Con una falce e un martello Fausto Bertinotti ha intarsiato le lettere per il suo nuovo libro: “Devi augurarti che la strada sia lunga” (Edizioni Ponte delle Grazie, pag. 230, euro 14).
Un saggio che non vuole essere un’autobiografia, bensì il racconto di un’educazione intellettuale.
Con un evento-incontro al mediastore Feltrinelli di Bari, l’ex presidente della Camera dei deputati (2006-2008) ha risposto così alla domanda postagli all’ingresso della libreria, durante un afoso pomeriggio barese, circa il motivo di questo suo libro: “è un tentativo, fatto insieme ad una comunità di donne e uomini che hanno vissuto in rifondazione comunista, per un grande rinnovamento dopo la rottura dentro quella storia e, per costruire una nuova sinistra. E per dar conto a questo tentativo si è provato ad indicare un’educazione sentimentale”.
Quindi nelle pagine si dovrebbe ritrovare la sinistra di oggi.
“La sinistra di oggi- ha continuato l’ex deputato- dovrebbe ritrovare la voglia di ricominciare. Come dico amaramente nel libro avevamo due sinistre, ora, non ne abbiamo nessuna e c’è tanto bisogno di sinistra. Bisogna ricominciare.
La lezione che io traggo da una lunga vicenda fatta anche di grandi passioni e di grandi speranze ma anche di sconfitte brucianti ma in questa crisi così drammatica, che la globalizzazione capitalistica ha messo di fronte al mondo che colpisce ancora una volta gli stati popolari dice quanto è grande il bisogno di sinistra, in Italia in Europa e nel mondo”.
In verità “Devi augurarti che la strada sia lunga” è un libro scritto a sei mani, quelle del politico, di Ritanna Armeni (opinionista sul quotidiano “Il Riformista”) e Rina Gagliardi (ex direttore de “Il manifesto” e condirettore di “Liberazione”).
In questo saggio Bertinotti si prende delle pause e l’uomo Bertinotti riflette sul passato di Fausto, ma soprattutto sulle possibilità di un ennesimo slancio in avanti.
Ad officiare l’incontro il sociologo Franco Cassano che ha presentato il libro con molta enfasi e rimpianto di un partito che fu, partendo da una Torino operai, Torino sindacalista. Trovando in questa città la grande capacità di una Nazione come ha dichiarato durante la presentazione.
Guest star, il Governatore della Puglia: Nichi Vendola. Sull’immaginario della cultura della sinistra del ‘900 è stato l’inizio del discorso di Vendola con una Milano della liberazione e una Torino della vicenda degli anni ’60, la quale ha costruito un valore nazionale e generale, della trasformazione fino ai giorni della sconfitta.
“Devi augurarti che la strada sia lunga” è un genere non auto celebrativo. Le pagine che ha trovato più dolentemente stimolanti sono quelle del tentativo di costruire l’ipotesi della Rifondazione del comunismo.
“Un’ambizione che se non ci dovesse essere non ci sarebbe vita, speranza, ideali, mondo”.
Anna Furlan
photo Egidio Magnani