“Spinoza diceva che chi detiene il potere spera sempre che la gente sia ammalata di tristezza”. E’ questa la massima evocata dalla grande rock star per dare il benvenuto al pubblico dell’Arena delle Vittorie a Bari. Dopo i raddoppi di Bologna e Torino, Live Nation Italia ha avuto il piacere di annunciare un secondo concerto di Vasco Rossi anche a Bari.
L’appuntamento del 26 e 27 settembre nel capoluogo pugliese ha mobilitato solo per la prima serata circa trentamila persone e per “l’ondata effetto tsunami” il Comune ha predisposto un piano ad hoc per la mobilità, che ha permesso a tutti di raggiungere ordinatamente i luoghi del concerto. Possiamo definirlo “un caos ordinato”; l’evento Vasco Rossi ha seguito l’evento Fiera del Levante in ogni i senso, mobilitando tutto un vissuto al di fuori dell’Arena, prima e dopo il concerto, fatta di venditori occasionai di gadget, camper-paninoteche ambulanti ed altri fantasiosi venditori che sono riusciti, favoriti soprattutto dalle zone rese a traffico limitato, a creare l’atmosfera distensiva e goliardica delle feste di piazza dopo “la vita spericolata” del concerto.
Un pubblico ordinato, composto da targhet variegato ha invaso il prato e le gradinate, giovani e meno giovani, spesso famiglie composte da due tre generazioni, quasi a voler testimoniare la trentennale carriera del mitico e intramontabile Vasco Rossi. Per più di due ore la trasgressiva rock star dal fascino tipicamente italiano, ha tenuto i suoi fan con lo sguardo incollato al palco definito
“Un mostro di ferro vero”. Infatti il palcoscenico su cui Vasco si muove è davvero maestoso, a dir poco spettacolare, ricco di effetti speciali, con due maxi schermi laterali che permettono all’intero pubblico ovunque posizionato di seguire in ogni sua performance l’impareggiabile Vasco.
Ideato dallo studio Gio Forma, è largo 70 metri, profondo 22 metri, alto 25 metri, per un totale di 903 metri quadri di piano calpestabile. Le sue principali caratteristiche sono: un fondale semicircolare che si sviluppa per 42 mt., composto da circa 1000 specchi convessi che riflettono tutto ciò che c’è intorno.
Di altissima tecnologia i 2 megaschermi ad altissima definizione di tecnologia MiStrip che rimandano le immagini dal palco e per finire1 gigantesco anello ellittico centrale sospeso in aria, composto da 300 barre MiStrip luminose per effetti ed immagini dall’alto; 2 passerelle semicircolari laterali, lunghe 20 metri che materialmente e non solo metaforicamente entrano fra il pubblico, “ per abbracciare gli spettatori”, facendoli sentire come se fossero tutti sul palco. Ma non è finita! Il tocco di magia finale viene dato dal gioco di luci, studiate dal light design Giovanni Pinna che riesce a creare un effetto alquanto surreale.
E’ uno spettacolo potente, di rock duro, molto coinvolgente. Vasco Rossi dal palco trasmette al suo pubblico la sua solita rabbia e incredibile forza, coadiuvato anche dalla sua storica band ai massimi livelli di energia e affiatamento.
Come in ogni concerto di Vasco anche qui c’erano tutti gli ingredienti che rendono la partecipazione all’evento – concerto un’esperienza straordinaria ed irripetibile per i tantissimi fan e non solo… Infatti anche chi per la prima volta fa questa esperienza senza dubbio ne esce partecipe. Sicuramente qualcosa di speciale contribuisce in modo particolare a rendere la partecipazione indimenticabile. L’”Approccio nichilista”, continuamente dimostrato da Vasco Rossi, produce sempre il suo fascino, soprattutto perché dettato da un convincimento interiore, che sempre coinvolge il pubblico.
L’incipit è “Qui si fa la storia”. Fin dai primi rintocchi si percepisce che non dà un attimo di tregua. In una strana serata di fine settembre dalla temperatura quasi invernale, con un cielo plumbeo che minaccia pioggia per l’intera durata del concerto, tiene tutti con il fiato sospeso dal primo all’ultimo brano. La scaletta si compone di più di 30 brani, che tengono conto dell’anima e del ritmo di tutta la produzione di Vasco. Le nuove canzoni, ci sono tutte, o quasi tranne “Non vivo senza te” e “Ho bisogno di te”.
Tutto il repertorio è abilmente collegato alle tematiche che più frequentemente si ripetono nelle sue canzoni e ci fanno vivere la vera anima di questo artista, che lo rende nei confronti del tempo inossidabile. Lottare contro l’ipocrisia, l’intolleranza, i limiti alle libertà individuali, l’indifferenza e contro tutto ciò che ci propina passivamente la televisione e la civiltà dei consumi, è e continua ad essere il fulcro e l’ingrediente fondamentale della “poesia” di Vasco, che ancora riesce a farci sognare “una vita spericolata” fuori dalla quotidianità.
Non è stata casuale la scelta di brani come “T’immagini” e “La Noia” particolarmente attinenti a “Il mondo che vorrei” , di grande attualità in una società come la nostra in cui i meccanismi più perversi che tengono in piedi la mondanità non tendono certamente a trasformarsi in positivo. Infatti canzoni come “Non appari mai”, “L’uomo che hai qui di fronte” e “Gli spari sopra”, ci dimostrano la continuità e la coerenza dell’artista nel suo percorso canoro.
E ancora…. brani di grande intensità come “Un senso” e “Sally” e poi ….momenti puramente ricreativi, tra sesso e rock’n roll, con canzoni come “Gioca con me”, ultimo singolo per le radio.
Per congedare il suo pubblico Vasco propone una “Vita spericolata” che canta in versione acustica, pianoforte e voce ed infine l’indimenticabile “Alba Chiara”.
Dopo trenta lunghi anni di carriera e i traguardi raggiunti, tutti cercano di comprendere il segreto di tanta longevità artistica da ritrovarsi sicuramente nella disarmante semplicità con cui Vasco si rivolge fin dagli esordi al suo pubblico: “Io nella musica sono onesto e sincero, dico cose che altrimenti non direi neanche all’amico più fidato.”
Maria Caravella