per minori di Save the children, dato ai più piccoli possibilità di gioco e aggregazione, offerto semplicemente un luogo dove gli adolescenti possono ritrovarsi. L’energia delle persone ha reso questo spazio vetusto un luogo bello. Ora è il momento di migliorare questo luogo e di abbattere le barriere architettoniche presenti, ma al tempo stesso di avvicinare tante altre persone con i percorsi di formazione informale.
In questo quadro di rinascita sociale, culturale ed economica dell’universo giovanile, la collaborazione tra il Comune di Bari, la Città Metropolitana di Bari e la Regione Puglia è cruciale, perché consente ai giovani di muoversi dentro un ecosistema più ampio e regionale, in cui poter disporre di risorse e network più ampi. Non a caso Spazio13 è accreditato come uno dei sessanta i nodi della Rete regionale delle politiche giovanili “Galattica”.
“Attraverso il finanziamento di hub di innovazione sociale abbiamo voluto favorire da un lato soluzioni dal punto di vista del potenziamento delle infrastrutture e delle attrezzature, dall’altro il miglioramento delle condizioni di accessibilità ai servizi innovativi da parte dei cittadini – ha dichiarato l’assessora al Welfare della Regione Puglia Rosa Barone -. Abbiamo inteso, inoltre, sostenere esperienze di contatto con il mondo del lavoro per giovani professionisti inoccupati e stimolare l’animazione di spazi pubblici per i cittadini. Il fine comune è promuovere la coesione sociale”.
“Nel 2017, anno in cui Tou.Play ha partecipato alla fondazione di Spazio13 – ha spiegato Giacomo Carlucci, coordinatore del progetto “Cantieri Spaziali” – abbiamo promesso di lavorare sempre con un duplice obiettivo: renderlo un punto di riferimento per il quartiere Libertà e una palestra di formazione per la community che lo popola, un luogo sicuro dove allenare e sviluppare competenze. Cantieri Spaziali è un progetto che abbiamo immaginato insieme a tutti i partner e plasmato come un’opportunità per valorizzare e diffondere sul territorio le competenze sviluppate e consolidate negli anni di lavoro a Spazio13, oltre che ulteriore momento di crescita per tutta la community legata a questo hub. Vogliamo lavorare sul livello della qualità dell’offerta al territorio attraverso l’adozione di un modello di governance partecipato e condiviso tra gli enti del terzo settore coinvolti, le risorse umane ad essi legate e le professionalità presenti nella community di riferimento”.
“Con il progetto Spazio13 – ha commentato Serena Defilippo, coordinatrice del progetto “Cantieri Spaziali” – da ormai 6 anni stiamo attuando interventi sul territorio che possono migliore la qualità della vita degli abitanti del quartiere. Abbiamo ascoltato istanze e bisogni cui spesso è difficile dare una risposta concreta e immediata, ma non per questo viene meno il nostro impegno nel provarci. Ci auguriamo che Cantieri spaziali e tutte le progettualità che hanno luogo a Spazio13 possano essere una reale risposta ad alcuni dei bisogni che abbiamo intercettato negli anni, come la necessità di socializzazione, di orientamento al lavoro e creazione di valore sul territorio”.
Il programma delle attività
· 05/09/23 Produzione culturale, “Love me”
· 06/09/23 Produzione culturale, “Rap Lab”
· 20-26-27/09/23 Innovazione sociale, “Tecniche di Problem Solving”
· 30/09/23 Produzione culturale, “Fondamenti di Identità Visiva”
· 9-10/10/23 Innovazione sociale, “Kaizen: il cambiamento a piccoli passi”
· 9/10/23 Produzione culturale, “Direzione Artistica e Promozione del tuo progetto Musicale”
· 16-18/10/23 e 20-22/11/23 Innovazione sociale, “Drammaturgia dell’evento”
· 06-07-08/11/23 Innovazione sociale, “Guida all’Utilizzo di CANVA: crea il tuo progetto personalizzato”.
Cosa sono i Community Hub
Nati nelle grandi città europee da occasioni di riuso di spazi pubblici sottoutilizzati o dismessi (come nel caso delle due ex scuole che oggi ospitano Spazio13 e l’Accademia del Cinema dei Ragazzi – al centro del progetto BCH), i CH rappresentano una straordinaria opportunità di riconversione funzionale di edifici abbandonati, proponendosi nei quartieri fragili come luoghi di ricerca, azione, contaminazione ed elaborazione condivisa di nuove forme di socialità e di pratiche sperimentali giovanili.
I CH sono tendenzialmente spazi ibridi (ospitano una molteplicità di servizi e attori), trans-settoriali (welfare, formazione, lavoro, produzione culturale), aperti e informali (stimolano la partecipazione della comunità e la continua fertilizzazione delle idee), comunitari (promuovono forme responsabili di community governance) e hanno come specifico obiettivo quello di elaborare risposte nuove in forma collaborativa ai bisogni e alle istanze del territorio entro cui si insediano.
