L’attesa palpabile di poter sfogliare le pagine intonse e, ancora, odorose di stampa, un’aria rilassata, familiare, un pubblico attento e trasportato…questo si percepiva, ieri sera, nei locali del megastore Feltrinelli di Bari.
Insieme a Gianrico Carofiglio si è attesa la mezzanotte per l’uscita del suo nuovo lavoro ‘Le perfezioni provvisorie’.
Come bachi da sete i colli, contenti le copie dei libri, si sono ‘schiusi’ a mezzanotte dando vita a farfalle che vibreranno nell’aria come già hanno avuto modo di fare i suoi lavori precedenti.
Ancora una volta Carofiglio sceglie una tipologia diversa per presentare il suo lavoro optando per deliziare i presenti con l’esecuzione di brani al pianoforte.
Il magistrale Mirko Signorile ci trasporta all’interno del romanzo con brani che sembrano materializzare le scene che coinvolgono il protagonista del libro, l’ormai famoso avvocato Guerrieri.
Una silente tragicità si coglie dalle note di ‘Chelsa Hotel’, da quelle di ‘Piano Man’ sino a giungere alla ritmicità malinconica della ‘Canzone dell’amor perduto’.
Così si alternano letture di passi del romanzo alla musica che inebria e trasporta.
Il viaggio di Guerrieri si compie. Percepiamo la sua solitudine venata di malinconia nelle sue ore private. I ricordi si sommano e quel divenire che prima sembrava non spegnersi mai, quella perfezione che forse ci appartiene per un breve lasso di tempo sembra svanire con la consapevolezza dell’età matura…una perfezione provvisoria..
Si cercano, però, antidoti personali a questa malinconia, Guerrieri sceglie il consueto senso dell’umorismo, la musica, i libri e le surreali conversazioni con il sacco da boxe, nel soggiorno di casa e decide, inoltre, di lasciarsi trasportare da un nuovo intrigante caso.
Tutto inizia quando un collega gli propone un incarico insolito: cercare gli elementi per dare nuovo impulso a un’inchiesta di cui la procura si accinge a chiedere l’archiviazione. Manuela, studentessa universitaria a Roma, figlia di una Bari borghese e opulenta, è scomparsa in una stazione ferroviaria, inghiottita nel nulla dopo un fine settimana trascorso in campagna con gli amici. Guerrieri esita ad accettare l’incarico, più adatto a un detective che a un avvocato. Poi, scettico e curioso a un tempo, inizia a studiare le carte e a incontrare i personaggi coinvolti nell’inchiesta. Tra questi, la migliore amica di Manuela, Caterina. Una ragazza molto – troppo – giovane, bella e immediata al limite della sfrontatezza. In parallelo con l’indagine, nasce e si sviluppa l’amicizia con Nadia (che i lettori di Carofiglio hanno già incontrato in Ad occhi chiusi), donna singolare e affascinante, dal burrascoso e ambiguo passato.
Si è continuato con un brano tratto dal triste film Philadelphia…per poi giungere alla colonna sonora –così come l’ha definita lo stesso autore- del libro identificata con ‘I don’t want to talk about it’.
Una colonna immaginaria, certo, che si sviluppa nella mente di Carofiglio che, ancora una volta, regala ai lettori personaggi incredibili dimostrando una capacità straordinaria d’indagare e raccontare la natura umana.
Luana Martino