Agricoltori pugliesi in assemblea in tutte le province contro “assedio” cinghiali, pratiche sleali e import selvaggio
Enormi i danni causati dalla fauna selvatica in Puglia, con i cinghiali che distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati, come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano i campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, i pappagalli verdi si cibano di frutta e mandorle e il killer dei mari, il granchio blu che stermina vongole veraci e cozze, con un danno complessivo stimato pari ad oltre 30 milioni di euro. E’ l’allarme lanciato dalle assemblee organizzate in contemporanea dalla Coldiretti in Puglia, con la partecipazione di oltre 4mila agricoltori, per chiedere soluzioni immediate, una giornata cruciale per un’organizzazione che quest’anno festeggia i suoi 80 anni.
“Da qui la richiesta che rimbalza dalle assemblee Coldiretti di mettere un freno immediato alla proliferazione dei selvatici, dando la possibilità agli agricoltori di difendere le proprie terre, con l’adozione del piano regionale straordinario di contenimento e strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione”, dice il presidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo.
Con la Puglia invasa da 250mila cinghiali, non c’è solo la peste, ma è allarme per la sicurezza delle persone in campagna e città – denuncia Coldiretti Puglia – con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa, “con le aree della Murgia barese e tarantina, del Gargano e del subappennino dauno – tuona il direttore di Coldiretti puglia, Pietro Piccioni – divenute l’eldorado dei cinghiali, con una frequenza preoccupante di incidenti stradali di cui l’ultimo avvenuto solo 48 ore fa a Chieuti in provincia di Foggia, ma devastano i raccolti divorando lenticchie di Altamura. cicerchie, fave, ceci e piselli, broccoletti, ortaggi, piantine appena seminate di favino e grano, uva soprattutto su vite a spalliera, frutta scuotendo gli alberi, tutto il sottobosco e la biodiversità dei boschi e dei parchi”.
I branchi dei cinghiali – sottolinea la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.
Si tratta – evidenzia la Coldiretti regionale – solo della punta dell’iceberg perché molti non denunciano scoraggiati dalle lungaggini burocratiche e dalle condizioni poste dalle assicurazioni come ad esempio, oltre alle tracce sulla vettura e sull’asfalto, anche il rinvenimento della carcassa dell’animale con il quale ci si è scontrati.
In tale scenario anche l’Autorità per la sicurezza alimentare Europea (EFSA) ha lanciato un appello agli Stati dell’Unione Europea chiedendo misure straordinarie per evitare l’accesso dei cinghiali al cibo e ridurne del numero di capi per limitare il rischio di diffusione della peste suina africana (psa) che colpisce gli animali ma non l’uomo. La maggioranza dei cittadini – conclude Coldiretti Puglia – considera l’eccessiva presenza degli animali selvatici una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate.