In apertura, per i Grandi classici, la redazione riprende il numero di settembre della rivista di Classic Rock che celebra uno dei dischi storici di Bruce Springsteen che quest’anno compie 40 anni: Born in the USA. Per l’occasione il disco è stato riprodotto in versione vinile rosso traslucido con copertina apribile e un libretto esclusivo con materiale d’archivio dell’epoca. Uscito il 4 giugno 1984, Born In The USA, vantava un numero senza precedenti di sette singoli nella Top Ten, ha venduto fino ad oggi 17 milioni di copie e ha catturato lo Zeitgeist della cultura pop con un impatto unico per una generazione.
Sempre numerosi gli appuntamenti segnalati come ogni settimana da Claudia D’Agnone, nella sua ormai nota rubrica realizzata in collaborazione con Ferrovie del Gargano.
Dopo una lunga estate in tour Biagio Antonacci continua con 10 date nella provincia di Brescia, fino al 29 settembre.
Nel secondo capitolo del suo viaggio, Claudio Baglioni porta ancora il suo A Tutto Cuore che stavolta arriva all’Arena di Verona festeggiando anche i 50 anni.
Sul filone nostalgico, anche i Negrita festeggiano 30 anni di successi e sono pronti a scuotere Assago in una data unica: 27 settembre.
Dopo otto anni torna David Gilmour per 6 imperdibili eventi live, tutti al Circo Massimo di Roma tra settembre e ottobre.
Spostiamoci in Puglia, con Ferrovie del Gargano nella zona di Foggia, a Monte Sant’Angelo dove il 28 settembre ci sarà Nino Frassica con i The Plaggers che terranno in piedi uno show tra musica e cabaret.
Come brano proposto dal MEI, la Redazione ha scelto il singolo Abbagli del cantautore ferrarese Enrico Gal disponibile dal 6 settembre su tutte le piattaforme digitali. Un brano che parla dei rapporti umani nella nostra società odierna: veloce, appannata; in un mondo che ci osserva dall’alto sembriamo punti neri che a volte perdono la direzione. A discapito di questo succede che ci innamoriamo di cose sbagliate, prendiamo molte volte dei veri e propri Abbagli per poi rendercene conto troppo tardi.
A Soundtrack City a cura di Marco Testoni e Massimo Privitera gli ospiti della settimana sono i compositori Salvatore Sangiovanni e Susan DiBona in occasione del loro concerto dal titolo Dialoghi in Musica tenuto a Praia a Mare in Calabria, presentato dallo stesso Privitera con il coordinamento di Angelo Giovagnoli. Una serata in compagnia della musica e dei racconti di questa meravigliosa coppia di compositori nella vita e nel lavoro.
La scelta della redazione di Classic Rock questa settimana propone Perfect Day, in occasione del prossimo numero di Ciao2001 dedicato a Lou Reed, in scaletta quindi una sua canzone inserita nella colonna sonora dell’ultimo film di Wim Wenders intitolato proprio come il brano.
Per la sigla di chiusura del mese di settembre il Direttore Renato Marengo ha scelto Don Raffaè di Fabrizio De André in occasione dello speciale sempre su Ciao2001 di prossima uscita dedicato a De Andrè.
Don Raffaè è la terza traccia del suo dodicesimo album in studio Le nuvole, pubblicato nel 1990, scritto dallo stesso De André insieme a Massimo Bubola e composto da Mauro Pagani. Il brano ha la particolarità di essere cantato in napoletano: l’uso del dialetto non è inusuale per l’artista, in particolare dopo la svolta world di Crêuza de mä; in passato il cantautore si era già avvalso della lingua napoletana per il ritornello di Avventura a Durango, datato 1978.
Il brano denuncia la situazione critica delle carceri italiane negli anni ottanta e la sottomissione dello Stato al potere della criminalità organizzata, attraverso il racconto dell’interazione tra Pasquale Cafiero, brigadiere dell’allora Corpo degli Agenti di Custodia del carcere di Poggioreale, e il boss camorrista Don Raffaè che si trova incarcerato in tale struttura. L’agente di custodia, sottomesso e corrotto dal potente malavitoso, gli offre speciali servigi, favori personali, se lo ingrazia con molti complimenti. Il testo evidenzia anche, con ironia, quanto il boss all’interno del carcere conduca una vita agiata e ricca di privilegi.
Il ritornello della canzone è chiaramente tratto da quello del brano ‘O ccafè di Domenico Modugno.