“Apprendiamo dalla stampa che i dirigenti dell’ex Ilva avrebbero prodotto certificati falsi sulle emissioni CO2 dichiarando di aver inquinato meno e di aver mantenuto all’incirca lo stesso livello di produzione con un grave attacco alla salute dei lavoratori e dei cittadini”. A sottolineare questo aspetto, all’indomani della nuova inchiesta giudiziaria sulla presunta falsificazione dei dati relativi all’inquinamento provocato dalla produzione industriale della fabbrica dell’acciaio, è il segretario generale della Confederazione Italiana Lavoratori, Luigi Minoia.
“La maggiore quantità di emissioni inquinanti accresce le preoccupazioni per le conseguenze sulla salute dei lavoratori – prosegue Minoia – in termini di malattie professionali troppo spesso sottovalutate e non riconosciute”. Il segretario generale Confil afferma ancora che “alle incertezze sul futuro occupazionale, con i lavoratori ormai da troppo tempo senza una vera prospettiva, si continua ad aggiungere il danno di vivere in un ambiente di lavoro sempre più degradato e meno sicuro. Per questo – conclude il responsabile nazionale dell’organizzazione sindacale – è necessario perseguire fino in fondo, con un monitoraggio medico vero, le gravi responsabilità dell’ex Ilva e prevenire le malattie professionali, le cui conseguenze potrebbero essere drammatiche e irreversibili”.