Bari -Il Premio Città di Bari è stato vinto da Valeria Parrella. Premiati anche Giuliana Sgrena e Tahar Ben Jelloun

Inizia con la voce di Giuliana Sgrena che legge alcuni brani tratti dal suo ultimo lavoro letterario “Il prezzo del velo” , l’undicesima edizione del Premio letterario “Città di Bari-Costiera del Levante-Pinuccio Tatarella”, svoltosi ieri sera al Parco 2 Giugno di Bari.

A lei è stato consegnato il primo premio della giuria “Premio Saggistica’ per il libro “Il prezzo del velo” un testo che attraverso il velo indaga su una realtà crudele e vera di un definito mondo dell’Islam.

Intervista dal giornalista Marino Sinibaldi, Giuliana Sgrena parla di un processo in atto di reislamizzazione associata ad una nuova rielettura dell’Islam e di come paradossalmente oggi, il velo viene combattuto nei Paesi di origine mentre è considerato un simbolo di tradizione nell’occidente.
Dopo il suo rapimento in Iraq, continua la giornalista-scrittrice, non sono mutate le mie convinzioni è solo cambiato il mio modo di vivere.

Ad alternare le premiazioni dei quattro scrittori finalisti in gara, l’intervenato del quartetto canoro pugliese femminile le Faraualla, che hanno cantato brani di pregevole fattura con voce rigorosamente a cappella.

La presentazioni dei romanzi in concorso sono state anticipate da un incipit letti dalla brava attrice Anna Bonaiuto e da schede filmate.

Così si sono alternati sul palco :

– Vittorio Giacopini con “Re in fuga” dove parla della ‘leggenda’ di Bobby Fischer il famoso scacchista americano, del suo drammatico rapporto tra individuo e società e individuo e sé stesso. Un uomo in fuga, ma soprattutto in fuga sa sé stesso, ma forse è da sottolineare che ‘anche i paranoici hanno nemici veri’.

– Luigi Guarnieri con ‘I sentieri del cielo’ , ambientato nella Sila di fine ‘800, un territorio dove si è affrontata la prima guerra in territorio nazionale, dove si sono contrapposti due mondi diversi, quello dei briganti capeggiati dalla figura del guerrigliero Evangelista Boccadoro e quello dell’esercitonazionale.
Un romanzo duro che parla di una storia e di una guerra volutamente dimenticata.

– Giuseppe Lupo con ‘La Carovana Zanardelli’ , un viaggio tra speranze ed amarezze ambientato in Basilicata.
Parla del percorso di 12 giorni realmente effettuato dal presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli con uno stuolo di politici in terra lucana.
A seguito di questa ‘gita’ nasce la prima legge per il Sud che porta il nome di “Zanardelli”.

A vincere l’XI edizione anche quest’anno è una donna Valeria Parrella con ‘Lo spazio bianco’ , un libro ambientato a Napoli, precisamente nel reparto di neonatologia, che parla di fragorosi silenzi, di attese ma soprattutto di speranza con la consapevolezza che piccoli gesti possano dare una svolta nella vita degli altri.

Il Premio Speciale della Giuria è stato assegnato allo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun con ‘Il razzismo spiegato a mia figlia’, dove parla del dialogo di un genitore e la propria figlia dopo aver partecipato ad una manifestazione contro il razzismo e delle infinite domande che sorgono su questa parola.

Lo scrittore è stato premiato dall’assessore alla Cultura del Comune di Bari, Nicola Laforgia, con la seguente motivazione : ‘per il suo impegno della cultura del proprio Paese nel Mondo e per il suo impegno al dialogo religioso e multiculturale’.

Lo scrittore marocchino evidenzia come in questo periodo sembra che l’Europa riscopre il Mediterraneo, basti pensare al summit di Parigi di questi giorni, e nel frattempo in alcuni Paesi vogliono promuovere le leggi contro l’immigrazione.
Il Mediterraneo è un paradosso perché è diviso da una parte povera e sovrappopolata e una più ricca e meno popolosa e mettere seduti attorno ad uno stesso tavolo poveri e ricchi, non porta a realizzare niente perché gli interessi sono diversificati, ma plasmiamo solo una gabbia politica.
Basta guardare i libri di storia e vedere che il Mediterraneo è stato il teatro di tante guerre ed è strano poi osservare quando poi ci amiamo fra di noi, ma non possiamo non evidenziare che siamo il popolo che più si è combattuto.

Parole dure dello scrittore che come compito di ogni bravo autore non è quello di dare risposte che possano funzionano ma porre continue domande, per far riflettere.

Anna De Marzo