Un susseguirsi d’artisti e musicisti eccellenti accompagnati da una strepitosa orchestra di quaranta elementi il tutto perfettamente amalgamato alla voce di Mario Biondi che da showman si destreggiava tra le varie performance.
E’accaduto ieri al Teatro Team di Bari dove Mario Biondi si è esibito per cantare Carlo Alberto Rossi rielaborando un repertorio originale di alta qualità che il maestro Rossi ha generato in anni di carriera.
Grande autore di classici come “E se domani”, “Le mille bolle blu”, interpretati da Mina, e scopritore della prima Mia Martini nel periodo ye-ye come Mimì Bertè.
Le sue sono diventate musiche senza tempo, che hanno valicato i confini italici, scelte da artisti stranieri quali Dalida, Tom Jones, Nat King Cole. Melodie indimenticabili, da “Amore baciami” a “Nun è peccato”, che hanno saputo conquistare un posto nel cuore della gente e nell’immaginario collettivo.
Il Maestro in persona ha designato l’artista catanese come l’uomo giusto in grado di reinterpretare e ri-arrangiare con il suo particolarissimo stile tali successi intramontabili.
Ed ecco dar vita ad un’incontro artistico unico ed irripetibile realizzato grazie alla collaborazione della Regione Puglia (Assessorato al Turismo e Industria Alberghiera), la Provincia e il Comune di Bari, a sostegno delle popolazioni dell’Abruzzo colpite dal terremoto.
Photo Egidio Magnani
Dopo le due date di Milano, Biondi approda in Puglia per regale un’emozione travolgente al pubblico presente che attonito seguiva lo spettacolo, così vario e denso di emozioni, e dove il leader Biondi, con la sua assoluta naturalezza espositiva e la sua voce, è riuscito a scomporre e ricomporre in archetipi black particolarmente accattivanti pietre miliari della musica italiana.
Sul palco insieme a Mario Biondi gli High Five Quintet (Fabrizio Bosso, Daniele Scannapieco, Luca Mannutza e Lorenzo Tucci con Rosario Bonaccorso) una delle realtà più stimate nel mondo jazz ed un’orchestra di 43 elementi diretta dal Maestro Peppe Vessicchio che è stato per Biondi –così come lui stesso afferma- un preziosissimo collaboratore grazie al quale è stato possibile riorchestrare le opere del Maestro avendo cura di rispettare le melodie, gli arrangiamenti e le armonizzazioni originali.
Così lo spettacolo ha inizio..ed ecco che Mario Biondi viene presto affiancato da ospiti d’eccezione, primo tra i quali Fausto Cigliano che con voce calda ed un sound tipicamente riconducibile agl’anni ’50, interpreta ‘E se domani’, per poi regalare un inedito della stessa in versione napoletana.
Si susseguono i cambi di stile..dalla voce bassa e calda di Biondi al jazz di Stefano di Battista in una personalissima versione di ‘Mille bolle blu’.
Ma Biondi non è solamente un nuovo jazz crooner tra i più richiesti del momento, è anche dotato di verve ed ironia che sul palco traspirano continuamente, concedendo al pubblico momenti d’ilarità e di svago continuo.
photo Egidio Magnani
Si respira poi un momento romantico e sexy insieme, dopo qualche passo di danza Mario e Italia (questo il nome della giovane cantante) si lasciano trasportare dalle note di una canzone portoghese ritmicamente avvolgente.
Le sorprese non finiscono…e l’esibizione del primo violino di Gennaro Desiderio accompagnato al piano da Pino Perris lo dimostra; ma ecco cambiare toni con l’arrivo di Michael Baker batterista, arrangiatore e producer di livello internazionale che ha lavorato con artisti del calibro di Missy Elliott, Sting, Christina Aguilera, James Taylor, Elton John, Shaggy, Wycliffe Jean, Aretha Franklin, Mary J. Blige, Ricky Martin, Usher, Luther Vandross e Ray Charles, solo per citarne alcuni e tutt’ora scrittore, arrangiatore e produttore per Giorgia.
Uno spettacolo irripetibile dove il mondo black, jazz, concertistico e popolare si fondono completamente e dove la voce di Mario Biondi rimane indiscutibilmente un’esplosione di colore che invade l’anima e la mente.
Luana Martino