Bari – Fimmg Puglia – Farmaceutica: i medici di famiglia hanno già raggiunto gli obiettivi di spesa a livello nazionale. La sola visione ragionieristica danneggia la salute dei cittadini

“Basta con le continue pressioni sui medici di famiglia per la riduzioni delle prescrizioni di farmaci. In questi anni la medicina convenzionata ha ridotto costantemente la spesa farmaceutica e ha già raggiunto gli obiettivi stabiliti a livello nazionale.” – commenta così Donato Monopoli, Segretario Fimmg Puglia, il clima che si respira ormai da mesi negli studi dei medici di medicina generale, vittime di continue pressioni da ASL e Distretti e asfissiati da raccomandazioni che entrano impropriamente nel merito delle prescrizioni fatte ai pazienti.

“L’ulteriore riduzione della spesa farmaceutica imposta dalla Regione ai medici di famiglia rischia di tradursi in un danno alla salute dei cittadini. – continua Monopoli – i vincoli di budget non possono andare a scapito della salute dei cittadini. Oltre agli obiettivi economici, bisogna preoccuparsi degli obiettivi di salute.”

Come sottolinea la Sentenza 8254 del 2/3/2011 della Corte di Cassazione, “ […] a nessuno è consentito di anteporre la logica economica alla logica della tutela della salute, né di diramare direttive che, nel rispetto della prima, pongano in secondo piano le esigenze dell’ammalato […] Il medico non è tenuto al rispetto di quelle direttive, laddove esse siano in contrasto con le esigenze di cura del paziente, e non può andare esente da colpa ove se ne lasci condizionare, rinunciando al proprio compito e degradando la propria professionalità e la propria missione a livello ragionieristico”.

“Non si comprende perché puntare a comprimere la libertà prescrittiva dei medici, spingendo su farmaci più a basso costo e mettendo costantemente in discussione l’appropriatezza, valutata solo da un punto di vista economico . Questo modo di procedere è poco rispettoso nei confronti della professione medica e finisce anche per avere ricadute negative sulla salute dei pazienti.” – prosegue Monopoli.

“L’impressione è che, nella necessità di abbattere la spesa sanitaria per recuperare 47,5milioni di euro entro la fine dell’anno, si indichino i medici di famiglia come responsabili della lievitazione della spesa. Per raggiungere gli obiettivi di budget servirebbero invece misure organizzative. Proprio in ambito farmaceutico, resta ancora da applicare la distribuzione diretta dei farmaci del primo ciclo di terapia attraverso le farmacie ospedaliere al momento delle dimissioni. Un sistema previsto per legge che permetterebbe di risparmiare il 50% dei costi farmaceutici per il primo ciclo di cure, grazie al costo inferiore degli acquisti diretti da parte della Regione. – continua Monopoli – Una misura di questo tipo comporterebbe una netta riduzione della spesa senza mettere sotto pressione i medici né a rischio la salute dei cittadini”.

Del resto, quando la riduzione della spesa finisco con il comprimere i bisogni di salute si rischia di innescare un circolo vizioso: le indagini mostrano infatti come nelle Regioni con piano di rientro ci sia un maggiore ricorso alle prescrizioni della medicina convenzionata e all’accesso alla medicina generale. Questo vuol dire che i bisogni di salute che non trovano risposte in altri settori del servizio sanitario si indirizzano verso i servizi in libero accesso come la medicina di famiglia.