Barletta (Bari) – Il concerto Helldorado dei Negrita : suoni semplici ed immediati, parole dirette e metafore esplicite

photo Egidio Magnani

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Se avete voglia di frenesia, divertimento e d’incandescenti balli le nuove sonorità dei Negrita soddisferanno le aspettative..e soddisfate certamente quelle dei fan presenti ieri alla performance dei rockers toscani all’interno del Paladisfida di Barletta.

Infuocare l’atmosfera si può e i Negrita ci riescono da tempi atavici, mantenendo quell’essenza di puro rock italiano alla quale ci hanno abituati.

Inaspettato il numero esiguo di pubblico presente che però inebriato dalla sonorità caratteristiche dei Negrita non ha smesso di entusiasmarsi e di ‘agitarsi’ per l’intero concerto.

Un crescendo di note, di luci e d’energia..perfettamente congeniato con i brani tratti dal nuovo album ‘HELLdorado’ che il gruppo sta presentando nel tour 2009.

I Negrita riprendono le linee guida del loro sound precedente per concentrarsi, nuovamente, sul fascino e la fragilità del Sud America e per sottolineare temi importanti e sociali (Radio Conga, Il ballo decadente, Salvation).

Suoni semplici ed immediati, parole dirette e metafore esplicite (es. ‘Il libro in una mano e la bomba nell’altra’) ma il tutto costruito e variegato; un connubio di sonorità, oltre che di lingue, diverse si ritrovano nei loro pezzi suonati con energia e trasporto.

Ed è proprio ‘Radio Conga’ ad aprire il concerto di Barletta, un susseguirsi di canzoni inarrestabile sino a giungere all’indimenticabile ‘In ogni atomo’ per, poi, esibirsi in ‘L’ uomo sogna di volare e ‘Halleluja’.

25 brani, tra i quali anche le famose ‘Rotolando verso sud’ e ‘Magnolia’, per due ore di concerto dai suoni rock e spesso elettronici, in cui si alternano lingue come il dialetto congolese, il franco-spagnolo e l’inglese.

Il leader Paolo Bruni ‘Pau’ era accompagnato per l’occasione da sei straordinari musicisti, il suono delle chitarre di ‘Drigo’ e ‘Mac’ si fondeva con il basso di ‘Frank’ per poi esplodere grazie alla batteria e alle percussioni che unite al suono elettronico del campionatore creavano una sintesi convincente in grado di rendere ogni brano ‘diverso’ e accattivante, esaltando parole e linee melodiche insieme.

Luana Martino