Mercoledì scorso, il porto vecchio di Brindisi, con il suggestivo sfondo del rione delle Sciabiche, ha ospitato il duo jazz formato da Fabrizio Bosso (tromba) e Julian Oliver Mazzariello (pianoforte). Inserito nel programma del Barocco Festival “Leonardo Leo”, l’appuntamento ha segnato un punto di svolta nell’impostazione programmatica del festival, tradizionalmente votato alla riscoperta del repertorio antico. Sotto la direzione artistica del Maestro Cosimo Prontera, il concerto ha intessuto un dialogo tra epoche e stili apparentemente lontani, gettando un ponte tra la musica antica e l’improvvisazione jazzistica contemporanea. La serata è stata introdotta e presentata dal giornalista Antonio Celeste.
L’idea di contaminazione, che ha informato l’intero percorso musicale della serata, si è rivelata particolarmente efficace nel dare vita a un’esperienza d’ascolto particolarmente affascinante. Fabrizio Bosso, uno dei più autorevoli trombettisti Jazz a livello internazionale, e Julian Oliver Mazzariello, pianista di grande sensibilità interpretativa, hanno proposto un programma intitolato “Commingling 5: over the melodic lines”, un progetto che già nel titolo lasciava presagire la volontà di esplorare percorsi melodici eterogenei, intrecciando elementi stilistici di diversa provenienza. L’approccio, non nuovo ma qui eseguito con perizia, ha offerto un terreno fertile per l’incontro tra strutture classiche e improvvisazioni, il tutto avvolto in un dialogo armonico e tecnicamente impeccabile.
Il concerto si è sviluppato come un viaggio attraverso secoli di storia musicale, con il duo che ha alternato brani della tradizione antica a pezzi del repertorio Jazz, fino ad approdare a composizioni originali. Il programma ha visto capolavori come “Greensleeves”, di un anonimo inglese del XV secolo (anche se qualcuno lo attribuisce ad Enrico VIII), e una serie di celebri brani bachiani, tra cui il primo Preludio del “Clavicembalo ben temperato”, l’Aria dalla Suite in Re maggiore e la “Banierie”, eseguiti con uno spirito di rivisitazione che ne ha preservato il rigore formale pur consentendo inserti di improvvisazione.
Il culmine della serata è stato il passaggio a un repertorio più propriamente jazzistico, in cui Bosso e Mazzariello hanno dato libero sfogo al loro virtuosismo, interpretando con maestria brani iconici della tradizione Jazz degli anni Cinquanta e Sessanta. La fluidità del fraseggio di Bosso e la capacità di Mazzariello di creare spazi armonici ampi e dinamici hanno reso ogni pezzo un’esperienza unica, mantenendo alta l’attenzione del pubblico in ogni momento.
L’esito del concerto è stato una standing ovation prolungata e convinta, con il pubblico – numeroso e attento – che ha espresso pieno apprezzamento per la qualità dell’esecuzione e per la scelta innovativa della direzione artistica. Questo esperimento di fusione tra antico e moderno ha dimostrato ancora una volta come la musica possa superare i confini temporali generando un dialogo continuo tra le epoche e offrendo nuove prospettive di ascolto.