BARI – Le verità di Marco Travaglio

Le parole di Marco Travaglio sono sempre emblema di una verità evidente, palese che però, inspiegabilmente, dai più, viene celata o modificata.

Il suo intervento di ieri all’interno dei locali della Libreria Laterza è frutto della sua rinomata notorietà e del desiderio di far luce sugli eventi che contraddistingue il fare del giornalista Travaglio.

Introdotto e supportato da Domenico Castellaneta –la Repubblica- Marco Travaglio ha discusso su argomenti disparati, con la sua solita ironia pungente, con il suo fare irriverente e con la grande padronanza e conoscenza degli eventi è riuscito a catalizzare l’attenzione del nutrito ‘uditorio’ barese.

Punto focale del discorso è la legalità, intesa come questione non solo di convenienza economica ma soprattutto come, e in particolare in questo momento di tragedia, questione di vita o di morte.
“Il 70% di centri urbani è a rischio sismico e solo il 18% degli edifici sembra essere a norma –afferma Travaglio- la questione ha delle basi radicate e comprende molte parti d’Italia e non semplicemente l’Abruzzo”.

La sua attenzione per tanto si sposta su un’analisi generale che comprende la costruzione di edifici come il nuovo padiglione dell’ospedale di Caltanisetta, mai portato a termine, perché sorretto da materiali non idonei (si è parlato di fango!!) o comunque da un quantitativo anomalo di cemento rispetto agli inerti.
“Il cemento utilizzato è ‘disarmato’ invece di essere ‘armato’, così da poter dare il via libera alle imprese che si trovano a risparmiare grandi cifre, ai fondi neri, all’evasione fiscale e, cosa peggiore, così facendo, si mettono a rischio vite umane”.

“Nessuno è colpevole dei terremoti, ma la responsabilità sono di chi costruisce nei posti sbagliati e delle amministrazioni”. Noi però sembriamo accecati da altro, i giornalisti, secondo Travaglio, si occupano di altre questioni, attirando l’attenzione del fruitore su argomentazioni futili e spesso inutili e non sulle vere cause o problematiche.
“La presenza del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nei luoghi terremotati dell’Abruzzo, è perfetta –continua Travaglio- lui ama essere presente, ama essere tra la gente, ama dare questa parvenza d’efficienza…ma tanto i lavori dei soccorritori proseguirebbero ugualmente!!
Lui è un pubblicitario, sa fare pubblicità e soprattutto di se stesso. Tutti gli eventi e le presenze da parte dei rappresentanti dello Stato in Abruzzo, sembrano avere un che di costruito: come la Carfagna che si è presentata con un’immagine diversa..con golfino e senza trucco!!”

Per tanto secondo Travaglio i giornalisti dovrebbero soffermarsi sul perché dei mancati collaudi degli edifici pubblici e sulle implicazioni politiche invece di catalizzare l’attenzione sul Presidente del Consiglio.

“A questo punto se il terremoto fosse avvenuto tra tre anni, dopo l’attuazione del ‘Piano-Casa’, gli edifici che fanno già schifo cosa avrebbero subito con un surplus del 30%!?.
Lo stesso Fitto (che Travaglio è incerto se definire ministro!!!) ha affermato che si prenderà una pausa di riflessione sul Piano-Casa….e meno male!”

Si è parlato molto, si è discusso della tragedia che ha colpito il centro Italia negl’ultimi giorni, ma, anche, di quanto sia importante sottolineare il fondamentale ruolo che i giornalisti hanno o che per lo meno dovrebbero avere.
L’informazione è l’unico mezzo in grado di fornire la veridicità di quanto accade ma sembra ormai merce rara ed è – secondo Marco Travaglio- un grosso demerito di chi dovrebbe fare questo mestiere.
“Molti giornalisti iscritti all’ordine credono che basti ciò per essere dei Giornalisti; prima ero solito ritagliare dai quotidiani articoli interessanti…oggi lo faccio di rado!”
“I giornali, in fondo, vendono ciò che si meritano di vendere, esiste la differenza tra la ‘fuffa’ e la notizia e fortunatamente ci sono ancora persone in grado di cogliere questa differenza. Le notizie in Italia ci vengono fornite nella loro interezza dopo anni, quando ormai non interessano più”.

Un excursus, il suo, degli eventi salienti dell’ultimo periodo citando ovviamente anche la strana ‘fobia’ per i rumeni subentrata in una frangia italiana o, ancora, il tanto discusso caso CAI (Compagnia Aerea Italiana).

Uno squarcio sulla società odierna…visto con gli occhi di chi non ha timore di dire la verità!

Luana Martino