Una presenza che può favorire su un quartiere sia l’agire dei soggetti che si muovono dal basso sia quello delle istituzioni, stimolando un rapporto circolare di apprendimento tra amministrazioni e organizzazioni che può da un lato favorire nuovi arrangiamenti istituzionali (formali e informali), dall’altro generare processi di upscaling per ampliare progressivamente le richieste e i riconoscimenti del tessuto associativo locale.
La letteratura sull’innovazione sociale a cui il progetto BCH si ispira è quella dei processi di community building e della centralità dei Community Hub dentro la cornice dei programmi di rigenerazione urbana.
In Italia e più in generale in Europa si è assistito a un proliferare di iniziative di innovazione sociale fondate sulla creazione di CH: interamente promossi dall’Ente Locale e focalizzati sull’orientamento lavorativo e la manifattura tradizionale, a totale iniziativa privata nella forma di coworking o incubatori di innovazione aperta, o fondati su esperienze di autorganizzazione, forme di impresa sociale, collettivi informali o patti di collaborazione, i CH agiscono sempre come aggregatori delle istanze dei residenti e talvolta come veri e propri “motori di rigenerazione urbana”, garantendo il coinvolgimento delle famiglie, del terzo settore e dei giovani nelle prospettive di cambiamento.
Complice la crisi economica e dei sistemi di welfare, specie giovanili, i CH hanno assunto la forma di veri e propri luoghi di elaborazione politica, di ricerca, di produzione collettiva e di lavoro per la componente giovanile che ha dimostrato di saper (re)agire come agente di cambiamento sulle città, riattivando spazi fisici senza identità e rivendicando nuovi modi di approcciare i problemi.
Le pratiche professionali e le forme di rivendicazione politica, nei CH hanno saputo mescolarsi dentro una dimensione operativa dell’agire progettuale che ha trovato spazio in un momento di crisi della forma tradizionale dell’investimento pubblico e di welfare urbano.
Spazio13
Spazio13 nasce dalla volontà del Comune di Bari, nel 2017, dalla riconversione della ex scuola media “Melo da Bari”, nel quartiere Libertà, in hub di innovazione sociale, con il sostegno di un Bando ANCI sulla rigenerazione urbana attraverso la creatività.
Il centro si sviluppa su cinque livelli per un totale di circa 2.000 mq, di cui 1.500 coperti e 500 scoperti, e sperimenta dal principio una governance pubblico-privata innovativa che promuove il dialogo tra il Comune di Bari e 13 sigle associative locali, selezionate tramite una call di co-progettazione.
Negli anni, Spazio13 si afferma nel quartiere e nella città come modello virtuoso di scuola informale, aggregando in forma di incubatore di innovazione sociale più di 30 organizzazioni nel campo della produzione musicale, della comunicazione visiva e digitale, dell’arte performativa, della fotografia, del gaming e dell’inclusione attiva di famiglie, bambini, adolescenti e migranti.
“From School to School” era il claim del progetto originario, che negli anni ha saputo affermare un modello di community hub, riconosciuto nel 2017 tra le 97 buone pratiche di innovazione sociale a scala europea dal programma europeo URBACT III.
Il modello di gestione si fonda su un accordo di collaborazione tra il Comune di Bari, l’associazione Spazio13 e la dirigenza della scuola Melo da Bari e la sostenibilità economica è principalmente fondata sulle membership attivate dentro Spazio13 per l’utilizzo degli spazi da parte delle associazioni.
Al piano seminterrato ospita un teatro e uno spazio eventi, al piano rialzato le stanze di hosting e di falegnameria, al primo, secondo e terzo piano un’alternanza di laboratori di didattica informale (design, start-up di impresa, comunicazione visiva e digitale) e spazi specializzati per auto recupero, prototipazione 3D, sale performance e studi di registrazione musicale.
Spazio13 si rivolge principalmente a un’utenza ibrida, tra il non profit e il profit, con un forte dialogo con il mondo associativo giovanile e universitario, che vive il CH come spazio di studio di incontro, di scambio, di co-progettazione, di lavoro, di produzione e di networking.
Il community hub del Libertà ha una natura vocazionale ibrida tra il centro culturale, il contamination centre, il living lab e l’incubatore di idee, con un chiaro orientamento alla formazione, alla ricerca e alla sperimentazione in campo culturale e creativo, specie sulle arti grafiche, del design, della programmazione ICT e delle arti performative (teatro e musica).
L’obiettivo di Spazio13 è quello di costituire una centralità significativa per l’universo giovanile e creativo, dentro il programma di rigenerazione urbana del Libertà.
Non a caso Spazio13 partecipa attivamente alla Rete Civica Libertà ed ha incubato molte delle nuove imprese sociali sostenute dal Bando comunale URBIS che si sono formate sul quartiere e che attualmente risiedono nello spazio.
Maggiori informazioni: https://spazio13.org/