Bari – Dall’innovazione delle aree portuali al turismo costiero: Puglia, Albania e Montenegro insieme per una blue economy sull’Adriatico

Berlingerio: “Necessaria la sinergia con i popoli dell’Adriatico per individuare tutte le attività che possono rientrare nella blue economy”

È stata dedicata ai settori più rilevanti per l’Adriatico meridionale per favorire l’ecosistema dell’innovazione blu la prima delle due giornate del seminario internazionale di ‘B-VISA 2030’, il progetto Interreg finanziato dal Programma IPA Adriatico Meridionale (Interreg South Adriatic), guidato dalla Regione Puglia – Sezione Ricerca e Relazioni internazionali, con il supporto tecnico di ARTI, che coinvolge partner provenienti da Albania e Montenegro.

Nel corso dell’incontro, moderato da Valeria Patruno (project manager,  ARTI), è stato affrontato il tema dello sviluppo di un ecosistema di innovazione a supporto del trasferimento tecnologico nell’economia blu, con particolare riferimento ai settori delle risorse biologiche marine e delle biotecnologie blu, del turismo costiero e nei settori delle attività portuali. In questo senso è emerso come l’adozione di tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili, come il solare e l’eolico offshore, rappresenta una grande opportunità non solo per ridurre le emissioni di carbonio, ma anche per creare nuovi posti di lavoro.

“Il progetto – come illustrato da Gianna Elisa Berlingerio, Direttora del Dipartimento Sviluppo Economico della Regione Puglia- mira a promuovere azioni congiunte nel settore della Blue Economy tra la Puglia, l’Albania e il Montenegro. L’esigenza di una cooperazione formale tra i tre governi, e non solo tra le imprese coinvolte nel partenariato del progetto, appare evidente. A titolo esemplificativo, si consideri il crescente interesse per l’installazione di impianti eolici offshore di fronte alle coste pugliesi, con richieste che ammontano a quasi trenta giga di potenza. È quindi indispensabile coordinare le esigenze anche dei nostri vicini adriatici e identificare congiuntamente le attività che rientrano nella Blue Economy. Particolare rilevanza assume il turismo costiero, settore di crescente importanza sia per la Puglia che per l’Albania e il Montenegro, insieme ad altre attività marittime quali l’acquacoltura, la produzione di alghe e iniziative di economia circolare legate all’uso di materie prime condivise tra Paesi che si affacciano sullo stesso mare.”

All’iniziativa hanno preso parte anche Silvia Visciano, dirigente della Sezione Ricerca e Relazioni internazionali, che ha organizzato l’incontro con il supporto di ARTI, Carlo Gadaleta Caldarola, project manager ARTI, Matteo Francavilla, professore associato dell’Università di Foggia, Michele Deflorio, ricercatore dell’Università di Bari, Michele De Siati, CEO di WEDS e Viviana Prencipe, direttore dei servizi doganali di Galli&Figlio, nonché stakeholder provenienti anche da Albania e Montenegro.

Mercoledì  2 ottobre (dalle ore 9 alle ore 16, Sala 4 pad. 152) il seminario “The Blue Economy networks: development in the South Adriatic” sarà, invece, l’occasione per discutere dell’importanza del networking, con particolare attenzione alle reti europee e regionali. Infine, un world café aprirà la discussione con le parti interessate e i partecipanti sui temi del seminario.

 Il progetto Interreg B-VISA2030, finanziato dal Programma Interreg IPA South Adriatic, è guidato dalla Regione Puglia – Sezione Ricerca e Relazioni Internazionali e coinvolge partner provenienti da Albania e Montenegro. Il progetto ha l’obiettivo di capitalizzare i risultati delle attività svolte dalla Regione Puglia all’interno del proprio territorio nella definizione della strategia Blue Vision 2030, condividendo le linee guida strategiche definite a livello regionale su scala transfrontaliera e supportando in Albania e Montenegro la definizione di una strategia blu a lungo termine e la creazione di una strategia transfrontaliera congiunta,  per rilanciare i settori della blue economy e migliorare la sostenibilità dell’Adriatico meridionale.