CESSATE IL FUOCO: A BARI DOMANI MATTINA FLASH MOB PER IL CESSATE IL FUOCO TRA ISRAELE E PALESTINA E PER TUTTE LE GUERRE NEL MONDO

CESSATE IL FUOCO

Flash mob per chiedere il Cessate il fuoco per la guerra tra Israele e Palestina, e per tutte le guerre nel mondo.

Sabato 11 novembre, alle 11.00 in via Sparano.

Vestiti di nero con un fagotto bianco tra le braccia per ricreare l’immagine di quella madre palestinese che stringe a sé, per l’ultima volta, il corpo esanime del suo bambino, di pochi mesi, rendendola il simbolo più forte di questo momento tragico per l’umanità. 


Sabato 11 Novembre alle ore 11.00 in via Sparano uomini e donne di ogni nazionalità si presenteranno vestiti di nero con un fagottino bianco tra le braccia per chiedere e testimoniare l’assoluta urgenza di fermare il genocidio che si sta compiendo sulla striscia di Gaza, e al tempo stesso la fine di tutte le guerre che nel mondo causano ogni giorno la morte di civili.

Un’azione di sensibilizzazione volta a fermare la strage dei civili a Gaza e contestualmente a promuovere il rispetto dei diritti umani da entrambe le parte coinvolte nel conflitto tra Israele e Palestina e a chiamare un immediato CESSATE IL FUOCO.

“Da liberi cittadini e cittadine italiani ed europei non possiamo e non vogliamo restare a guardare, inermi, questo genocidio. E nonostante questo piccolo gesto di protesta e sensibilizzazione sia una goccia nell’oceano, sentiamo la responsabilità e l’urgenza di fare la nostra parte sulla strada del cessate il fuoco e della pace, nel rispetto di tutte le parti in campo e del diritto internazionale. Siamo soli, ma insieme siamo tutto” sono le parole dell’ideatrice del flash-mob Claudia Lerro.

I numeri del genocidio che si sta perpetuando in Palestina sono impressionanti: già più di 10000 vittime di cui 4000 bambini. 4000 Ias, Ali, Mohamed che potrebbero essere i nostri Antonio, Leonardo, Sofia, Francesco. Così come siamo costretti ad usare dei numeri per indicare le proporzioni della strage, dovremmo costringerci a ricordarci che ogni numero ha un nome, è una persona, con i suoi sogni, i suoi desideri, i suoi bisogni e la sua storia. Nascondiamo dietro ai numeri vite umane, ciascuna preziosa ed inviolabile. 

Il diritto internazionale è chiaro su questo: anche le guerre hanno delle leggi da rispettare. Tra queste la protezione di tutti i civili, in particolare i bambini che mai, MAI, mai dovrebbero essere toccati dal conflitto. Numeri così ingenti ci dicono che non si può parlare di incidente, ma di un vero e proprio crimine di guerra reiterato che deve assolutamente essere fermato.

L’11.11 alle ore 11.00 è il simbolo di come insieme i singoli possono diventare il movimento che può e deve fermare questo disastro. Perché, prendendo in prestito le parole di António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite: “Qui non c’è una crisi umanitaria, c’è una crisi dell’umanità!”.

Noi siamo l’umanità. E l’umanità è ancora viva, è ancora qui e deve fermare la strage, le stragi.

Ora.