E’ andato in scena ieri sera in un gremito Teatro Piccinni di Bari la prima del melodramma di Giacomo Puccini ‘Tosca’ su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, dal dramma di Victorien Sardou.
Un’ opera lirica ambientata a Roma nell’anno 1800, ma che la regista veneta Elena Barbalich, ha saputo prospettare, con un tocco fresco e del tutto insolito dal taglio più cinematografico piuttosto che teatrale, grazie al gioco di luci e di sipari saliscendi che davano movimento all’ambiente.
Ha creato immagini simili a fotogrammi che andavano a due tempi.
I protagonisti si muovevano in tempo reale, mentre le comparse si spostavano a rallentatore, come se si osservassero alla moviola, dando vita ad una sequenza di immagini di una pellicola cinematografica, che si perfezionava al termine di ogni atto per comporre un quadro di Caravaggio.
Così al termine del primo atto, all’ingresso del Papa, la colonna caravaggesca è protagonista de “la flagellazione di Cristo”; nel secondo torna per la tortura di Cavaradossi e nel terzo raffigura il luogo dove Tosca si lancia per suicidarsi.
Dei fermi immagini che il pubblico ha gradito, sottolineandoli ogni volta con un fragoroso applauso.
La regista si è attenuta allo stile ‘verista’ di Puccini per quanto riguarda i costumi, molto attenta nei particolari.
photo Egidio Magnani
Pochi elementi ma ben disposti per sottolineare gli ambienti.
Nel primo la Chiesa di Sant’Andrea della Valle è bastato posizionare una statua della Madonna da un lato ed un impalcato sull’altro; nel secondo a rappresentare lo studio di Scarpia a Palazzo Farnese, una imponente scrivania, ed è stato sufficiente un gioco particolare di illuminazione per sottolineare i volumi dei corpi e la drammaticità dell’azione.
Nel terzo atto, nessun elemento fa intravedere Castel Sant’Angelo o Roma in generale, forse perché la regista non ha voluto attribuire al luogo, la drammaticità dell’opera.
Fluido, fresco anche le movenze e la gestualità degli interpreti, dal torturarsi le mani, prima per la gelosia e successivamente dall’angoscia di Tosca, all’incontro-scontro corporeo di Tosca e Scarpia.
Imperiosa la bella voce del soprano ucraino Maria Guleghina, che ha interpretato una moderna Tosca, pulita quella del tenore spagnolo Alejandro Roy (Mario Cavaradosssi), convincente quella del baritono Marco De Felice (Barone Scarpia).
Altri interpreti sono stati :
Pietro Naviglio (Cesare Angelotti), Leonardo Caimi (Spoletta), Gianfranco Cappelluti (sagrestano) Antonio Muserra (Sciarrone).
Le scene hanno la firma di Tommaso Lagattolla, le luci di Giuseppe Ruggiero, i movimenti scenici di Danilo Rubeca. Il coro della Fondazione Petruzzelli è diretto dal maestro Franco Sebastiani, il coro delle voci bianche del Conservatorio Nicolò Piccinni è stato guidato da Emanuela Aymone.
Il Maestro Renato Palumbo ha diretto l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari.
Anna De Marzo
photo Egidio Magnani