Bari – Oggi il sindaco Leccese alla cerimonia in ricordo di Gaetano Marchitelli nel 21^ anniversario dell’omicidio della giovane vittima innocente di mafia

Questa mattina, nel ventunesimo anniversario dell’omicidio di Gaetano Marchitelli, il sindaco Vito Leccese ha deposto una corona di fiori presso la lapide in piazza Umberto I, a Carbonara, che ricorda la giovane vittima innocente di mafia.

Alla cerimonia sono intervenuti la presidente del Municipio IV Maria Chiara Addabbo, l’assessora regionale alla Cultura, Legalità e Antimafia sociale Viviana Matrangola e il responsabile del presidio di Libera Bari don Angelo Cassano.

“Oggi ci ritroviamo qui, a ventuno anni da quella drammatica serata, per ricordare Gaetano sotto il murales che lo ritrae sorridente – ha detto Vito Leccese -. Lo dico spesso, ricordare non deve un mero esercizio: abbiamo il dovere di conservare la memoria delle troppe vittime innocenti di mafia affinché tutti possano schierarsi con chiarezza dalla parte giusta. Peppino Impastato diceva che siamo chiamati a fare una scelta di campo, da un lato ci sono i buoni, coloro che credono nella forza del bene, dall’altro coloro che cedono al fascino del male. E aggiungeva che ‘la mafia è una montagna di merda’, un’espressione forte che richiama tutti alla responsabilità di reagire, contrastando le logiche della criminalità organizzata. Sappiamo che, solo attraverso la legalità e la convivenza civile e pacifica, si può essere protagonisti della crescita sana di una comunità. Sappiamo anche che la strada è in salita ma la direzione è quella giusta: per questo ho voluto istituire un assessorato alla Legalità e all’Antimafia sociale, potenziando anche le competenze interne alla macchina amministrativa, per offrire un contributo determinante al contrasto alle dinamiche mafiose.

Bari non è più la stessa città degli anni ’90, in cui 14 clan criminali controllavano militarmente il territorio e la malavita incendiava teatri, faceva saltare in aria i direzionali delle aziende. Bari ha avuto uno scatto d’orgoglio, certo. Ma questo non basta, non dobbiamo abbassare la guardia e il nostro impegno a perseguire la legalità deve continuare a essere quotidiano e costante, a prescindere dal ruolo di ognuno di noi”.

Il 2 ottobre del 2003 il quindicenne Gaetano Marchitelli stava lavorando in pizzeria, come tutte le sere, per non dover gravare sulla famiglia, per mantenersi agli studi e coltivare le sue passioni quando all’improvviso, intorno alle 23, un commando criminale a bordo di un’auto iniziò a sparare all’impazzata contro un gruppo di ragazzi fermi davanti alla pizzeria. Gaetano venne colpito alla schiena da uno di quei colpi, destinati ad altri, e morì sul colpo.