Arriva in libreria e negli store online, edita da Besa Muci e tradotta da Rosanna Morabito, la raccolta Camao e altri racconti di Antun Gustav Matoš (1873-1914), figura di riferimento nella cultura croata al passaggio tra il XIX e il XX secolo e padre della letteratura moderna.
La passione politica e la vocazione artistica sono l’innesco che muove le pagine firmate da Antun Gustav Matoš (1873-1914), figura di riferimento nella cultura croata al passaggio tra il XIX e il XX secolo e padre della letteratura moderna. All’autore oggi al vertice del canone letterario nazionale, la cui esistenza fu segnata dalla diserzione dall’esercito austroungarico nel 1894, la Casa Editrice Besa Muci dedica l’antologia Camao e altri racconti, in libreria e negli store online dal 22 novembre (pagine 178, euro 17). La raccolta di racconti è un viaggio nell’educazione sentimentale di uno scrittore che osservava attentamente il gusto letterario europeo del tuo tempo, mantenendo il focus sulla sua cultura di appartenenza fotografata in tutti i suoi scritti. I racconti editi da Besa Muci sono riconducibili al periodo parigino; spazio di solitudine e profonda disillusione, dove, tuttavia, matura quella nostalgia struggente di un ideale irrealizzato mentre prevalevano le correnti jugoslaviste (che nel 1918 portarono alla formazione del primo Stato unitario della Jugoslavia) – “la Croazia è stata la conclusione filosofica e morale della mia Parigi” – sui cui si fonda il percorso intellettuale e artistico che valse a Matoš il posto centrale nella cultura e nella letteratura croata. IL LIBRO Camao è il titolo del racconto capofila della raccolta; scritto nel 1900, è parte della seconda raccolta Novo iverje (Schegge nuove). Il titolo del racconto è spiegato da una nota d’autore, secondo cui Camao è uccello mitico che, nella Spagna medievale, si credeva morisse quando una donna tradiva il marito. L’adulterio raccontato da Matoš, tuttavia, si consuma a Ginevra tra il giovane e geniale pianista Alfred Kamenski e una giovane donna polacca, Fanny, violoncellista, nobile decaduta e sposata con un ricco ma rozzo americano. Dopo lunghe peripezie e inaudite traversie in vari paesi europei, inaspettatamente Alfred trova in Fanny l’amore sempre cercato nella vita anche senza saperlo. Sarà il bianco pappagallo Camao, dagli “occhi neri come pece nera”, a provocare la tragedia. Nell’atmosfera cupa dell’antica casa di lei, pregna di cattivi presagi, alla fine rimarrà solo il fatale pappagallo a svolazzare su una cupa scena gotica. La lingua del racconto è densa, la narrazione del rapporto tra i due amanti è colma di effusioni liriche, lo stile marca i passaggi nell’atmosfera delle diverse fasi della storia anche con numerosi riferimenti pittorici e musicali. |