L’Associazione Culturale ARTIEMIELE il 27 febbraio presenta la mostra “Puglia: tra
immaginario e realtà” costituita da 12 dipinti della pittrice Carmen Moschetti e da 20
fotografie degli autori Alfredo Medolla, Benedetto Di Ruzza, Francesco Rega, Giuliano
Tamborra, Giuseppe Cultrera e Marco Cavaliere presso l’ex Palazzo delle Poste (Piazza
Cesare Battisti a Bari) alle ore 17:30.
La mostra sarà visitabile fino a sabato 11 marzo. Orari da lunedì a venerdì 8:30/20:00 –
sabato 9:00/18:30 – domenica chiuso.
Intervengono: Il Rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini, Micaela Paparella –
Consigliera del Comune di Bari delegata alle Politiche di valorizzazione del patrimonio
storico-artistico ed architettonico e dei contenitori culturali, Massimo Frateschi, psicologo e
psicoterapeuta presidente A.I.E.Psi., Pio Meledandri presidente Associazione
ARTIEMIELE.
Il progetto vuole approfondire la simbologia del linguaggio visivo, partendo dal mondo
interno dell’osservatore, attraverso i luoghi e le architetture della Puglia, mettendo a
confronto il lessico della pittura con quello della fotografia che a volte hanno tra loro punti di
contatto, pur conservando la loro autonomia semiologica.
La visione dei luoghi della nostra Regione, attraverso le opere dei sette Autori, risulta
orientata sia ai canoni dell’estetica di una percezione primaria sia a quella invece percepita
attraverso uno sguardo altro.
La Puglia ha uno sviluppo costiero pari a 784 km, ai quali si devono aggiungere i circa 50
km delle isole Tremiti pertanto, a conferma delle teorie della Gestalt, le marine, l’acqua e i
colori dello spettro del blu hanno un ruolo rilevante nelle memorie, nell’immaginario e nelle
visioni delle popolazioni del nostro territorio.
L’identità di un luogo può assumere dentro di noi una posizione preminente o interloquire,
in maniera anche indiretta, insieme ad altre informazioni/percezioni, nella stratigrafia
dell’inconscio.
Qui lo sguardo detiene una supremazia nella fruizione e nel cambiamento/tutela del
paesaggio, come negli insegnamenti di Eugenio Turri che è stato scrittore, geografo,
viaggiatore e docente di Geografia del paesaggio al Politecnico di Milano.
Il pomeriggio del 27 febbraio, in occasione del vernissage, interverrà Massimo Frateschi,
psicologo, psicoterapeuta psicodinamico e psicoevoluzionista, che analizzerà pitture e
fotografie dal punto di vista simbolico/percettivo degli Autori.
Ne “Lo sguardo del paesaggio” Giuseppe Goffredo scrive: “Il paesaggio è l’altro da sé senza
il quale il sé è buio. Il paesaggio in questo senso non è che uno specchio in cui ci vediamo
riflessi. L’altro da noi, appunto, in cui non solo ci riconosciamo, ma ci sentiamo riconosciuti.
Poiché il paesaggio che guardiamo a sua volta ci guarda. Ci riguarda. Anzi fa il nostro
sguardo. Ci sono, allora, dei paesaggi da cui originano tutti gli altri paesaggi”