BEN 122 GLI EVENTI CLIMATICI ESTREMI SUL TERRITORIO ITALIANO NEI PRIMI 5 MESI DEL 2023

Le previsioni sul riscaldamento globale al 2050 vedono salire ancora la temperatura di 1,96 gradi Celsius nel caso più probabile.  
«Bisogna intervenire subito per evitare l’ulteriore aumento delle temperature previsto tra il 2030 ed il 2050» sottolinea l’ingegnere Moreno Scarchini, fondatore e CEO di quella che è considerata oggi la “Ferrari del fotovoltaico”, un marchio —quello di EnergRed— destinato a diventare iconico come quello del Cavallino Rampante. Esaminando la situazione del 2022, i disastri ambientali —di origine antropica e quindi influenzati dalla crisi climatica— hanno provocato migliaia di vittime, 44 milioni di sfollati e danni pari a 200 miliardi di euro, una cifra pari alla metà dei danni totali causati dagli eventi climatici estremi in Europa negli ultimi 40 anni. «Solo in Italia di eventi estremi ve ne sono stati 310 nel 2022, con 29 morti accertati. Ma nei primi 5 mesi del 2023 si è registrato un aumento del 135% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, con ben 122 eventi estremi» osservano gli specialisti di EnergRed (www.energred.com). Una tendenza che non è cambiata nei mesi successivi. Questa estate abbiamo infatti potuto assistere a forti ed anomale grandinate che hanno colpito diverse regioni italiane, causando ingenti danni economici.  La stessa EnergRed, prima E.S.Co. in Italia a fornire impianti fotovoltaici alle piccole e medie imprese senza alcuna esposizione finanziaria da parte del cliente per l’acquisto o la gestione dell’impianto, ha dovuto subire gli effetti di questi eventi: uno dei suoi impianti SEU, installato presso la Bonora Srl, in provincia di Bologna, è stato fortemente compromesso dalla grandine. L’intervento degli specialisti della “Ferrari del fotovoltaico” è tuttavia stato tempestivo e l’impianto è stato perfettamente ripristinato ed è tornato a produrre in tempi brevissimi, senza alcun costo per il cliente. Di fronte a questi scenari non si può rimanere indifferenti e continuare a negare una crisi climatica che è ormai sotto gli occhi di tutti. I dati parlano chiaro: se la tendenza dovesse rimanere quella degli ultimi 20 anni (scenario “most likely”), si arriverebbe ad un aumento di 1,5 gradi nel 2035. Se invece la tendenza dovesse restare quella riscontrata più recentemente, quella degli ultimi 5 anni, lo scenario sarebbe il migliore auspicabile (“best case”) e l’aumento di 1,5 gradi si concretizzerebbe più avanti nel tempo: nel 2042.  Ma è anche vero che bisogna tenere in considerazione il fatto che la pandemia da Covid-19 ha portato ad una riduzione delle emissioni di CO2 e questo porta a dover considerare anche un terzo scenario, quello peggiore (“worst case”), con una tendenza più simile ai livelli pre-Covid e quindi un aumento di 1,5 gradi già prima del 2030.  I dati storici e le previsioni 2030-2050 sui 3 possibili scenari sono stati elaborati da Dorina Polinari, Marketing Manager di EnergRed, basandosi sui report Sima, sul Global Energy Perspective 2019 di McKinsey e sui dati Lab24 de Il Sole 24 Ore.