La siccità emergenziale che ha stretto in una morsa la Puglia già dall’inverno scorso, aggravandosi durante l’estate 2024 tra le più calde del secolo, ha dimezzato le produzioni in campagna, svuotando i banchi e gli scaffali di vendita, con l’esplosione dei costi del carrello della spesa. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, sulla base delle rilevazioni condotte al mercato all’ingrosso e nei punti vendita, con la forbice dei prezzi dal campo alla tavola che si allarga esponenzialmente a discapito degli agricoltori e dei consumatori.
Dalle rilevazioni emergono prodotti che registrano ricarichi a 2 cifre, come le zucchine, a cui in campo viene riconosciuto un prezzo di 1,20 al kg mentre sui banchi sono vendute a 1,80 euro al chilogrammo, le melanzane da 60 centesimi in campo a 2 euro al consumo, barattieri e cetrioli da 1 euro in campagna fino a 3,90 sui banchi di vendita, ma anche cavoli e bromoli che da 1 euro al kg passano a 2,50 €/Kg, ma ci sono anche i peperoni a 2 euro al Kg e i fagiolini, con la qualità più scarsa venduta a partire da 5 euro al KG.
Ma a preoccupare, al netto dei prezzi da capogiro, è soprattutto la scarsità di prodotti locali – aggiunge Coldiretti Puglia – con le previsioni in drastico calo anche per la raccolta degli ortaggi autunno-vernini, perché le aziende non stanno trapiantando per la mancanza di acqua.
A fronte di un brusco calo produttivo, gli agricoltori sono stati anche alle prese con il balzo dei costi di produzione e la grave siccità a cui non corrispondono adeguati prezzi di vendita, a fronte dell’invasione di prodotti esteri di dubbia origine e qualità, con l’inflazione alimentare che rallenta i consumi e le famiglie costrette a tagliare gli acquisti e i costi della logistica che arrivano ad incidere attorno ad 1/3 sul totale dei prezzi al consumo per frutta e verdura, ingenerando rincari dei prezzi, spesso ingiustificabili, con una differenza enorme – aggiunge Coldiretti Puglia – tra il costo dei prodotti in campagna e quelli al dettaglio. Nei vari passaggi dal campo alla tavola si annidano speculazioni che vanno stanate anche dai Vigili dell’Annona, per cui serve una vigilanza serrata sull’origine dei prodotti ortofrutticoli sui banchi che arrivano dai Paesi Nord Africani, come Egitto, Tunisia e Marocco. Considerata la stortura nella organizzazione del sistema distributivo, si sta diffondendo sempre più la vendita diretta dei prodotti agricoli in azienda, opportunità sia per il produttore che per il consumatore nell’ottica della sicurezza alimentare e di un rapporto trasparente azienda-cittadino.
Una situazione intollerabile dinanzi alla quale occorre affermare – rileva Coldiretti Puglia – il principio di reciprocità delle regole, vietando l’ingresso in Europa ai prodotti coltivati con sostanze vietate ma anche ottenuti dallo sfruttamento dei lavoratori. E serve anche garantire una etichettatura trasparente su tutti gli alimenti in commercio.
Occorre al contempo fare un passo fondamentale per la creazione di filiere 100% italiane dal campo alla tavola e a tale proposito sono sicuramente positive le misure assunte nel Dl Agricoltura sulle pratiche sleali per riequilibrare i rapporti e tutelare le aziende agricole, ma è anche necessario – conclude Coldiretti Puglia – fermare i continui sottocosto, per dare più equa remunerazione alle aziende agricole.