ROLLO: “NON INTERVENTI EMERGENZIALI PER I CAMBIAMENTI CLIMATICI MA STRUTTURALI E A LUNGO TERMINE.
NON PIÙ RINVIABILE UNA LEGGE REGIONALE A SOSTEGNO DEGLI AGGREGATI PER RISPONDERE ALLA FRAMMENTAZIONE DELLE AZIENDE SUL TERRITORIO”
I cambiamenti climatici e gli impatti sulle produzioni agricole e sul pescato, la siccità e la gestione responsabile delle acque, la rigenerazione territoriale dopo il passaggio della xylella, sono stati i temi al centro del congresso regionale di Legacoop Agroalimentare e Pesca che si è svolto oggi a Bari. Temi che saranno riportati al congresso nazionale in programma a Roma il 2 e 3 ottobre prossimo.
“Sui cambiamenti climatici – ha detto il presidente di Legacoop Puglia Carmelo Rollo – i cui effetti stanno dimezzando le produzioni pugliesi, noi siamo convinti che non possono più essere affrontati come delle emergenze. Le richieste di calamità naturali e di indennizzi non bastano a tenere agricoltura e pesca in vita. Non è più il tempo. È arrivato il tempo invece di mettere in campo interventi strutturali, stabilire regole per un progetto di visione che preveda un inizio e un fine lavori. Abbiamo bisogno di progetti di ricerca che abbiano l’obiettivo di migliorare la resistenza delle colture ai cambiamenti climatici, che ci aiutino ad individuare metodi innovativi di produzione sostenibile, coniugare agricoltura e turismo. Stiamo chiedendo a tutti i livelli, nazionale e regionale che si faccia un tavolo con il mondo della ricerca, delle università, delle imprese per affrontare in modo strutturale i cambiamenti climatici, come mitigarli laddove possibile, e come adattarsi ad essi. I produttori non possono essere lasciati soli. A tale riguardo – ha concluso – riteniamo non più rinviabile un moderno quadro normativo che favorisca concretamente l’aggregazione. Con un quadro normativo chiaro e, possibilmente snello che sostenga l’aggregazione, risponderemmo immediatamente all’atavico tema della frammentazione aziendale, alle debolezze strutturali della quasi totalità delle nostre imprese agricole”.
Una richiesta sulla quale ha assicurato il suo impegno l’assessore Donato Pentassuglia che lavorerà in prima istanza con i tecnici del sistema cooperativo per delineare una proposta da portare e sostenere nelle commissioni e in aula prima della fine della legislatura. Sulla forza delle aggregazioni è intervenuta Sara Guidelli, direttore di Legacoop Agroalimentare che invoca sostegno all’innovazione all’interno delle singole cooperative, ma anche in ottica di unioni di cooperative, consorzi, filiere.
Un altro tema emerso è quello degli impatti negativi sulla pesca dell’eolico offshore, il sistema che per produrre energia elettrica usa turbine elettriche impiantate in mare aperto. “Non siamo contro i parchi eolici offshore – ha detto il presidente del Consorzio Mediterraneo Eraldo Rambaldi – ma da recenti studi abbiamo accertato che l’impatto sulla pesca è enorme, ovvero una riduzione delle aree di pesca del 43%. Se pensiamo che in Puglia nel 2023 si contava 1 impianto attivo e 15 progetti già autorizzati, che a distanza di un anno sono già diventati 20, si può ben immaginare come sarà il futuro della pesca in questa regione. Ma il problema è nazionale. Stesso pericolo – ha ribadito – in Sardegna, Sicilia, Calabria, Lazio ed Emilia Romagna”. Dunque il sistema va ripensato tenendo conto non solo del fabbisogno di energia ed evitando di danneggiare comparti che stanno già affrontando i danni alle produzioni dovuti all’innalzamento delle temperature dei mari.
Al centro del congresso anche il tema della difesa della Piana degli Ulivi Monumentali. Non solo un problema di rigenerazione del paesaggio ma di delimitazione dell’area dove insistono le piante infette che se non eradicate rischiano di infettare quelle sane con un danno di patrimonio naturale enorme per la Puglia. Gli agricoltori sono pronti a difendere l’area, ma chiedono alla Regione di delimitarla.
Il comparto agroalimentare di Legacoop in Puglia è rappresentato da 109 imprese 82 agricole e 27 della pesca cui si aggiunge l’operato di grandi cooperative nazionali, con un valore della produzione complessivo di circa 900 milioni di euro annui. I due comparti occupano 1800 lavoratori e vantano 22000 soci.