In una Feltrinelli gremita ed incuriosita, il maestro Ennio Morricone, vera e propria icona della musica internazionale, ha incontrato questa mattina il pubblico barese, ad anticipare il concerto previsto per questa sera presso l’Arena della Vittoria annullato purtroppo per danni strutturali e strumentali dovuti alle avverse condizioni atmosferiche.
Visibilmente commosso ed emozionato ha regalato momenti di intensa emozione, rispondendo con straordinaria generosità ed umiltà alle domande che il prof.Pierfranco Moliterni (docente di Storia della Musica all’Università di Bari) gli ha posto, a partire dai suoi esordi musicali a Roma, dove si diplomò in tromba, strumentazione per banda e composizione (con Goffredo Petrassi) al Conservatorio di Santa Cecilia e dove mosse i suoi primi passi artistici facendosi notare per il suo incontenibile talento dal grande Nino Rota, ma anche da Raffaele Gervasio e Dino Asciolla.
A quei tempi, come asserisce lo stesso maestro, “ bisognava lavorare anche come arrangiatore, e questo mi ha formato ulteriormente come musicista a tutto tondo, applicandomi nello studio della musica da camera “. Non va dimenticato che il Maestro Morricone insieme all’altro Premio Oscar Luis Bacalov (Il Postino) per diversi anni sono stati gli arrangiatori dell’RCA etichetta discografica nella quale militavano artisti come Morandi, Paoli, Tenco e Dalla.
Ma il legame con la nostra terra, si rafforza nel 1990, al festival Time Zones (del quale è presidente onorario) con un indimenticabile concerto al teatro Petruzzelli. E proprio ricordando il maestro Nino Rota che il professor Moliterni chiede “ come si fa a conciliare la scrittura della cosiddetta musica da film con quella “ assoluta” ?
Esiste una profonda divergenza tra le due, anche se non esiste una musica di serie A ed una musica cosiddetta minore, asserisce il compositore : la musica da film è complementare ad un’altra opera, quella cinematografica, e per questo deve essere soggetta ad alcuni particolari vincoli storici e dettati dalle esigenze ben precise del regista, che va per questo rispettato,
e ben difficilmente può restare autonoma . La musica “ assoluta” rappresenta invece la necessità primaria che ha il compositore di esprimere il suo mondo interiore, la sua urgenza primaria di voler comunicare agli altri una propria idea “. E per i primi dieci anni della sua intesa attività artistica ( 50 anni di carriera e più di quattrocento colonne sonore e cento composizioni di musica assoluta ), Morricone si è cimentato prevalentemente nella scrittura cinematografica per poi tornare all’essenza della composizione musicale, quasi a voler “ rispondere “ ad alcune esigenze musicali di musicista integrale e a cercare una nuova strada di “ riscatto” ai condizionamenti esterni.
Un’altra novità, come lo stesso Moliterni asserisce, è quella dell’ introduzione di strumenti solisti quali la viola ed il flauto di Pan, magistralmente suonato da Gheorghe Zamfir in alcuni celebri brani di “ C’era una volta in America”, idea nata proprio dalle immagini flash back del protagonista nell’età giovanile e poi diventato vero e proprio leit motiv dell’ intera colonna sonora, a sottolineare le scene di violenza del film .
Ma momenti di intensa emozione sono sopraggiunti quando, illustrando la pubblicazione del suo ultimo disco e dvd “ Note di Pace” ( registrato lo scorso anno in piazza San Marco a Venezia) , il musicologo gli ha chiesto di spiegare la nascita della composizione “ Voci dal Silenzio” presente nel disco. “ Il brano fu scritto dopo la strage delle Twin Towers – ricorda Morricone – ed io mi trovavo in studio di registrazione per terminare le incisioni della colonna sonora “ Il gioco di Ripley” di Liliana Cavani . Volevo ricordare quel terribile momento ma poi mi resi conto che era riduttivo ricordare solo quella tragedia a cui i mass media diedero già così tanto risalto, per questo decisi di dedicare la mia composizione alle vittime di tutti i disastri della storia, spesso dimenticati. In “ Le voci dal Silenzio” si odono infatti lievemente alcune voci lontane.
Sono le voci dei popoli abbattuti dal colonialismo di cui oramai non si fa più memoria. La musica ha il grande compito di indurre una riflessione più profonda affinché non accadano più tragedie di questo genere.” Alcune lacrime solcano il viso del maestro ed il pubblico, si scatena in un fragoroso ed interminabile applauso. Spazio poi, alle numerose domande del pubblico, tra cui l’interessante intervento del compositore Salvatore Sica riguardo l’utilizzo dei campionatori nella musica moderna a volte dettato da esigenze economiche. “ Non ho mai avuto pregiudizi sull’ uso di certe macchine, anche se ritengo sia inutile l’utilizzo delle stesse come sterili riproduttori di strumenti acustici, la cui timbrica ed il cui calore risultano essere per alcune caratteristiche dello strumento stesso inimitabili.
E’ invece più interessante l’uso creativo delle stesse, con l’invenzione di suoni innovativi da introdurre anche in ambito compositivo. In ogni caso non bisogna dimenticare mai, anche quando non si ha a disposizione un’ orchestra vera e propria , la scrittura musicale orchestrale “ .
Ennio Morricone, saluta così il suo pubblico concedendo, autografi e stringendo le mani di coloro che hanno avuto l’onore, solo per un’attimo, di avvicinarlo .
Claudia Mastrorilli