La Dop Economy pugliese cresce con 4.300 agricoltori e trasformatori impegnati a produrre 60 cibi e vini DOP, IGP e STG per un valore che ha raggiunto quasi 680 milioni di euro, guadagnando terreno nel panorama nazionale con un patrimonio agroalimentare di campi e stalle inestimabile. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat sui prodotti agroalimentari italiani di qualità riconosciuti dalla Ue a fine 2022, che segnano l’aumento in Puglia dello 0,8% di operatori, del +3% di allevamenti – sono 169 – che producono formaggi certificati e una superficie impegnata nella DOP Economy di 54.769 ettari, cresciuta dell’1,3% nel 2022 rispetto all’anno precedente.
Con un totale di 22 cibi DOP e IGP, la Puglia è la regione numero 9 in Italia per prodotti agroalimentari a Indicazione Geografica, ai quali si aggiungono le 4 STG che insistono sul territorio nazionale, quando a livello economico, secondo le ultime stime dell’Osservatorio Ismea-Qualivita, il settore del cibo DOP e IGP in Puglia vale 47 milioni di euro, con il comparto dei prodotti agroalimentari che ha un peso del 6,9% sul totale del paniere delle Indicazioni Geografiche del Paese, mentre sono 38 i vini DOP e IGP che posizionano la Puglia al quinto posto in Italia per prodotti certificati – aggiunge Coldiretti Puglia – con un valore di 631 milioni di euro (93,1% del paniere IG del Paese).
Bene in questo scenario la riforma delle Indicazioni geografiche (IG) dopo due anni di negoziato, con un nuovo quadro giuridico che prevede una procedura semplificata per la registrazione con l’unificazione delle norme attualmente in vigore per i tre settori, alimentare, vino e alcolici. Riducendo i tempi si punta all’obiettivo di aumentare il numero di produttori del sistema Ig. E’ prevista poi una maggiore tutela delle Ig come ingrediente in un prodotto trasformato e in particolare on line. La protezione ex-officio varrà anche nei domini internet.
Viene riconosciuto il valore delle pratiche sostenibili (ambientale, economica e sociale) compreso il benessere animale. La sostenibilità diventa così un ulteriore elemento di valorizzazione delle Ig. Il provvedimento attribuisce maggiore potere ai gruppi di produttori Ig che possono anche istituire un sistema volontario finalizzato a rafforzare la posizione nella catena del valore. Introdotto l’obbligo di indicare nell’etichetta di una Dop o Igp del nome del produttore per garantire così la massima trasparenza ai consumatori.
La riforma semplifica e tutela ed è importante – conclude la Coldiretti – per lo snellimento delle procedure, i maggiori poteri ai consorzi di produttori, una tutela rafforzata, in particolare nel commercio online, e il divieto all’uso di menzioni generiche che emulano le indicazioni geografiche di altri Stati membri.