Mercoledì 29 maggio, alle 19, negli spazi di Palazzo Fizzarotti a Bari (Corso Vittorio Emanuele II, 193), il BIG – Bari International Gender festival, in collaborazione con Fondazione H.E.A.R.T., torna in città con un appuntamento prezioso e speciale: sarà proiettata l’opera video «The Last Lamentation», dell’artista interdisciplinare Valentina Medda, un progetto a cura di Maria Paola Zedda realizzato grazie al sostegno di Italian Council (XI edizione, 2022), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, prodotto e promosso da ZEIT Art Research.
Dopo la proiezione seguirà un talk condotto da Maya Marinelli, direttrice della fondazione H.E.A.R.T. Palazzo Fizzarotti, in dialogo con l’artista Valentina Medda e con la curatrice del progetto Maria Paola Zedda. L’ingresso è libero.
The Last Lamentation è un rituale funebre per il Mediterraneo, concepito dall’artista come luogo di attesa, sospensione e trapasso, incarnazione di un’assenza, deposito di cadaveri, e cadavere in sé. L’opera racconta la tragedia del mare attraverso un’ipnotica partitura vocale e coreografica, che rielabora i codici rituali in forme contemporanee e astratte. La potente presenza di 12 donne piangenti, vestite di nero e in piedi accanto al mare, rende per contrasto più tangibile l’assenza dei morti e fa esplodere le loro voci silenziose.
«Lontano dalla documentazione della performance, come dal film di narrazione – spiega la curatrice Maria Paola Zedda – l’opera video è un racconto astratto dove la relazione tra corpo, pathos, paesaggio si stratifica per sistemi di assenza e presenza. Il lavoro sembra guardare a registri diversi che recuperano la suspence, lo straniamento e il perturbante della cinematografia tarkovskijana, tingendola di tinte sabbiose e orientali. La lentezza non è maniera ma tensione drammaturgica, sospensione, corrente immaginifica che lascia parlare il dettaglio, la lateralità, e ripercorre il venire alla luce di un’assenza e della coralità del rito».
Partner di progetto MAN Museo d’arte della Provincia di Nuoro, Teatro di Sardegna, Arts Centre 404 / VierNulVier (Ghent, BE) e Flux Factory (New York) in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission e sostenuto da ARS – Arte Condivisa in Sardegna per la Fondazione di Sardegna (sponsor di progetto).
Partner culturali sono Careof, BIG Bari International Gender Festival, RAMDOM, Alchemilla.
L’artista è supportata dalla rete europea di larga scala Stronger Peripheries – A Southern Coalition grazie al sostegno di Teatro di Sardegna, Bunker Ljubljana, L’Arboreto Mondaino.
L’opera diverrà parte della collezione del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
Valentina Medda è un’artista interdisciplinare sarda che vive a Bologna. La sua pratica artistica si snoda tra immagine, performance e interventi site-specific, indagando la relazione tra pubblico e privato, corpo e architettura, città e appartenenza sociale. Il suo lavoro è stato esposto e gira in contesti artistici e performativi nazionali e internazionali da Bologna, Milano, Cagliari a Parigi, New York, Beirut, Bruxelles e Amsterdam.
È stata artista in residenza presso VOORUIT di Gent, BAR di Beirut, Cité des Arts, Parigi, Flux Factory, NY, Les bains connective, Bruxelles, MaisonVentidue, Bologna. Nel 2019 è stata invitata al Grand Tour d’Italie, progetto di networking internazionale della Direzione Generale Contemporanea del Ministero della Cultura. Ha ricevuto, tra gli altri, il Fondo Cimetta per la mobilità artistica, Movin up della Regione Emilia Romagna, IAP Mentorship della NYFA – New York Foundation for Arts e Tina Art PRIZE. Il suo progetto Cities by Night Across Borders, è stato selezionato tra i 19 vincitori del programma europeo “Perform Europe”.