Per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza dei prodotti agricoli e agroalimentari importati
Contro l’aumento del 75% in 10 anni di cibo importato in Puglia dai Paesi extracomunitari la Coldiretti ha lanciato la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo. A denunciarlo è Coldiretti Puglia, sulla base di dati Coeweb Istat, con l’import di prodotti agricoli e agroalimentari da Paesi stranieri che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori e che spesso vengono spacciati per tricolori sfruttando il codice doganale che consente di “italianizzarli” grazie a minime lavorazioni La campagna potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.
“I prodotti spesso provenienti da Paesi che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori. Un vero e proprio attacco al patrimonio agroalimentare favorito dalle follie europee che fanno calare la produzione agricola nazionale spingendo”, afferma Alfonso Cavallo nel sottolineare che “il deficit alimentare del Paese che è arrivato a produrre appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento”, aggiunge Cavallo.
Dal grano di Putin a quello turco ma anche canadese fatto seccare con il glifosato, dai carciofi egiziani all’uva e alle arance del sud Africa, mai così tanto cibo straniero è arrivato in Puglia che risulta la prima regione del sud per importazioni di prodotti agricoli e agroalimentari dai Paesi extra UE con un aumento del 66% solo nel 2023. Nel 2023 secondo i dati provvisori di ISTAT le importazioni in Puglia da Paesi extra UE hanno raggiunto quasi i 3 miliardi di chilogrammi di prodotti agricoli contro 1,7 miliardi del 2022, una concorrenza sleale – insiste Coldiretti Puglia – alle produzione agroalimentari del territorio e ai redditi degli agricoltori.
“L’invasione più massiccia riguarda il frumento, con l’asta turca del grano duro che continua ad affossare i prezzi del frumento pugliese, mentre nei porti pugliesi continua il via vai di navi mercantili provenienti dalla Turchia”, denuncia Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, nel precisare che “nel 2023 sono più che raddoppiate per un totale di ben oltre il miliardo di chili anche le importazioni di grano dal Canada trattato con glifosato secondo modalità vietate a livello nazionale”, conclude Piccioni.
Serrare i controlli nei porti ed intercettare le triangolazioni è essenziale – insiste Coldiretti Puglia – considerato che già nel 2023 le importazioni di grano russo e turco sono aumentate rispettivamente del +1164% e del +798%, secondo un’analisi del Centro Studi Divulga, un fenomeno mai registrato nella storia del nostro Paese, per cui i prezzi del grano italiano sono crollati del 60% su valori al di sotto dei costi di produzione che mettono a rischio il futuro di migliaia di aziende agricole.
Aumentano anche gli arrivi di frutta e verdura dall’estero, in aumento del 14% in quantità ma con punte del 39% per le patate, con una vera e propria invasione di prodotto egiziano che ha addirittura più che raddoppiato le importazioni in Italia, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat.
Ci sono poi le arance egiziane, oggetto di notifiche dal Rassf, il sistema di allerta rapido dell’Ue, per la presenza di Clorpirifos un pesticida bandito nell’Unione Europea dal 2020; le nocciole turche su cui pesa anche l’accusa del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti di essere coltivate con lo sfruttamento del lavoro minorile; i limoni argentini coltivati usando pesticidi tra cui propiconazolo, vietato dal 2019. Senza dimenticare il concentrato di pomodoro cinese che costa la metà di quello tricolore grazie allo sfruttamento dei prigionieri politici e fa abbassare le quotazioni del prodotto nazionale.
I cibi e le bevande stranieri sono oltre dieci volte più pericolosi di quelli made in Italy, con il numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari oltre i limiti di legge che in Italia è stato pari al 6,4% nei prodotti di importazione, rispetto alla media dello 0,6% dei campioni di origine nazionale, secondo i dati dell’ultimo Rapporto pubblicato da Efsa nel 2023 relativo ai dati nazionali dei residui di pesticidi.
E’ necessario un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano gli standard che devono rispettare gli agricoltori in Italia – conclude Coldiretti – garantendo il principio di reciprocità delle regole, poiché questa concorrenza sleale mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole.