Cinema in libreria. Da anni a Bari si può.
Con la rassegna “Pellicole a colloquio” diretta da un cinefilo di grande passione per la settima arte, Angelo Ceglie, è possibile interagire con incontri sempre emozionanti con attori, registi e produttori.
Ad aprire il mese di settembre per giungere così al suo nono appuntamento annuale è stata la volta di un film che ha presenziato alla poco passata rassegna cinematografica della Mostra di Venezia: “Un giorno perfetto”, pellicola tratta dall’omonimo libro della scrittrice Melania Mazzucco, la quale ha lasciato i diritti d’autore al produttore pugliese Domenico Procacci.
Come i leoni di Davide Ferretti hanno visto sul red carpet la presenza di Isabella Ferrari e del regista Ferzan Ozpetek, anche la Feltrinelli di Bari ha ospitato il regista e l’attrice con la presenza silenziosa del produttore Domenico Procacci lo scorso venerdì. Giunti in orario, i protagonisti si sono prima concessi ai microfoni di televisioni private e giornalisti di carta stampata, poi ad un pubblico che pazientemente ha atteso le varie formalità di circostanza.
Ferzan Ozpetek si è presentato per la prima volta, utilizzando un soggetto, una sceneggiatura già scritta. Ha interagito per i primi venti minuti dell’incontro con la giornalista Antonella Gaeta (Repubblica), la quale ha percorso le tappe della nascita, dell’uscita e delle emozioni che il film insindacabilmente trasmette. Il regista, non nuovo ad una sua presenza a Bari, lo fece con il suo “Saturno Contro”, solo l’anno scorso, ha confermato le sue emozioni e la sua voglia per un film che si allontanasse da una storia da lui stesso raccontata ma che si rifacesse ad una storia scritta da altri.
Il rapporto con la scrittrice Mazzucco, ha spiegato, è stato prolifico a livello intellettuale, e la stessa scrittrice in un primo momento temeva di vedere un film che seguisse di pari passo il suo libro, invece ho visto sullo schermo “Un giorno perfetto” di Ozpetek. È stata la volta dell’attrice Isabella Ferrari, avvenente nella sua semplicità, la quale si ritrova con due film all’attivo in sala, non scordiamo “Il seme della discordia” di Pappi Corsicato, anch’esso reduce dal red carpet veneziano. Due film che vedono due interpretazioni diverse e contrastanti e a parere di molti l’ultimo film citato non renderebbe merito ad un’attrice versatile e sempre emozionante nelle sue varie interpretazioni.
Al di là di tutto è apparsa una Ferrari serena, dolce e che nel suo amare tutto, ama anche quello che il regista gli chiede, come ha raccontato, cercando di riuscire a far parte del suo mondo il più possibile. Una Ferrari che è riuscita a capire l’intento di Ozpetek con il suo lavoro: riuscire a far arrivare il sentimento attraverso il silenzio, gli occhi, attraverso una recitazione molto misurata, molto sofisticata. Un pubblico attento che non ha reso una libreria sotto assedio, ha atteso che la parola fosse poi rivolta a loro con domande, giunte puntuali, dalle più strane, alle più sincere, come quella posta da una giovane ragazza circa il suo rapporto con la morte.
Domanda che ha spiazzato il regista costretto a rispondere in modo evasivo per poi celarsi dietro un “non so”. C’è da dire che alla fatidica domanda, quanti avessero visto il film, ci sono state molte mani alzate, ma nessuno ha posto domande specifiche ai protagonisti. A conclusione si è passato agli autografi di rito, chiesti da una Isabella Ferrari, quasi fosse un diritto da parte di quanti fossero andati lì per apprezzarla.
Anna Furlan