PUGLIA TRA REGIONI MENO BOSCHIVE D’ITALIA (7,8%)
Nelle città capoluogo in Puglia sono stimati ‘solo’ 145mila alberi, una dotazione di verde pro capite che non supera i 10 metri quadrati per abitante, insufficiente a contrastare le emissioni inquinanti e i cambiamenti climatici dagli effetti sempre più dirompenti, ma anche sul fronte boschivo solo il 7,8% della superficie pugliese è coperta da foreste che tra l’altro risultano molto vulnerabili al degrado e agli incendi. A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia, , in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi, istituita come ricorrenza nazionale con una legge della Repubblica entrata in vigore dal febbraio 2013, con la superficie forestale di boschi e macchia in Puglia è pari ad appena 166.415 ettari, secondo quanto riportato dal PPTTR, una delle regioni meno boschive d’Italia.
Dalla Carta dei tipi forestali – rileva Coldiretti Puglia – emerge che le categorie più estese sono quelle a «Boschi di cerro, di farnetto, fragno, vallonea» che, con una superficie pari a 46.712 ettari, rappresenta il 19% dei boschi della Puglia, mentre la categoria «Macchia, arbusteti mediterranei» che copre 42.594 ettari, pari al 17% del territorio, le «Pinete di pini mediterranee» estese su 29.553 ettari (12%).
Anche nelle città capoluogo si oscilla dai 9,4 metri quadri pro capite di verde di Bari ai 9,3 di Foggia, dai 14,8 metri quadrati di Taranto ai 9,7 di Lecce fino agli 12,9 metri quadrati a Brindisi, sono stati censiti circa 145mila alberi in Puglia, dove a guidare la classifica c’è Bari con quasi 30mila alberi – continua Coldiretti Puglia – seguita da Foggia, Taranto, Lecce, Barletta, Brindisi e Andria, fanalino di coda con soli 15mila alberi.
Serve una strategia sia per la riforestazione del Salento, dopo il disastro causato dalla Xylella, e delle altre aree fragili della regione, ma anche per difendere foreste e macchia per cui occorre creare le condizioni – rileva Coldiretti Puglia – affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, i veri custodi dell’ambiente, in una situazione in cui due boschi su tre sono di proprietà privata.
Con l’inquinamento dell’aria che è considerato dal 47% dei cittadini la prima emergenza ambientale, bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori. L’obiettivo è creare vere e proprie oasi mangia-smog nelle città, scegliendo gli alberi più efficaci nel catturare l’inquinamento dell’aria. Se una pianta adulta – riferisce Coldiretti Puglia – è capace di ‘mangiare’ dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, 1 ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Tra l’altro, sarebbe una risposta concreta delle pubbliche amministrazioni alla svolta green che con la pandemia ha spinto quasi 7 cittadini su 10 (68%) ad andare a caccia di piante nei vivai per abbellire le proprie case e i giardini.
Per difendere il bosco italiano occorre dunque avviare progetti di gestione responsabile del territorio montano e di uso efficiente delle risorse forestali, migliorare i servizi ecosistemici forniti dalle foreste e valorizzare le filiere foresta-legno e foreste energia – rileva Coldiretti – sostenendo gli oltre diecimila, fra boscaioli e aziende agricole forestali, che in Italia si dedicano alla buona gestione degli alberi e alla prima lavorazione dei tronchi. Anche per contrastare i tagli illegali: l’Unione Europea stima che almeno il 20% di legno e derivati importati in Europa sia di origine illegale, ovvero provenga da tagli boschivi non conformi alla legislazione vigente nel Paese di origine.
Per sostenere tali obiettivi è nata Oltrebosco, la società costituita da Cai – Consorzi Agrari d’Italia, B.F. S.p.A., Sorgenia Biomasse e Federforeste, che nasce dalla volontà di valorizzare il patrimonio forestale che, se gestito in modo sostenibile, può diventare un elemento di rilancio delle aree interne e delle economie dei territori anche dal punto di vista occupazionale. Ma i benefici per l’ambiente, la salute dei cittadini italiani e l’economia possono arrivare anche rafforzando la presenza degli alberi nelle città, con un effetto importante per la riduzione dell’inquinamento e per l’abbassamento delle temperature. Secondo la Consulta Nazionale Florovivaismo di Coldiretti, il rinnovo del Bonus verde, forme di incentivazione per le Imprese impegnate in attività ambientali e programmi strutturati di depavimentazione dei cortili scolastici potrebbero fare aumentare in modo considerevole il patrimonio arboreo e verde presente nei centri , con importanti ricadute sulla salute dei bambini, dei cittadini in generale e anche per l’economia, con supporto al settore florovivaistico, impegnato nella cura dei territori e a coltivare gli alberi adatti a contrastare gli effetti del cambiamento climatico nelle città.