Bari – Edith Bruck con ‘Quanta stella c’è nel cielo’ vincitrice del Premio Letterario Città di Bari

photo Egidio Magnani

Serata conclusiva ieri sera al Teatro Piccinni, del Premio Letterario Città di Bari, giunto alla sua XII edizione.

Svoltasi in una location diversa rispetto agli ultimi anni, che hanno visto il Parco 2 Giugno, il luogo di cultura e aggregazione, avvicinando a questa manifestazione sia curiosi che appassionati di libri, quest’anno, si è svolta in un teatro.

Un teatro gremito di gente , che a dispetto di quanto si potesse pensare, ha preferito trascorrere una serata di un sabato afoso, in un luogo chiuso per sentire parlare di libri.

Come ogni manifestazione che l’ha preceduta, di libri si è parlato in tutto il periodo che anticipava questa premiazione, proprio con gli autori finalisti, attraverso gli incontri “Scritture al Fortino”, che ha visto una notevole partecipazione di un pubblico eterogeneo.

La serata di ieri sera è stata condotta dalla brava conduttrice della Rai, Serena Dandini , coadiuvata dal regista-attore pugliese Sergio Rubini, (presente nella nostra regione, perché sta ultimando il suo lavoro “L’uomo nero” ) che ha prestato la sua voce per leggere i vari incipit dei romanzi ammessi alla finale.

In contemporanea alla presentazione dei cinque finalisti, si è provveduto allo spoglio di 346 schede-voto, della giura popolare, composta da studenti provenienti dalle scuole medie superiori e dalla facoltà di lettere dell’Ateneo di Bari, che hanno decretato il vincitore.

photo Egidio Magnani

E’ questa proprio la caratteristica principale di questo premio, che vede il coinvolgimento di giovani e non di esperti e critici del settore, che premiano un romanzo se è stato gradito nella stesura e se l’argomento trattato li hanno coinvolti emotivamente. Sono stati premiati cinque ragazzi che hanno eseguito la migliore recensione.

A vincere il premio è stata la scrittrice e poetessa ungherese Edith Bruck, con il suo lavoro “Quanta stella c’è nel cielo” (edizione Garzanti).
Il titolo del libro non è errato, ma è il primo verso di una ballata del ricordo dell’infanzia della protagonista, Anita, una sedicenne sopravvissuta al campo di concentramento.

Un libro da parole forti, di argomenti che feriscono l’animo. Si parla della storia del “male” nella storia dell’”uomo”.
E come sottolinea la scrittrice “io vivo per ricordare e ricordo per vivere, perché negare la shoa è come uccidere di nuovo milioni di ebrei”.

Commossa dalla inaspettata premiazione la scrittrice ha esordito dicendo : “E’ tempo che io restituisco qualcosa a questo Paese, l’Italia, che mi ha accolta, mi ha insegnato la sua lingua, mi ha dato un marito, una casa e anche se non sono ricca il premio in denaro lo devolvo ai terremotati della regione Abruzzo”.

photo Egidio Magnani

Gli altri finalisti sono stati :

Il tarantino Cosimo Argentina con “Maschio adulto solitario”, ed. Manni un libro ambientato nella città di Taranto, dove un maschio adulto solitario si regge sull’orlo dell’abisso grazie a sé stesso. Una scrittura con cui Argentina tenta di rimarginare le ferite dell’animo, perché la vita non ha mai un percorso lineare e nulla si deve dare per scontato.

Giorgio Montefoschi “Le due ragazze con gli occhi verdi”, ed. Rizzoli , storia familiare che dura cinquanta anni ambiento in una magica Roma, dove il protagonista è fedele ad un grande amore.

Piersandro Pallavicini “African inferno”, ed. Feltrinelli un romanzo che parla di una storia di migrazione integrata e di un razzismo visto all’incontrario, perché in fin dei conti i pregiudizi sono reciproci.

Walter Siti “Il contagio”, ed. Mondadori un libro dai toni crudi che descrive e ci trascina nell’orrore della vita di borgata di Roma, che genera non un mondo borghese, ma un appiattimento di menti umani fatto da “borgatari”. Dove riscontra un’inversione antropologica, un ritorno alle repulsioni primitive.

Nel corso della serata Serena Dandini ha consegnato il Premio speciale della Giuria al croato Predrag Matvejevic con la motivazione “per le sue profonde riflessioni sul destino dei popoli del Mediterraneo, e per il contributo dato alla diffusione della cultura del suo Paese nel mondo”.

Il vincitore del premio saggistica è stato consegnato ad Antonio Pascale con il suo libro “Scienza e Sentimento”.

La serata si è conclusa con un omaggio al cantore recentemente scomparso, della città di Bari, Vito Maurogiovanni, ricordato dalle due figlie; un uomo che con il suo lavoro ha dato dignità al dialetto barese.

La parte musicale è stata affidata al gruppo Rosa Paeda.

Anna De Marzo

photo Egidio Magnani