Spinti dalla siccità e dai cambiamenti climatici, si moltiplicano i frutti tropicali in Puglia, anche per favorire la diversificazione colturale in Salento, dopo il disastro causato dalla Xylella Fastidiosa che ha colpito 21 milioni di ulivi. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, con le coltivazioni di avocado, mango, lime & c. che sono praticamente triplicate Puglia, oltre ai frutti sub tropicali come melograni, loti e fichi, passando da poche decine a oltre 8.000 ettari, spinti dagli effetti dell’innalzamento delle temperature e della maggiore intensità degli eventi atmosferici.
In Puglia i tropicali sono ormai una realtà che si sta consolidando, spinta dagli effetti della siccità con una impennata delle coltivazioni di avocado, mango e bacche di Goji Made in Puglia insieme a tante altre produzioni esotiche come le bacche di aronia e il lime. A Castellaneta – continua la Coldiretti – sono state piantumate altre 3mila piante di avocado, mentre in Salento si stimano 100mila piante di avocado e 8mila piante di mango e di lime, mentre fanno capolino timidamente le banane 100% made in Puglia.
Un risultato che è il frutto della tendenza al surriscaldamento in Italia dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra proprio nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019, il 2020 e il 2023 mentre anche il 2024 si classifica come l’anno più caldo di sempre. Secondo i nuovi dati di Isac Cnr, i primi sette mesi dell’anno hanno fatto registrare una temperatura di 1,55 gradi superiore alla media dal 1880 ad oggi, con una punta di 1,72 gradi proprio al Sud. Copernicus spiega che il mese di luglio 2024 è stato il secondo luglio più caldo della storia, dopo quello del 2023 (che è stato anche il mese più caldo di tutti i tempi).
Quello delle piante tropicali Made in Italy è un fenomeno destinato a modificare in maniera profonda i comportamenti di consumo nei prossimi anni, ma anche le scelte produttive delle stesse aziende agricole per gli effetti del surriscaldamento determinati dalle mutazioni del clima.
Il fenomeno degli alberi esotici Made in Italy, spinto dall’impegno di tanti giovani agricoltori, è un esempio della capacità di innovazione delle imprese agricole italiane nell’affrontare in maniera costruttiva i cambiamenti climatici nonostante le difficoltà e i danni causati da eventi meteo sempre più estremi che negli ultimi dieci anni hanno provocato oltre 14miliardi di euro di danni al nostro sistema agroalimentare, conclude Coldiretti.
I TROPICALI MADE IN ITALY
FRUTTO | COSA E’ | DA DOVE ARRIVA |
Avocado | Simile a una pera, usato per salsa guacamole | Centro America |
Mango | Di sapore dolce e succoso ricorda la pesca | Asia meridionale, Australia |
Banana | E’ il frutto esotico più conosciuto | Asia meridionale, Sudamerica, Africa |
Papaya | a metà strada tra una albicocca e un melone | Sudamerica, America centrale, Asia |
Frutto della passione | Profumo intenso, sapore dolce acidulo | Sudamerica, Asia |
Zapote nero | Ricorda nella forma il cachi e nel sapore il cioccolato | America centrale, Asia |
Annona | Ricco di zuccheri, dal sapore acidulo-dolciastro | America centrale, Sudamerica |
Litchi | Piccolo frutto, ricorda l’uva moscato | Asia |
Feijoa | Ha le dimensioni di una piccola prugna | America Latina |
Casimiroa | Ha un sapore che ricorda quello della pesca | Messico |
Litchi | Piccolo frutto, ricorda l’uva moscato | Asia |
Guava | Dal sapore acidulo, ricca di vitamina c | America Centrale |
Logan | Dalla polpa dolce e succosa con retrogusto leggermente acidulo | Asia |
Carambola | Il sapore ricorda quello del ribes e degli agrumi, con un profumo molto intenso | Asia |