Con 26 milioni di euro di valore la Puglia si posiziona al primo posto della classifica della DOP Economy italiana della filiera dell’extravergine DOP e IGP, con l’export che ha segnato un balzo del 23%, performance di prestigio per la più grande fabbrica green del Sud Italia. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Puglia, sulla basi del Rapporto Ismea Qualivita 2023 e dei dati Coeweb Istat, diffusa in occasione del confronto organizzato da UNAPROL Consorzio Olivicolo Italiano e Coldiretti ad Enoliexpo sulla sostenibilità e competitività della filiera olivicola – olearia.
“Il valore dell’olio Evo italiano è noto in tutto il mondo, per le sue qualità organolettiche, nutrizionali, funzionali e paesaggistiche. Per questo non può costare 3 euro a bottiglia e per questo nonostante l’aumento dei prezzi nel 2024 – ha aggiunto Granieri – i consumi di olio extravergine italiano sono cresciuti del 3% a dimostrazione del fatto che i consumatori apprezzano la qualità e il prodotto tracciato made in Italy”.
A proposito dei condimenti a base di olio di semi “abbiamo alzato la guardia verso quelle iniziative commerciali che, nell’attuale contesto di mercato, possono indurre ulteriore confusone nei consumatori, indirizzandoli all’acquisto di prodotti “poco sostenibili” di cui non è nota la provenienza e la tracciabilità e la stessa qualità del prodotto”, ha insistito Granieri nel sottolineare che “chiediamo attenzione anche per la diffusione dei “condimenti a base di olio”, a base di altri oli vegetali, fenomeno che ci ha portato a richiedere chiarimenti urgenti sia al MASAF che all’ICQRF sui metodi analitici previsti per l’analisi di congruità di tali condimenti rispetto a quanto dichiarato in etichetta e vengano nettamente separati sugli scaffali dalle bottiglie di olio Evo, che è un alimento – e non un condimento – alla base della dieta mediterranea”, ha concluso Granieri.
“L’azione di contrasto delle forze dell’ordine è importante in una situazione in cui sono straniere 3 bottiglie su 4 consumate in Italia”, aggiunge il presidente Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo nel sottolineare che “le frodi a tavola sono un crimine particolarmente odioso perché mettono a rischio la salute delle persone, si fondano sull’inganno e colpiscono soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo”.
Da difendere c’è – continua Coldiretti Puglia – un patrimonio di biodiversità unico al mondo con l’ulivo in Puglia che è presente su oltre 370mila ettari di terreno coltivato dove si producono anche 5 oli extravergine DOP e 1 IGP Olio di Puglia, con l’olivicoltura pugliese che è la più grande fabbrica green del Mezzogiorno d’Italia con 60 milioni di ulivi, il 40% della superficie del Sud, quasi il 32% nazionale e l’8% comunitaria ed un valore di 1 miliardo di euro di PLV (Produzione Lorda Vendibile) di olio extravergine di oliva.
Sull’aumento dei prezzi pesa proprio la scarsa raccolta all’estero, in particolare in Spagna che è il primo produttore ed esportatore in Italia e nel mondo. Quest’anno la Spagna – sottolinea Coldiretti regionale – dovrebbe attestarsi a circa 765 mila tonnellate, del 34% inferiore alla media degli ultimi quattro anni. Mentre in Turchia la produzione di olio dovrebbe scendere intorno alle 280 mila tonnellate, circa 100mila tonnellate in meno rispetto alla scorsa campagna. Crolla anche la Grecia – sottolinea la Coldiretti – con 200mila tonnellate previste rispetto alle 350mila dello scorso anno. Solo la Tunisia sembra in recupero con una produzione che può superare le 200 mila tonnellate, sopra le 180mila dell’ultima stagione, avvicinandosi alla media degli ultimi 5 anni che è di 228 mila tonnellate. Per questa situazione internazionale, con le scorte che si stanno esaurendo, il prezzo medio dell’olio extravergine d’oliva è arrivato a livelli record
Anche per sostenere l’economia ed il lavoro, il consiglio di Coldiretti è di scegliere le produzioni Made in Italy verificando attentamente l’etichetta. Infatti sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati – denuncia Coldiretti Puglia – non sempre è messo in evidenzia e ben leggibile che si tratta di “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva per garantire ai consumatori una maggior consapevolezza su quello che acquistano.
E’ meglio quindi – insiste Coldiretti Puglia – guardare con attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive. In tale ottica i contratti di filiera con i fondi del Pnrr sono fondamentali per lo sviluppo di prodotti 100% italiani per dare opportunità di lavoro, sostenendo ambiente e cultura, con l’olio extravergine d’oliva che è una delle componenti fondamentali della Dieta Mediterranea e della cucina italiana – conclude Coldiretti – candidata a diventare patrimonio dell’Unesco come riconoscimento di un legame fra enogastronomia, storia, società e lavoro che rappresenta ormai un asset determinante per il Paese.