Bari – DCAmolo, dialoghi e confronto sui disturbi del comportamento alimentare – 15 marzo

Venerdì 15 marzo dalle ore 8:30 alle ore 11:00, l’associazione Univox Ets organizza il seminario “DCAmolo: dialoghi e confronto sui disturbi del comportamento alimentare” presso l’Aula 3 del Dipartimento di Economia Management e Diritto d’Impresa, Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Largo Abbazia Santa Scolastica 53.

L’obiettivo principale dell’incontro è offrire un momento di riflessione attiva e condivisa sul tema dei Disturbi del Comportamento Alimentare: è questa una forma di malessere sempre in crescita, definita “psicogena” per sottolineare la profondità del disagio che colpisce l’intera personalità del singolo. Dall’esperienza pandemica si è assistito ad un preoccupante picco di casi di DCA, a partire dalle fasce più giovanili.

DCAmolo: dialoghi e confronto sui disturbi del comportamento alimentare” nasce come proposta seminariale nel contesto universitario in occasione del 15 marzo, Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla. Si tratta di una ricorrenza di profondo valore nel contesto del disagio psico-fisico, dedicata alla sensibilizzazione dei Disturbi del Comportamento Alimentare (in sigla “DCA”).

Intervengono:

  • Paola Perchinunno, docente di Statistica presso l’Università degli Studi di Bari
  • Daniele D’Erasmo, psicologo psicoterapeuta EMDR
  • Floriana Martiradonna, biologa nutrizionista
  • Marco Papalino, psichiatra psicoterapeuta
  • Giuseppe Magistrale, psicologo psicoterapeuta
  • Marigea Cirillo, giornalista e presidente dell’associazione “Il giardino di Lulù”
  • Don Francesco Misceo, delegato diocesano per la Pastorale Universitaria
  • Umberto Sperti, giornalista
  • Marialuisa Lapenna, volontaria dell’associazione “Progetto Itaca – Bari”
  • Erika Vuolo, atleta di powerlifting

Modera:
Serena De Sandi, presidente dell’associazione Univox Ets.

L’evento è realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari, l’associazione di promozione sociale “Univox” ets, l’organizzazione di volontari “Progetto Itaca – Bari”, il “Centro DCA – Centro Disturbi Alimentari – Bari”“PsyIntegra – Centro Clinico di Psicologia e Psicotraumatologia E.M.D.R.” e l’associazione “Il giardino di Lulù”.

Serena De Sandi: “Curiamo questa ferita, chiudiamo la finestra e domani andiamo a comprare un po’ di cioccolata, perché anche questa dà felicità“. Questo è il messaggio della mia psicoterapeuta, dopo averle detto che mi ero fatta del male. Quando ero a Bologna, qualche mese prima che nascesse “Univox”, il cibo era una forma di premio, di star bene, che sentivo di non meritare. Lo specchio era sempre lo stesso, ma ad ogni ora del giorno il mio corpo era diverso. Ero gonfia, con la pelle pendente, piena di ematomi. Solo adesso, se guardo quelle foto, mi rendo conto di quanto io abbia rischiato. Di scomparire, di cancellarmi, di annullarmi. Perché? Perché mi sentivo in ritardo. E questo, alla mia psicoterapeuta, per lettere lo scrivevo. Una volta, in seduta, mi disse: “Non ti farà del male un po’ di cioccolata, Serena. Lo sconfiggeremo, insieme”.

Floriana Martiradonna: “Secondo gli ultimi dati rilevati dal Ministero della Salute in Italia (2021), oggi più di tre milioni di persone soffrono di disturbi dell’alimentazione e della nutrizione: questi disturbi hanno assunto i caratteri di una vera epidemia sociale che costituisce la seconda causa di morte negli adolescenti tra i 12 e 17 anni, dopo gli incidenti stradali”.

Erika Vuolo: Per 12 anni ho sofferto di DCA, passando dal binge eating alla bulimia nervosa. Un giorno ho cercato su internet ‘come perdere peso velocemente’ e ho trovato una dieta. Iniziatala a seguire, nonostante i primi risultati, sono arrivate l’iperattività, la stanchezza fisica e mentale, la difficoltà a concentrarmi, l’amenorrea durata un anno, la perdita di capelli e rinunce su rinunce ad uscite con i miei amici. Mi stavo distruggendo e stavo distruggendo la mia famiglia, avevo allontanato tutti, un po’ per proteggerli, un po’ perché mi vergognavo. Ho iniziato la terapia e ho dato un nome al mostro, prima si chiamava binge eating, poi bulimia nervosa. Mi sono sentita capita. Successivamente scoperto il powerlifing: ‘Il powerlifting non mi ha salvato la vita, ma mi ha dato un motivo in più per viverla’.

L’ingresso è libero e gratuito