Scatta in Puglia la vendemmia mai così precoce, in anticipo di 15 giorni per effetto delle temperature sopra la media degli ultimi mesi e della siccità che hanno accelerato la maturazione delle uve, favorendo una qualità eccellente e in ripresa in termini di quantità rispetto al capitombolo certificato da ISTAT del 37% in meno di uva prodotta in Puglia nel 2023. E’ quanto emerge dalle prime stime della Coldiretti Puglia, in occasione della raccolta dei primi grappoli di uve Negroamaro a Guagnano in provincia di Lecce.
La produzione pugliese – sottolinea la Coldiretti regionale – dovrebbe risalite intorno ai 9 milioni di ettolitri, in forte recupero dopo il crollo del 37% nel 2023 quando sono stati prodotti scarsi 6,9 milioni di ettolitri rispetto al 2023, fra i peggiori anni della storia del Vigneto Puglia a causa del clima pazzo e dei forti attacchi di peronospora, ma comunque in calo nel 2024 di circa il 15% rispetto alle medie storiche. I vigneti sembrano aver resistito più delle altre colture alla siccità, mentre il caldo ha bloccato sul nascere il rischio peronospora, garantendo così una eccellente qualità delle uve.
“La vendemmia 2024 è probabilmente quella che andrà attentatamene valutata nel tempo visto il sensibile anticipo della raccolta, ma anche perché in maniera scalare le operazioni di raccolta si svilupperanno nell’arco di tre mesi, una corsa contro il tempo per preservare la grande biodiversità che caratterizza la Puglia”, afferma Costantino Carparelli, vicepresidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che “lo scenario vede le operazioni partire con le uve Chardonnay, Negroamaro, precoci come mai visto prima, e proseguiranno con il Primitivo e il Susumaniello, per poi arrivare a settembre e ottobre con Nero di Troia, Bombino Nero e Aglianico, una programmazione che offre innumerevoli opportunità di lavoro per chi è impegnato direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione”, conclude Carparelli.
La siccità rende particolarmente difficile lo scenario – denuncia Coldiretti Puglia – con la vitivinicoltura in arido coltura che risulta praticamente impraticabile ed il settore è a forte rischio se non ci saranno adeguate politiche di programmazione per garantire l’irrigazione e di razionalizzazione stessa dell’uso di acqua.
Il meteo pesa, peraltro, anche sui costi di produzione, dall’acqua alle strategie di protezione delle uve dagli eventi avversi e dalle malattie, con un aggravio notevole a carico dei produttori. Ma a preoccupare ci sono anche alcune politiche Ue, a partire dal via libera della Commissione alle etichette allarmistiche in Irlanda e con il Belgio che si sta muovendo nella stessa direzione. Si tratta infatti di una norma distorsiva del commercio che è il risultato di un approccio ideologico nei confronti di un alimento come il vino che – insiste la Coldiretti Puglia – fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia.
Per la prima volta dopo anni si registra una leggera flessione dell’export nei primi 3 mesi del 2024 pari a -0,2% con il vino pugliese esportato all’estero che segna un valore di quasi 54 milioni di euro. Con un totale di 38 Vini DOP IGP la Puglia Regione numero 5 in Italia per prodotti certificati– conclude Coldiretti Puglia su Dati Ismea-Qualivita – dove il settore del Vino DOP IGP in Puglia vale 631 milioni di euro (93,1% del paniere IG del Paese).