Ieri sera si è ascoltata grande musica al Palatour di Bitritto (Bari), con i virtuosismi dei musicisti della Premiata Forneria Marconi. Quaranta anni di sodalizio musicale il prossimo anno, indubbiamente portati bene, poiché i loro brani non invecchiano col passare degli anni, ma sembrano rinvigorire, stravolti da nuovi arrangiamenti che li rendono ogni volta unici ed originali.
Sul palco prende posto uno dei più longevi e attivi gruppi musicale italiani, la PFM, sbandierando bandiere del Bari e gridando finalmente il Bari è in serie “A”.
“Siamo felici di essere tornati e il nostro benvenuto al Bari lo gridiamo così, perché da quando siamo diventati cittadini di Bari, nello scorso gennaio, siamo legati a tutte le vicende di questa città” – esordisce Franz Di Cioccio – “e non potevamo che gioire e festeggiare con voi”.
Lo spettacolo si è distinto in due parti, la prima dedicato al cantautore genovese Fabrizio De Andrè e al tour che intrapresero insieme nel 1979; mentre la seconda a brani che hanno reso famoso il gruppo musicale nel mondo.
Un tuffo nel passato, un viaggio emozionale attraverso la più bella musica rock italiana e le parole di un “poeta-cantante”, una commistione che sembra stare agli antipodi, ma che solo grandi artisti hanno saputo far esaltare e magnificare. Un interscambio dove la PFM iniziò a curare e a dedicare una maggiore attenzione ai testi e a De Andrè a rivedere la sua posizione di musicista e a dare importanza non soltanto ai testi ma anche alla potenzialità della musica.
Non poteva iniziare il concerto che con “Bocca di rosa” per proseguire con “La guerra di Piero”, “Un giudice”.
Cambia l’atmosfera per cantare “Giugno 73”, una fotografia privata del Faber ed anche uno dei migliori arrangiamenti della PFM, eseguita dal bassista Patrick Divas.
Non potevano mancare “ Maria nella bottega del falegname”, “il testamento di Tito”, “Zirichitaggia”, “Volta la carta”, “la canzone di Marinella” , dove a turno le voci di Franz Di Cioccio e Franco Mussida hanno interpretato con intensità le parole del poeta genovese.
Nella seconda parte dello spettacolo la PFM non si è per niente risparmiata suonando i loro brani, un rock-progressive che li accomuna ai grandi gruppi come i Jethro Tull , Genesis, con i loro virtuosismi musicali.
Ascoltando l’assolo proposto da Franco Mussida, ti domandi “possibile che solo sei corde possono fare tutto questo?”.
Un gruppo attuale come sono attuali i testi, da quello ecologista di “Out of the Roundabout”, o stilnovistico di “Dolcissima Maria” per passare a “La luna nuova” e a “La carrozza di Hans”.
Ma il concerto non poteva terminare con i tre brani che più volte il pubblico ha richiesto di ascoltare.
E così in un escalation musicale si è cantato e ballato con “Il pescatore”, “Impressioni di Settembre” fino al gran finale con la celeberrima “Celebration”.
Il tempo passa, alla formazione attuale Franz, Franco e Patrick i capelli lunghi ci sono ancora, anche se nel frattempo hanno cambiato colore ma a rendere più verde la loro formazione ha contribuito l’entrata di giovani collaboratori come il tastierista Gianluca Tagliavini, Lucio “Violino” Fabbri (violino, tastiere e chitarre) e il pugliese Pietro Monterisi, secondo batterista.
Tre ore di spettacolo elettrizzante dove nella prima parte si poteva dire “Fabrizio è qui” e nella seconda “la musica è qui”.
Ad aprire e a riscaldare la serata, un gruppo di Otranto,gli Abash, che hanno proposto brani etno-popolare salentini, tratti dal loro ultimo lavoro discografico ‘Madri senza terra’ con melodie suadenti orientaleggianti, non trascurando un’anima rock, un rock–progressive , per raggiungere una finalità estetica, dove la voce della solita, Anna Rita Luceri, si è imposta sia in forma recitativa che interpretativa.
Gli altri elementi della band sono : Maurilio Gigante (basso e voce), che ha curato i testi e le musiche, Daniele Stefano, (chitarre), Paolo Colazzo (batteria), Luciano Toma (piano e tastiere) e Luciano Treggiari (percussioni, flauto e theremin, il più antico strumento elettronico musicale).
Nella photogallery di Egidio Magnani i momenti più significativi del concerto.
Anna De Marzo