BARI TASSA DI SOGGIORNO, ECCO IL COMITATO DI INDIRIZZO SENZA POTERI REALI, SOLO ATTIVITÁ FUMOSE.
FEDERALBERGHI: CONTINUA LO SPETTACOLO INDECENTE DI UNA TASSA DI SCOPO RISCOSSA SENZA NESSUN CORRISPETTIVO AL TURISTA.
Dichiarazione di Francesco Caizzi, vice presidente nazionale e leader barese e pugliese della Federalberghi.
Dal Comune ci fanno sapere che, su proposta dell’assessora alle Culture e al Turismo Ines Pierucci, la Giunta ha approvato il disciplinare per il funzionamento del Comitato di indirizzo relativo all’applicazione dell’imposta di soggiorno. Un provvedimento emesso in zona Cesarini per provare a tamponare le conseguenze che potrebbero derivare dalla sentenza del Consiglio di Stato, in seguito al ricorso della Federalberghi per la richiesta di sospensiva della tassa di soggiorno. Ricordo che il Tar di Puglia aveva chiaramente scritto che “il procedimento (della tassa di soggiorno) non risulta ancora concluso”. Questo significa che il Comune di Bari confessò in quella sede di non aver concluso il procedimento prima di imporre la tassa di scopo, cosa che avrebbe dovuto fare. Per legge, infatti, l’individuazione della destinazione dei proventi dell’imposta deve essere preventiva e non postuma alla raccolta. Occorre specificare come e quando le stesse saranno partitamente impiegate. Anche l’annuncio del Comitato di indirizzo, seppur con la convinzione che i tempi di attuazione saranno lunghissimi, ci fa ancora una volta venire la pelle d’oca. I sette componenti dell’organismo sarebbero in maggioranza dipendenti del Comune di Bari: presidente il direttore della Ripartizione Turismo e Cultura e tre membri da lui scelti sempre dagli organici municipali, più tre rappresentanti delle associazioni di categoria. Maggioranza, quindi, saldamente in mano al potere esecutivo attraverso i suoi dipendenti. In più, non è previsto alcun potere reale per questo comitato. Solo attività molto fumose quali: “instaurare un dialogo costante, propositivo e proattivo tra le istituzioni e le associazioni di categoria” e “collaborazione funzionale all’impiego delle somme derivanti dall’applicazione delle tariffe dell’imposta”. Si continua, insomma, nella estenuante “melina” e nel frattempo si mettono le mani nelle tasche degli ospiti/turisti della città senza alcun corrispettivo in servizi.
L’assessora barese continua nella propensione a ignorare cosa voglia dire “politiche del turismo”. Continua a trattare un segmento importante dell’economia cittadina come argomento collaterale alla sua attività primaria legata alla “Cultura”. Possiamo, pertanto, registrare nella sua produzione assessorile solo un provvedimento, quello della tassa di soggiorno che resta il più iniquo e inopportuno. Al turismo, dunque, Ines Pierucci ha dedicato cinque anni alla produzione di interventi sporadici finalizzati solo alla copertura mediatica, coniugando i verbi solo al futuro ed evitando cautelativamente un qualunque confronto con il mondo reale del sistema turistico della città. Abbiamo così assistito agli annunci ciclici del “faremo un piano di marketing turistico/territoriale”, “faremo un piano strategico del turismo a Bari”, “faremo la lotta all’abusivismo ricettivo” e con l’ultimo provvedimento, per abbondare a fine consigliatura imminente: “faremo un documento strategico che valorizzi, nell’ambito del fenomeno turistico in ascesa, le sinergie istituzionali tra Comune, Regione e Ministero, aspetti cruciali quali la trasformazione urbana, il contrasto all’abusivismo, la formazione degli operatori, il miglioramento dei servizi di accoglienza e orientamento e il monitoraggio anche qualitativo dei flussi”. Naturalmente di tutto quanto annunciato, nulla è stato possibile reperire tra gli atti del Comune.