Consiglio Generale della FIM-CISL di Bari nel capoluogo pugliese

Consiglio Generale della FIM-CISL di Bari nel capoluogo pugliese, aperto dai saluti e dalla relazione del Segretario Generale FIM Bari Donato Pascazio. Tante le questioni affrontate   nel corso dell’’incontro come il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per i metalmeccanici, la frattura con Federmeccanica, le motivazioni per le quali la CISL non aderisce allo sciopero del 29 novembre e poi l’analisi della situazione industriale del territorio barese.

Al tavolo di presidenza oltre al Segretario generale FIM Cisl Bari Donato Pascazio, presenti: i Segretari FIM Cisl Nazionale Valerio D’Alò, regionale Gianfranco Gasbarro, Giuseppe Boccuzzi Segretario Generale CISL Bari, e il segretario FIM Cisl Bari Massimo Tomasicchio . La relazione iniziale di Donato Pascazio ha fornito un’ampia panoramica della situazione nel territorio .

Il segretario Nazionale  D’Alò è intervenuto sul mancato rinnovo del contratto “dopo mesi di confronto che c’è stato non siamo riusciti a entrare nel vivo della trattativa, perché in effetti alla nostra piattaforma anziché dare  risposte  da Federmeccanica, viene consegnato una loro contro piattaforma che di fatto mette in discussione totalmente l’impianto del contratto nazionale dei metalmeccanici , e non solo, parlando degli aumenti salariali e di tutto quello che arriva anche dal punto di vista normativo il settore è in crisi e quotidianamente veniamo coinvolti a livello ministeriale per gestire licenziamenti, ridimensionamenti e ristrutturazioni , a cui bisogna saper dare risposte con strumenti adeguati. Pertanto chiediamo anche al ministero in questo caso al Minitin in sinergia con il ministero del lavoro di fare tutto il possibile perché come sta succedendo in queste settimane non si possono licenziare lavoratori semplicemente con una PEC. le relazioni industriali secondo me sono un punto cardine del sistema del nostro paese ma ci vuole un piano industriale di rilancio davvero di tutti i settori”

Donato Pascazio segretario generale della FIM Cisl Bari dopo aver illustrato i tavoli di crisi aperti sul territorio spiega “Oggi questo incontro allargato a tutti i direttivi di tutti le aziende metalmeccanici di Bari per spiegare le ragioni per la quale la CISL non ha diritto allo sciopero del 29 proclamato da CGIL e UIL. È chiaro che anche per noi ci sono dei punti della manovra che vanno rivisti però ci sono anche dei punti che il governo ha accettato. CI sono state richieste fatte dall’organizzazione sindacali come la detassazione sui premi, l’accorpamento delle prime aliquote IRPEF  strutturale lo sgravio contributivo alzando la soglia da 35000 a 40.000€. Quindi i soldi veri che vanno nelle tasche dei lavoratori. Per noi sono inaccettabili anche i tagli sulla scuola e soprattutto nel settore dell’auto, dove la categoria dei metalmeccanici stanno affrontando una situazione di particolare deperimento per questo noi il 18 di ottobre abbiamo partecipato come categoria alo sciopero nazionale e  sicuramente se non ci sono risposte proclameremo altre ore di sciopero e  questo si aggiunge pure la rottura del tavolo sul contratto collettivo nazionale di lavoro del 12 di novembre dove Federmeccanica non ha fatto nessun tipo di passi in avanti.  Avvieremo un periodo assembleare nelle aziende per spiegare le ragioni per la quale sono state proclamate 8 ore di sciopero da fare nei territori. “

Il segretario generale regionale Gianfranco Gasbarro ha richiamato l’attenzione sulle preoccupazioni legate alla crisi in alcuni settori industriali, come quello automobilistico. Situazioni che richiederanno un continuo impegno del sindacato per difendere i diritti dei lavoratori e favorire un dialogo costruttivo con le istituzioni. “In alcuni settori industriali come quello automobilistico ci sono situazioni che richiedono un continuo impegno del sindacato per difendere i diritti dei lavoratori e favorire un dialogo costruttivo con le istituzioni. La situazione è sempre più caotica e complicata sia sul piano delle difficoltà prodotte attraverso questa transizione che non è gestita nel migliore dei modi. In questo momento abbiamo una serie di problematiche che riguarda l’automotive ma non solo, perché si affacciano altre preoccupazioni che riguardano le attività di aereospazio, la siderurgia che già da anni ancora non decolla, e tutto questo incide su tutte le aziende di indotto. Se noi guardiamo il territorio pugliese che complessivamente copre tutte le attività, dalla componentistica, all’auto e all’indotto sul siderurgico, queste complicazioni oggi spingono sempre più verso cassa integrazione e contatti solidarietà. Purtroppo non riusciamo ancora a vedere di prospettiva soluzioni sui tavoli di trattativa al ministero del lavoro o alla regione che non risolve problematiche come quella molto delicata dell’ex AC Boilers.

Nel suo intervento Giuseppe Boccuzzi segretario generale della Cisl Bari, ha tracciato un bilancio sulla crisi non solo a livello territoriale ma ben più ampia e ha sottolineato l’importanza del confronto con il governo nazionale e il dialogo necessario per giungere a dei risultati positivi, elogiando la capacità del sindacato di mantenere coesione e ottenere risultati importanti. “Certamente il settore dell’automotive non solo in Italia un po’ in tutta Europa sta attraversando un particolare momento di incertezza soprattutto per le prospettive che sono determinate dalla decisione dell’Unione Europea di bloccare la produzione dei motori endotermici al 2035. È chiaro che in questo momento il paese deve essere impegnato nel gestire al meglio questa transizione, salvo che ci sia poi ripensamento a livello europeo come noi ci auguriamo. È importante quindi stimolare le imprese ad investire, e ad investire di più in ricerca e sviluppo, stimolare il governo ad aumentare la dote finanziaria che è stato fatto in parte l’approvanda manovra e poi, noi chiediamo che venga ancora di più rimpinguato il fondo degli ammortizzatori sociali  che ovviamente non sono un nostro obiettivo ma servono quando c’è necessità di transizione, abbiamo bisogno di politiche attive più premianti per dare la possibilità di una transizione anche dei lavoratori dal lavoro al lavoro,  siamo impegnati attraverso il confronto perché crediamo che i problemi così grandi come quello, in questo momento del settore dell’ automotive, come tutti i problemi del mondo del lavoro si possono affrontare con una sana dose di responsabilità, pragmatismo, realismo e attraverso un confronto costruttivo con le istituzioni piuttosto che scendere in campo con scioperi che il giorno dopo non darebbero alcun confronto”

In seguito, numerosi delegati hanno preso la parola, Questo confronto ha permesso di raccogliere testimonianze dirette da parte dei delegati fornendo un quadro reale delle condizioni di lavoro e delle dinamiche sindacali nelle Aziende del territorio.